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Come giocare i Velox con moltiplicatore massimo (o alto)
Qual è la caratteristica essenziale per avere successo nel Texas Hold’em?
Se avete pensato allo studio, alla hand review, al mindset o alla gestione del bankroll non siete sulla strada giusta. Per carità, questi aspetti sono tutti di capitale importanza, ma fanno capo a una caratteristica principale che spesso anche i giocatori più in gamba dimenticano: lo spirito di adattamento.
Sapersi adattare alle situazioni, e avere quindi la giusta dose di buon senso che ci consente di prendere la scelta migliore nelle varie circostanze, è senza dubbio l’arma in più.
Si è parlato tanto di quale possa essere la strategia migliore per vincere nei nuovi Sit&Go lottery, come i Velox proposti da People’s Poker, e eventualmente se fosse necessario modificarla in base al moltiplicatore. La risposta è sempre stata ‘no’, perché snaturare la propria impostazione potrebbe portarci a fare degli errori che normalmente non commetteremmo. Vero.
E’ vero anche però, che il grosso dell’utenza che affolla i Sit&Go lottery non è composta soltanto da regular preparati, salvo le fasce di buy-in più elevate, ma da amatori o player occasionali che trovano soddisfazione nell’adrenalina garantita dal formato hyper-turbo.
Immaginiamo di trovarci al tavolo con due casual player in un Velox col moltiplicatore massimo: la domanda che dovremmo farci è “in che modo gli avversari approcceranno questo Sit?”
Perché la nostra strategia di base può risultare vincente nel lungo periodo, le nostre scelte possono anche avere un valore atteso positivo nella maggior parte dei casi, ma l’occasione di portarsi a casa seimila buy-in in un colpo solo non capita tutti i giorni. Perciò, prima di sbilanciarci in una direzione, occorre capire in che modo le nostre scelte, per quanto ben ponderate, possano portarci alla vittoria contro due avversari che molto probabilmente devieranno dallo standard in virtù del moltiplicatore.
Se, per quanto concerne i moltiplicatori più bassi come 4x 6x e 10x, il gioco rimane sostanzialmente invariato, quando ci si trova a giocare per 25 o più buy-in il discorso merita un approfondimento per le motivazioni espresse in precedenza.
Ci sono tre possibilità da prendere in considerazione:
- trovarci contro player che giocano più tight del normale
- trovarci contro player che giocano più loose del normale
- trovarci contro player che in certi casi giocano più loose e in certi altri tendono a essere più tight del normale.
In linea generale sono questi i nodi da analizzare, sebbene poi possa capitare che il gioco scorra normalmente nelle fasi iniziali e che, con l’aumentare dei blind, i player comincino a fare scelte diverse dalla norma, in virtù della pressione imposta dal formato winner-takes-all.
Quindi è importante capire sin dalle prime battute l’attitudine dei nostri avversari: se già dall’inizio intuiamo che tendono a overfoldare sulle aperture da BTN/ blind war o mostrano poca resistenza alle nostre c-bet, forse è il caso di premere sull’acceleratore da subito, in modo da accumulare quel piccolo vantaggio in termini di chip che potrebbe rivelarsi prezioso nelle fasi più avanzate oltre a consentirci di esercitare una maggiore pressione.
Al contrario, se ci troviamo di fronte a player particolarmente aggressivi, non avrà molto senso rispondere con la stessa moneta a meno di non esser disposti ad affidarci alla buona stella. In casi come questo è preferibile quindi avere un atteggiamento passivo, almeno nelle prime fasi, per poi allargare leggermente il nostro range di shove e reshove in late stage, forti dell’immagine solida conquistata agli occhi degli opponent.
Sebbene l’utilizzo di un HUD sia vivamente consigliato, di fronte a un occasionale le statistiche potrebbero non essere sufficienti e anzi, potrebbero addirittura trarci in inganno, specialemente quando in ballo ci sono dei bei soldoni. Quindi, soprattutto nella fase 3-handed, il consiglio è quello di stare focused sin dalle prime battute per carpire l’atteggiamento degli avversari e adottare istantaneamente degli accorgimenti. Nel caso in cui la situazione volgesse a nostro favore e ci trovassimo a dover affrontare un heads-up avremo anche in questo caso tre scenari:
- ci troviamo in netto vantaggio (rapporto chip 2 : 1 o superiore)
- ci troviamo in netto svantaggio (rapporto chip 1 : 2 o superiore)
- ci troviamo in sostanziale equilibrio (rapporto chip inferiore a 2 : 1)
Nel primo caso è utile capire quanto il nostro avversario tenda a difendere il big blind e in quale misura opti per un reshove sulla nostra apertura. In genere, salvo combinazioni di carte particolarmente fortunate, sono sufficienti poche mani per capire l’attitudine di chi abbiamo davanti. Perciò tenderemo a propendere più per il limp o più per il raise in base alle sue caratteristiche. Stesso discorso quando saremo noi da big blind: se l’avversario limpa con grande frequenza includeremo un range di isolation/call e isolation/fold, in caso contrario ci limiteremo o a difendere i blind o a reshovare.
Nel secondo caso invece si farà il ragionamento diametralmente opposto, ovvero cercheremo di capire da subito quanto il nostro opponent abbia intenzione di aggredirci o se, al contrario, preferisca un atteggiamento attendista. Andremmo quindi a flattare le sue aperture con meno frequenza se questi è disposto a c-bettare con frequenze molto alte e size corpose, cercando invece di ampliare il nostro range di reshove preflop e viceversa.
Nell’ultimo scenario, ovvero quello in cui si parte con una differenza marginale in termini di chip, dipenderà tutto dall’inerzia della partita: a seconda di chi prenderà la leadership provvisoria adotteremo la strategia esposta nel primo o nel secondo punto.
Insomma, la chiave risiede sempre nella capacità di adattarsi alle caratteristiche di chi abbiamo davanti. Senza questa particolare sensibilità sarà comunque difficile riuscire ad avere la meglio. E che il dio del poker ce la mandi buona, ovviamente!
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