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Addio ai November 9, Candio: “Quell’attesa? Il periodo più figo della mia vita!”
Cuori nostalgici d’Italia stringetevi forte.
La chiacchierata di questo pomeriggio non è e non può essere ‘come tutte le altre’, perché alla notizia della cancellazione del ‘prodotto November 9’ da parte delle World Series, abbiamo contattato colui che ne ha incarnato l’essenza più pura.
Era l’estate del 2010 e un ragazzo di Cagliari, baciato da Jovanotti e da una scala runner runner, centrava l’achievement più prestigioso per ogni pokerista del globo: Filippo Candio diventa il primo italiano a conquistare un Seat per il tavolo finale del Main Event WSOP.
Appena due anni prima l’organizzazione aveva optato per un’epocale rivoluzione: niente più final table a luglio. I 9 ‘neo milionari’ avrebbero avuto addirittura 100 giorni di tempo per prepararsi al meglio al tavolo della vita. Pressione, adrenalina, eccitazione. Cosa è passato per la testa di Filippo in quei giorni?
Il sardo ricorda tutto nitidamente:
“Il Day8 durò circa 20 ore, forse qualcosa di più. Egoisticamente avrei preferito giocare il final table subito, però avevo già svarionato più volte nelle ultime ore quindi, tutto sommato, è stato meglio così. Quei mesi, in attesa del tavolo finale novembrino, sono stati i più fighi della mia vita! A novembre arrivai con fiducia e consapevolezza, riuscendo a giocare, a mio avviso, un ottimo final table.”
Il raggiungimento di un traguardo verosimilmente irripetibile ha dunque convinto Filippo, in quegli stessi mesi, a realizzare e razionalizzare quanto avesse combinato:
“Chiunque giochi a poker sogna di giocare il final table del Main WSOP. In quel momento io lo volevo semplicemente più di chiunque altro. Il main ed il periodo di attesa pre final table mi hanno aiutato a crescere. In quei mesi ho preso piena coscienza e consapevolezza di me stesso. E proprio questo, paradossalmente, è stata la prima vera motivazione a spingermi a cambiare direzione nella vita e allontanarmi al mondo del poker…”
A detta di Filippo, l’addio ai November 9 è una fisiologica conseguenza degli sviluppi del mercato del poker odierno:
“L’idea dei November 9 è figlia del boom del poker online: oggi con il monopolio mondiale di PokerStars non c’è più competizione tra aziende e nessuno ha più interesse a investire in marketing. Con ciò ci hanno perso i giocatori perché l’offerta si è standardizzata. In sintesi si può ben dire che PokerStars è stata artefice e carnefice di un meccanismo che ormai non ha più senso di esistere. I November 9 erano in realtà una battaglia di marketing tra Full Tilt e PokerStars, battaglia che ho vissuto in prima persona. Dopo il black friday e la successiva acquisizione di Tilt da parte di Stars è finito tutto. La dipartita dei November 9 è inevitabile conseguenza dell’incedere dei tempi. Probabilmente quest’epoca è durata fin troppo.”
Ancora oggi, 7 anni dopo, fa sempre un certo effetto parlare con lui. I tempi sono cambiati, la passione generale – inutile negarlo – si sta affievolendo, ma le emozioni che Pippo riuscì inconsapevolmente a regalarci pulsano ancora dentro tanti di noi…
httpv://www.youtube.com/watch?v=ek50rfqjXso