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il 10 Giu 2017

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Mateos scudiscia Carrel nella semifinale del WSOP Championship Heads-Up con un hero call da antologia!

Mateos scudiscia Carrel nella semifinale del WSOP Championship Heads-Up con un hero call da antologia!

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Quando il gioco si fa duro…

Ecco scendere in campo, pardon, sedersi al tavolo da gioco, due tra i più brillanti esponenti del poker internazionale. Entrambi giovanissimi, stravincenti e con una voglia matta di dimostrare a tutti, per l’ennesima volta, che quando ci sono loro non ce n’è per nessuno.

A differire sono però gli stili: molto più conservativo quello di Adrian Mateos e decisamente più ‘spewy’ quello di Charlie Carrel, sebbene si parli comunque di uno che i soldi col giochino ha imparato a farli per davvero.

La semifinale del Championship heads-up da 10.000$ di ieri sera è stata quasi una finale anticipata. Non ce ne voglia l’ottimo John Smith, capace di centrare un clamoroso back to back al final table del suddetto torneo a distanza di dodici mesi, ma il suo poker tutto cuore e istinto non regge assolutamente il confronto con l’agilità mentale dei nostri protagonisti.

Ecco quindi che dopo nemmeno una trentina di mani arriva il colpo che non ti aspetti. O che forse, dal momento che sei stato sveglio fino alle 4 di mattina per seguire l’action, speri che capiti quanto prima. Siamo al livello 12K/24K e Mateos apre le danze a 50.000 con J 8, Carrel tribetta a 175.000 con 7 3 e lo spagnolo flatta. Fin qui nulla di strano, eccezion fatta per la mano con cui Charlie ha scelto di 3-bettare: la deepness sicuramente lo consente, ma a intestardirsi troppo poi capita che…

…Capita che su flop 9 8 4 Charlie sia quasi obbligato a c-bettare e Mateos a chiamare. Sul 2 turn, carta praticamente ininfluente se non per il fatto che si apre un draw a fiori, capita che l’inglese continui sulla sua linea e ne metta altre 300.000 sul piatto. Call.

Capita infine che su Q river il vincitore del main event SCOOP 2017 sul ‘dot com’ decida di mettere una bella pila da 648.000 gettoni, mandando l’avversario in the tank. Combinarla a uno come Mateos, che a 23 anni ha già vinto 3 braccialetti e circa 9 milioni di dollari nei circuiti live, non dev’essere proprio la cosa più facile del mondo.

Lo spagnolo non sembra capacitarsi dell’accaduto sebbene non dia troppo a vedere, mentre Carrel attende quasi imbalsamato, con le dita affossate nella scapola e il pollice a coprire la giugulare, il suo verdetto. Pensa che ti ripensa Mateos alla fine le mette al centro e azzecca il call. Da quel momento l’inerzia dell’heads-up passa dalla sua parte e nel giro di una decina di mani chiude la pratica.

Proviamo insieme a capire le ragioni di questo hero-call effettuato in una fase decisamente importante del torneo, a dimostrazione del fatto che il ragazzo tutto può essere fuorché money scared: il flat preflop in posizione, sulla 3-bet di uno come Carrel a cui piace inventarsela ogni tanto, non ha nemmeno bisogno di essere commentato.

Stesso discorso per la chiamata al flop, con middle pair su board 9 high non c’è ragione per fare altrimenti. Il discorso cambia decisamente al turn: quando Mateos effettua il call significa che nella sua testa ha già pianificato di chiamare diversi river. Potrebbe foldare su fiori – non è da escludere che Carrel possa aver 3-bettato con A-x a fiori, c-bettato su quel board e sparato una second-barrel dopo aver guadagnato equity al turn – così come su Asso o Kappa, o addirittura nel caso in cui cascasse una undercard, anche se in questa sede parliamo solamente in linea teorica.

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La Q al river però è davvero la carta ideale per effettuare il call: considerato che J-10 è perfettamente nel range di Mateos, shovare proprio sulla Dama è una leggerezza non da poco da parte dell’inglese. Sostanzialmente sta raccontando di aver 3-bettato, sparato la prima in bianco, sparato la seconda in bianco e aver pescato la gutshot proprio al river. Si perché, salvo una history particolare tra i due, Carrel avrebbe difficilmente fatto la stessa action con Kappa e Assi – dopo due barrel avrebbe al limite check-callato il river – mentre con set ci viene difficile pensare a una linea così strong considerato il board che non presenta grandi insidie.

Insomma, di combo plausibili ne rimangono poche, forse A-Q, magari anche a fiori, ma pure in questo caso andarci così pesante in assenza di metagame sarebbe azzardato, dato che Mateos potrebbe benissimo aver deciso di trappare con una monster hand.

La reazione stizzita di Carrel dopo il call di Mateos

Come dichiarato al termine della sfida alla bella Tatjana Pasalic: “Ho studiato tanto il gioco di Charlie a casa, prima di affrontarlo, ed ero cosciente del fatto che su alcune texture avrebbe potuto combinarmela. Ci ho pensato a lungo ma alla fine c’erano troppi bluff nel suo range e non potevo più passare.

E bravo Adrian, che dopo questa spazzolata ha avuto strada libera per raggiungere la finale e metter le mani sul suo terzo braccialetto in carriera. E voi al posto suo avreste trovato il coraggio di chiamare?

 

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