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Shaun Deeb è il re dello slowroll: “Ho iniziato per divertimento, ma lo faccio anche per le info”
Lo slowroll è una delle cose più odiose del poker, almeno per chi lo subisce.
Eppure c’è un professionista affermato e rispettato che ha fatto dello slowroll un marchio di fabbrica. Stiamo parlando dell’americano Shaun Deeb, uno che in carriera vanta due braccialetti WSOP.
Il temibile Deeb sarà uno dei protagonisti del prossimo King of the Hill e per questo è stato ospite dello youtuber Doug Polk, al quale ha concesso una lunga intervista.
Senza peli sulla lingua, Deeb racconta tutto sulla sua passione per l’OFC ma si rivela anche un padre di famiglia impeccabile.
Quando si parla di suo figlio dice: “Non avrei mai pensato di finire a cambiare pannolini in mezzo ai tornei da 50.000$ di buy-in“.
La parte più interessante della chiacchierata tra Polk e Deeb è però quella sullo slowroll. Per chi non lo sapesse, fare slowroll significa far credere a un avversario di aver vinto uno spot, magari pensando per parecchi secondi prima di chiamare un all-in con il punto nuts o aspettando a lungo prima di mostrare le proprie carte vincenti allo showdown.
Deeb ci spiega tutto sulla sua singolare passione per lo slowroll: “Non ricordo esattamente come è iniziata la cosa. Giocavo online e ho cominciato a fare degli slowroll solo per divertimento, imitando i miei amici.
Poi anche dal vivo mi sono messo a slowrollare con il nuts ogni volta che potevo. Lo slowroll mi dà l’opportunità di parlare con il mio avversario e di ricevere da lui informazioni.
Contro di me non sanno mai cosa aspettarsi, metto gli altri a disagio. Questa situazione mi permette di avere delle letture extra.
Fa parte della mia personalità. Mi hanno tutti preso in giro da piccolo e così mi sono preso una piccola rivincita. Molti si offendono per uno slowroll, ma a me non è mai sembrata una cosa così grave.
Chi assiste per la prima volta a uno slowroll grazie a me, si rende conto che è una cosa molto divertente, che fa parte del poker. A tutti piace osservare qualcuno che viene slowrollato.
È anche questa una questione di odds. Un giocatore al tavolo subisce lo slowroll e magari ci resta male, ma per tutti gli altri è uno spasso“.
Deeb racconta una serie di aneddoti sulle sue slowrollate più epiche. Il suo ricordo preferito è legato a una mano giocata al Borgata, non un vero slowroll in verità: “Stavamo giocando un cash Mixed a bui alti, con 100.000$ a testa davanti. Eravamo in 4 o 5 al tavolo.
Ad un certo punto un mio avversario ha pushato e io avevo qualcosa tipo colore alla donna con un kappa sul board. Quando ho chiamato lui mi ha mostrato il kappa dichiarando che ero buono. Io gli ho girato il colore e lui è impazzito, anche se il piatto non era così grosso.
Si è alzato, mi ha minacciato e ha giurato di non voler mai più giocare contro di me. I giocatori che hanno assistito alla scena mi adorano da quella volta. Ci ricordiamo tutti benissimo l’episodio“.
Polk fa però notare giustamente a Deeb che uno slowroll rallenta il gioco. Deeb risponde così: “Lo slowroll abbassa in effetti la mia winrate, ma è troppo divertente. Se non faccio almeno uno slowroll a sessione la gente mi chiede cosa mi succede. Purtroppo a volte non mi capita l’occasione“.
Tra tutti gli slowroll messi a segni da Deeb, vi proponiamo questo video nel quale la vittima è Mike Matusow. Su un board 10-5-5-4 il malcapitato Matusow pusha con J-J. Deeb con 5-5 in mano ci pensa e alla fine dice: “Ok, chiamo“. Allo showdown il tavolo scoppia a ridere e Matusow ovviamente ci resta malissimo.