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il 19 Ott 2017

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L’arte del floating con Andrea Sorrentino

L’arte del floating con Andrea Sorrentino

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Il floating è un’arte per sognatori.

O almeno così si pensava fino a un decennio fa, quando con A 5 su K 6 2 si aveva soltanto Asso alta e non “backdoor flush con redraw a scala”.

Perchè il poker è cambiato, son cambiati i giocatori e con essi le mode e i più bravi son riusciti a speculare proprio laddove nessuno pensava ci potesse essere margine: sull’aria.

To float, dall’inglese fluttuare, significa semplicemente chiamare la bet dell’avversario senza avere nulla in mano.

C’è un’enorme differenza però tra un floating in bianco totale e uno ben ponderato.

Dal range avversario al nostro percepito, passando per stack, info e fase del torneo, son tanti gli ingredienti necessari a rendere profittevole una mossa che, se fatta senza le dovute precauzioni, può costarci davvero cara.

Abbiamo snocciolato la questione con un noto regular del circuito ‘punto it’, Andrea Sorrentino, ecco cosa ci ha raccontato…

 

Andrea, cominciamo con quella che un noto commentatore sportivo definirebbe ‘sciabolata morbida’: il floating è una moda recente o più semplicemente è stato dato un nome a qualcosa che è sempre esistito?

Quando giocavo nel 2009/2010 bastava aprire, c-bettare e foldavano tutti. Sicuramente ci sarà stato già ai tempi qualcuno che floatava in modo sensato, ma parliamo di pochi eletti, magari qualche top reg…Diciamo che è una cosa che si è evoluta col tempo. Adesso con tutti i coaching, i video, i programmi e chi più ne ha più ne metta, anche gli amatori hanno capito che magari una al flop ogni tanto si può chiamare, anche se a esser precisi qua non si tratta di vero floating quanto piuttosto di curiosità mal ponderata.

I floating son tutti uguali, oppure…

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Assolutamente no. Anzi, distinguerei tra floating fatto per valore e altre tipologie di floating. In blind war ad esempio si può floatare avendo la mano migliore semplicemente con Ace high o King high su determinati tipi di texture. In altre circostanze le odds e le possibilità di migliorare la nostra mano, o in alternativa prendere l’iniziativa su alcuni turn particolarmente scary, fanno sì che il call sia vantaggioso su un determinato tipo di avversario. 

Quali sono le circostanze ottimali per floatare una mano?

Si può floatare in migliaia di modi, un reg secondo me puo’ floatare anche senza backdoor né blocker, anche se agli occhi altrui potrebbe apparire una mossa fatta a caso. La vera regola d’oro è farlo soltanto su giocatori ‘pensanti’: inutile provare a combinarla a qualcuno che non ha la minima percezione del nostro range e si basa soltanto sulle sue carte. Certo, si può floatare anche contro un amatore, ma solo dopo aver capito una determinata tendenza (ad esempio una percentuale molto alta di give up turn) in modo tale da exploitarla. In generale consiglierei a tutti di non mettersi a floatare senza avere un plan preciso: le circostanze ottimali sono molte piu di quante la gente pensa. Tutto si gioca sul nostro percepito, quindi se ci mettiamo in testa di voler rappresentare qualcosa dobbiamo sempre esser certi che il nostro range effettivamente lo contenga .  

Quali sono le tendenze che hai riscontrato nel field italiano sia tra reg che tra amatori?

In passato sul ‘punto it’ non lo faceva quasi nessuno. Adesso si sta andando piu verso l’era dei loose, dei maniac, gente che si vuole giocare i soldi insomma. Non dico assolutamente che sul ‘punto it’ siamo arrivati a tanto, ma in early o middle stage non è raro trovare dei floating. In late invece anche i reg si limitano a fare il loro senza inventarsi giocate exploitative: sul ‘punto it’ son davvero pochi quelli che arrivano a combinartela fino al river…

 

E voi quanto spesso vi trovate a fare floating nei tornei? Scrivetecelo commentando sulla nostra Fanpage!

 

Foto credits: ISOP

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