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il 26 Giu 2010

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Grande Serata al ristorante giapponese di Las Vegas

Grande Serata al ristorante giapponese di Las Vegas

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Abbandono il Rio lasciando dentro Andrea Carini al 1500, Dario Alioto all’Hi-Lo, Traniello all’HORSE e Caramatti vicino al final table del NLHE 1500 iniziato qualche giorno fa; mi reco in villa e i busted e non organizzano la serata.

Ancora una volta Sisal sceglie di trattarsi bene e il programma serata finisce col delinearsi verso l’Hotel Hilton il quale, oltre al Casinò, ospita al suo interno vari locali tipici di Vegas fra cui anche un rinomato ristorante giapponese la cui cucina sembra essere una delle migliori sulla piazza.

Alla serata si uniranno, come al solito, anche altri connazionali, busted e non: Filippo Candio mi ha infatti precisato che lui non è qui per giocare ma per godersi la vacanza! Per spostarci ci sono le macchine, io scrocco il passaggio dalla Cadillac di Fantini ma un pò invidio la Fioretti davanti a noi che si gode il viaggio notturno a bordo della decappottabile di Galb Lepore.

Le luci di Vegas sono uno spettacolo, inutile precisarlo, e purtroppo nessuna macchina fotografica al mondo può rendere come l’emozione di respirarne l’atmosfera. Tramite potenti mezzi tecnologici (cellulare) Caramatti ci informa di essere approdato al tavolo finale avvicinandosi così ai piazzamenti importanti; andremo a trovarlo appena finita la cena, intanto il ristorante è prenotato e siamo in leggero ritardo.

Giungiamo all’Hilton.

Niente “Valet” questa sera per noi. Il Valet sarebbe l’omino random che ti parcheggia l’automobile una volta arrivato all’ingresso dell’Hotel. I valet sono finiti, quindi dobbiamo cercare il parcheggio da noi, comunque rimango un pò spiazzato dalla naturalezza con la quale si sarebbe preferito il valet, Jason poi mi spiega “Ma si, gli dai un dollaro e te la parcheggia, un altro dollaro e te la fa trovare davanti all’ingresso: risparmi il tempo per cercare parcheggio e poi non devi tornare a piedi dal garage all’hotel.

Immagino questi omini come si fiondano quando arrivano gli Hero con le Ferrari di turno. Self parking, quindi.

Per entrare nel ristorante attraversiamo l’edificio imbattendoci, oltre che nelle migliaia di slot machines, anche in “cose” comuni a Las Vegas ma inconcepibili nel resto del mondo, come una spogliarellista (non potevo pubblicarla, mi spiace) su un tavolo, oppure un’automobile su un piedistallo che sta lì, così, a mò di soprammobile.

Pronti a reclamare il nostro tavolo ci troviamo di fronte all’entrata del ristorante, e non ci lascia certo indifferenti; la foto parla da se.

Approfitto della sala d’attesa per uno scatto agli italiani in compagnia del Sisal Team questa sera: Tommaso “Toms2up” Briotti, Pro di Gioco Digitale, e Flavio “Confiteor” Ferrari Zumbini, fresco di sponsorizzazione da parte di Full Tilt Poker.

Prendiamo posto.

I tavoli del ristorante giapponesi sono particolari: sugli stessi si mangia e si cucina, potete infatti notare, oltre ai partecipanti sullo sfondo, i piatti posizionati sul bordo che delimita il marmo dalla piastra. Su quella piastra verrà cucinata la nostra cena, proprio di fronte a noi, e verrà poi servita nei piatti che resteranno lì, a metà fra noi e il cuoco, in modo che lui possa riempirli man mano delle pietanze preparate all’istante.

La prima ad essere servita è Francesca Fioretti; ha ordinato piatti freddi, per la precisione Sushi (pesce crudo) e Sashimi, cioè pesce e molluschi freschissimi (sempre crudi) tagliati in sottili fette accompagnati da varie salse.
E in questa foto potete constatare, anche se molti di voi non ci crederanno, che anche Francesca Fioretti mangia!
Una bella risposta per chi sostiene che mangiare bene non vada a braccetto con l’essere belli.

Qualche scatto ai protagonisti, qui Paola Calvaruso e Filippo Candio.

Tommaso Briotti con Francesco Hugony, manager di Sisal.

Guerra e consorte.

Giunge lo chef, si presenta, e ci fa divertire con la cucina acrobatica che le foto non possono rappresentare; accontentatevi del primo piano di ciò che cucina, dai gamberetti, al manzo, al pollo, passando per contorni come verdure e riso.

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Ma per cuocere serve il fuoco: spettacolo.

Tom è rimasto particolarmente colpito dalla scena e non ha mancato di filmarla, mentre Candio, più pragmatico, si da da fare con le bacchette che riesce ad usare alla perfezione.

Filippo, dopo avermi privato della forchetta, ha costretto anche me all’uso dello strumento tipico; ho resistito mezz’ora, poi ho cominciato ad avere fame e ho approfittato del suo “sit-out” per riprendere possesso della forchetta.

A cena finita ci dirigiamo tutti al Rio per andare ad assistere Luisgallo in queste ultime battute, quindi riprendiamo le macchine con un pò di fatica (non troviamo subito il parcheggio, o meglio, ne troviamo un altro: è immenso l’Hilton), e siamo di nuovo in corsia sulla Boulevard.

Io vengo da un paese di campagna e, quando vedo un “Mini-Market”, non sono abituato ad insegne così vistose.

Giunti al Rio ricominciamo a parlare di Poker.

Niccolò Caramatti ha visto il suo stack altalenarsi fra short e deep, giungendo infine al tavolo finale con oltre un milione e mezzo di chip che lo collocano in terza posizione rispetto ai chipleader.

Molti dei player out sono proprio per mano del nostro pro di Sisal, il quale vive un momento di forte rush, per poi attraversare nuovamente un periodo dove non vede carte che riduce il suo stack. Sono in 4 al tavolo finale.

Il chipleader sta bullando il tavolo e Caramatti sceglie di giocarsi la vasca preflop con , però proprio in quel momento l’avversario ha visto : sfortuna nera!
Un re al flop illude, ma poi l’asso sul board gela, e Niccolò, nonostante di 200.000€ appena vinti, lascia amareggiato il tavolo da gioco dovendosi accontentare di un quarto posto quando era lì, ad un passo dal braccialetto.

Il suo è stato un ottimo piazzamento, ma capisco anche il suo disappunto: un campione del suo calibro non deve accontentarsi mai, quindi complimenti vivissimi a Luisgallo.

Nel frattempo Marco Traniello si è piazzato ottavo al tavolo finale dell’evento H.O.R.S.E. da 10.000, mentre fuori dalla sala Amazon incontriamo, oltre a Caramatti, anche Andrea Carini uscito dal 1500.

Intanto il resto del team, quelli che venivano in Mustang, ci raggiungono.

Dario Alioto che stava giocando proprio in quel momento, leggermente sotto average viene eliminato dal torneo giusto in tempo per tornare a casa con noi.

Con un’immagine notturna del Rio si conclude la serata; domani Dario Alioto sarà nuovamente impegnato alle World Series, questa volta nell’evento Mixed che inizierà alle 17.00 (ora locale); e domani ci aspettano anche degli scatti con la Fioretti e qualche novità dalla villa di Sisal.

Stay tuned!

Gianvito Rubino

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