Wsop, Isaia parte alla grande nell’evento 51 – Ora mi serve un buon tavolo per il day2

LAS VEGAS – Se non è chip leader, poco ci manca. Ciononostante Alessio Isaia, 182.900 gettoni al termine del day1 dell’evento 51 delle Wsop, un 3.000 dollari triple chance di no-limit hold’em, non si lascia prendere da facili entusiasmi. Anzi.

“Sono tutte le World Series che vado bene nel day1 e poi al day2, ci sono arrivato 9 volte su 20 tornei disputati, perdo colpi decisivi – racconta il pro di Full Tilt dopo dieci ore di poker che lo hanno visto mettersi in grande evidenza tra 965 iscritti, quasi 800 dei quali sono già usciti -.

Come mi è successo l’altro giorno quando siamo rimasti 180 in un 1.500 dollari no limit hold’em Ho uno stack quattro volte sopra media e finisco ai resti al turn con tris contro un avversario che mi copre ed è solo in flush draw ma poi mi chiude colore. Cose che capitano, d’accordo, però ho bisogno di togliermi di dosso questo spettro”.

LA SVOLTA? Chissà che questo evento 51 non rappresenti il punto di svolta per le World Series del 24enne cuneese di Roccabruna. “Per oggi direi che mi è andata bene: ho avuto più fortuna in questo evento 51 che in tutte le mie Wsop. Comunque sono ancora in credito. Ma se potessi scegliere domani non vorrei essere fortunato. Mi basterebbe non avere sfortuna ed essere sorteggiato in un tavolo senza troppi giocatori iperaggressivi alla mia sinistra”.

Tom Durrrr Dwan

Desiderio da poco, visto che il field conta su nomi pericolosissimi come Tommy Vedes, chip leader con 237.000 pezzi dopo una giornata passata  spregiudicatamente all’attacco e conclusa con due coppie d’assi ben pagate negli ultimi colpi prima della sospensione, come David Singer, pro’ di Full Tilt che anche grazie ai due re scoppiati con 3-6 a un Michele Limongi in vena di slowplay ha chiuso a 204.100 pezzi, e come niente po’ po’ di meno che Tom “durrrr” Dwan, altro portacolori di Full Tilt che ha finito vicino agli 80.000 in una giornata che lo ha visto “stranamente” concentrato in un torneo dal buy in per lui tanto contenuto.

L’ANALISI “Il tavolo domani sarà proprio fondamentale – rilancia Alessio, che qui a Las Vegas quest’anno non è andato oltre due in the money con un 12esimo posto nel Championship di Stud hi-lo -. Perché sai, quando sei corto o sei in media giochi le tue carte e se trovi al tavolo giocatori molto aggressivi meglio, arricchiranno solo il pot con mani marginali nelle situazioni in cui ti troverai con una mano. Ma beccarsi rivali così aggressivi dietro quando si è molto deep è ben diverso. Contro questi, e qui di giocatori così ce ne sono ancora dentro davvero tanti, devi avere le carte o prenderti rischi esagerati”.

Non che oggi Alessio qualche rischio non se lo sia preso. “La prima mano importante, quella in cui sono salito sopra le 20.000 chip, effettivamente è stata un po’, diciamo così, pittoresca (ride, ndr). Ho aperto con 10-4, trovando il call di un rivale in posizione con 7-7. Flop 10-5-4, io faccio check raise e lui chiama, poi su turn bianco dopo la mia bet lui mi mette ai resti e il colpo mi tiene. Ma la mano decisiva è stata quella in cui, con 60.000 dietro, su un raise d’apertura di un pari stack ho optato per un controrilancio in posizione con K-8, e dopo aver trovato il call, su board che al turn recitava K-K-5-9 lui mi ha “check-raisato” ai resti girando 9-7”.

Rudy Gaddo