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Le Wsop viste da Zumbini: “Un mondo fatato”
LAS VEGAS – Nove eventi disputati finora, un solo piazzamento a soldi. Che piazzamento però. Al suo primo anno alle World Series of Poker Flavio Ferrari Zumbini – 33enne romano che nel mondo del poker ha fatto praticamente tutto, dal giocatore, al commentatore, all’articolista dopo aver pure fondato e amministrato fino a pochi mesi fa una poker room – ha già collezionato un tavolo finale nell’evento 18, un 2.000 dollari limit hold’em concluso con un quarto posto che gli ha fruttato 66.466 dollari.
Davvero niente male, soprattutto per chi come “Confiteor”, oggi impegnato senza gloria nell’evento 53, un 1.500 dollari limit hold’em che lo ha visto uscire allo stesso tavolo di Max Pescatori e Pierpaolo Ruscalla, “vede a prescindere dai risultati le Wsop come un mondo fatato, magico, in cui tutti parlano di poker, le sale sono tappezzate delle fotografie dei grandi giocatori del presente e del passato, e spesso ci si può trovare di fronte ai mostri sacri del gioco anche in carne ed ossa”.
Esperienza che ovviamente Zumbini ha potuto fare. “Ho giocato praticamente contro tutti in queste settimane”.
Particolare il ricordo che Flavio conserverà di Chris “Jesus” Ferguson. “Lui stava multitablando live ed era rimasto cortissimo al mio tavolo, al punto che ha deciso di andare all in al buio. Proprio in quella mano mi sono trovato due jack e l’ho eliminato”.
Una bella tacca sulla Colt del fresco pro’ di Full Tilt, anche se il ricordo più bello di queste World Series sarà sempre legato alle ore passate a quel final table.
“E’ stata una emozione grandissima. Ho trovato giocatori fortissimi come il November Nine Eric Buchman, che poi il torneo l’ha vinto, o come l’altro americano Matt Matros, che fresco di braccialetto in un evento di qualche giorno prima è però uscito nono. Peccato non essere riusciti a conquistarlo, il braccialetto, ma va già bene così. Il bilancio di questo esordio è assolutamente positivo, mi sono davvero divertito tantissimo. E poi manca ancora il Main Event”.
E nonostante tutto non si sa mai. Anche se Zumbini ammette “d’aver trovato qui a Las Vegas un livello di gioco davvero molto alto, a parte qualche torneo da 1.000 dollari che veniva disputato di sabato o di domenica”.
Las Vegas, dal nostro inviato Rudy Gaddo