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il 5 Apr 2018

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Nitsche analizza un bluff fallito contro Cates al SHRB: “Ha sbagliato lui a chiamare”

Nitsche analizza un bluff fallito contro Cates al SHRB: “Ha sbagliato lui a chiamare”

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Stiamo per proporvi una mano giocata da Dominik Nitsche e Dan Cates al recente SHR Bowl China, disputato a Macao il mese scorso.

Nel ricchissimo evento Justin Bonomo ha vinto tra 75 entries. Nitsche, ambasciatore di 888poker, ha chiuso invece quarto piazzandosi dunque a premio al tavolo finale.

È proprio Nistche ad analizzare un bluff andato male nel Day 1 contro Cates. Ecco cosa racconta Nitsche ai colleghi di PokerNews:

Ho giocato questa mano nel bel messo del Day 1 al Super High Roller Bowl China. Ero a un tavolo difficile con Daniel Cates e altri forti giocatori come Dan Smith. Stavano giocando in modo molto tricky.

Nella mano mi sono ritrovato contro Cates, uno dei migliori giocatori al mondo. La mano è iniziata con un mini-raise di Dan dal bottone. Entrambi avevamo circa 60 bui di stack. Io ho chiamato dal big blind con A-2 offsuit. Standard call contro un raise da bottone, non c’era bisogno di 3bettare.

Notate che Dan rilancia con un ampio range dal bottone. Lui arriva dal cash game e secondo me lì apre con il 60% delle mani.

Il flop è 10-8-7. Io ovviamente checko (non punto mai qui) e Dan checka dietro abbastanza velocemente. Su questo board non c-betta molte mani. Mi aspetto che c-betti molti dieci e che checki molte middle-pairs.

Checkerebbe anche J-10 e alcuni flush draw, ma non tanti. La gente solitamente non checka i flush draw quanto dovrebbe. Io ho l’asso di picche e quindi lui non può avere il flush draw all’asso (con il quale probabilmente avrebbe puntato per costruire un bel pot).

Io sto già pensando a cosa fare in caso di una carta alta a picche al turn. Più alta è la carta, meglio è per me.

In effetti il turn è un K. Il mio primo pensiero è che su questa carta non dovrei puntare molto spesso, ma ho A-2 con l’asso di picche e quindi devo puntare. Potrei fare anche check-call, ma ci sono mani migliori per fare check-call. Per esempio A-8 o A-7 che mi avrebbero dato una coppia. Potrei puntare anche con molte doppie o colori chiusi. Così decido di puntare l’85% del piatto e Daniel chiama.

Il river è un 3 offsuit. A questo punto, non credo che abbia più di una coppia. Spesso avrà un K, che sarebbe un bluff-catcher contro una mia bet, perché non punto mai meno di un K. Se avessi A-10, non avrei puntato così tanto al turn.

Potrei avere doppia coppia o meglio. Potrei avere anche J-9 o tutte le combinazioni di 9-6. È importante sapere che le mie bottom hands in qualche modo devono essere doppie coppie o meglio. Non sono sicuro che potrei puntare con 7-8 suited.

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Decido che dovrei avere due size di puntata, una con cui punterei le doppie coppie forti e una che userei per colori e scale. Con le ultime punterei più del piatto, perché vorrei forzare l’avversario a bluff-catchare. Vorrei indurlo al bluff-catch con mani come 10-9 e K-x con una carta a picche.

Per me è importante avere l’A, credo, perché avrei potuto giocare molti colori nut e draw nut in questo modo. Il K sul board è anche importante. L’asso di picche nella mia mano mi permette di bluffare. Al turn non avrei puntato solo con quella carta. Avrei puntato però con quella carta se accompagnata da un 2, un 3, un 4 o un 5.

Molte persone potrebbero pensare che blufferei sempre con l’A e che quindi dovrei ricevere spesso un call perché blufferei troppo. Ciò sarebbe giusto se bluffassi con ogni asso di picche. Ma dovete pensare a quale carta ho vicino…

Con il 3 al river non avrei bisogno di bluffare un A-3, perché avrei un po’ di valore e potrei battere mani come A-J o A-Q con picche.

Al river decido di bluffare mani come A-2, A-4, A-5 e forse anche A6-. L’ultima mano sarebbe la peggiore perché blockero mani che folderebbero, come 7-6 o K-6. Insomma voglio bluffare mani che non blockerano i suoi fold.

Se punto il 150% del piatto qui, dovrà foldare molte mani perché rappresento dei colori credibili. Questo è il mio scopo, rappresentare colori e possibili scale.

Punto una volta e mezzo il piatto ma lui mi chiama con 9-8 senza blocker di picche. Credo sia un errore evidente. Se avesse avuto 9-8 con una carta a picche sarebbe stato meglio per lui“.

Nitsche ricava anche delle conclusioni più generiche dallo spot: “Quando ti metti a bluff-catchare, è importante capire cosa il tuo avversario sta cercando di rappresentare e blockerare quelle mani. Non bisogna sempre cercare il bluff-catch. Bisogna pensare anche alla seconda carta che io potevo avere oltre all’asso.

Questa mano ci insegna questo. Quando usate il blocker del colore nuts, usatelo in modo appropriato. Un buon modo per farlo è limitarsi a bluffare con quelle mani che non hanno showdown value e che non blockerano i folding range avversari.

Ricordatevi anche che a volte checkerete al turn per proteggere il vostro range. Se puntate sempre al turn con l’A e al river casca un’altra carta a picche, sarete in una situazione terribile.

Valutate il board. In questa mano io ho deciso di puntare le mie mani peggiori con il blocker. Se avessi avuto una coppia avrei cercato di portarla allo showdown checkando“.

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