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il 25 Mag 2018

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Il ‘cold call’ nel poker: cos’è e quando va fatto?

Il ‘cold call’ nel poker: cos’è e quando va fatto?

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Il cosiddetto ‘cold call‘ nel poker è una mossa considerata perdente se usata troppo spesso, ma può rivelarsi molto efficace in certe situazioni.

Prima di capire quali sono queste situazioni, vediamo cosa significa appunto ‘cold call’, per chi non lo sapesse. ‘Cold call’ è il termine usato quando qualcuno, che non ha ancora investito denaro o chips nel piatto, si limita a chiamare dopo un rilancio di un avversario.

Facciamo subito un esempio semplice. Il giocatore A rilancia preflop da UTG, il giocatore B controrilancia da middle position e il giocatore C chiama dal bottone. Questo ultimo call è proprio un cold call.

Per definizione i giocatori dai bui non possono fare un cold call perché sono già stati obbligati a pagare appunto i blinds. Possono semplicemente chiamare o ‘difendere’.

Il ‘cold calling’, secondo Chad Holloway, “è tipico nei tornei low-stakes e nel cash game“. Si vede spesso nel cash 1-2$. Quando qualcuno rilancia a 6$ e tre giocatori chiamano, stanno ‘cold callando’.

Quelli che praticano il cold-call poker sono però considerati giocatori deboli, troppo loose preflop e facilmente exploitabili postflop. Se non si ha un motivo per fare un cold call, allora bisognerebbe considerare il raise o il fold.

Eppure qualche caso in cui si può fare cold call esiste. Holloway (vincitore di braccialetto WSOP nel 2013) ci spiega in un articolo come far diventare il cold call un’arma efficace del nostro arsenale.

 

Gli spot buoni per fare cold call

Una ragione per farlo, specialmente in posizione, è mascherare la forza della tua mano. Dopo tutto, nessuno si aspetta che tu abbia A-A o K-K dopo che ti sei limitato a chiamare un rilancio preflop. Il rischio ovviamente è un multi-way flop, che aumenta la possibilità di essere scoppiati. Il cold call è più conveniente quando dietro di te c’è qualcuno che potrebbe riaprire l’azione.

Esempio. Stai giocando un torneo con bui 500/1.000 e ante 100. UTG (con 33.000 di stack) apre a 2.500 e un altro giocatore (con 28.000) chiama. Tu hai 60.000 sul cutoff e spilli A♣A♠. Normalmente faresti una three-bet, ma in certe circostanze è meglio fare solo call. Mettiamo che alla tua sinistra ci siano degli short stack con 12.000, 10.000 e 9.000 chips rispettivamente. C’è una buona probabilità che uno di loro pushi con una mano buona. Se succede, tu hai una grande opportunità. Altri dovrebbero decidere cosa fare mentre tu aspetti con i ‘mostri’ in mano. Potrebbero chiamare o addirittura rilanciare. Musica per le tue orecchie.

Vediamo un altro spot nel quale siamo impegnati contro giocatori aggressivi. Se i giocatori A e B amano prendere il controllo dell’azione e aggredire, chiamare con mani speculative può essere un’opzione saggia. Per esempio, in un cash 1/2$ un giocatore a rilancia a 6$ preflop da early position e giocatore B 3betta a 15$ da middle position. Tu hai qualcosa come 66. Chiamare qui non è terribile perché se floppi set hai ottime possibilità di essere pagato.

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Quando NON fare cold call

Pensiamo a qualcosa di opposto rispetto a quanto descritto prima. Se hai una mano forte e gli stack sono profondi, non c’è ragione per ‘cold callare’. A quel punto devi costruire un piatto, rilanciando o controrilanciando.

Se hai una mano forte o se giochi in posizione, devi proteggere il tuo vantaggio. Il cold call non ti permette di farlo, specialmente quando stai giocando a un tavolo tranquillo, senza maniacs. Se giochi contro giocatori bravi e chiusi, il cold call non ti porterà lontano.

Se fai cold call, deve essere una sorta di trappola, che diventa una mossa offensiva. Molti però usano il cold call come tattica difensiva. Non va bene chiamare con una coppietta o suited connectors sperando di hittare il flop senza un piano preciso. Investire le chips sperando di hittare qualcosa non va bene.

Infine, prendete in considerazione la posizione quando fate cold call. Se un avversario rilancia da UTG e siete il prossimo ad agire con K♥Q♣, un cold call probabilmente non è una buona mossa. Questo perché il resto del tavolo deve ancora agire e in caso di 3bet sareste sotto pressione.

Pro e contro di un cold call con A-K

Molti sostengono che ‘cold callare’ con A-K sia un sacrilegio e che devi sempre rilanciare una mano così forte. In certe circostanze però il cold call è un’alternativa.

Esempio… Tu rilanci sempre con A-K. Il tuo avversario lo sa e quando casca un asso al flop sa che tu hai coppia d’assi. Se fai solo call a un certo punto con A-K, bilanci dunque il tuo range. Così, se al flop casca un asso o qualcosa come Q-J-10, difficilmente ti assegneranno A-K.

Ovviamente devi giocare contro gente che riconosce queste cose. Se giocate contro avversari scarsi, non dovete preoccuparvi di bilanciare il vostro range. Rilanciate A-K ogni volta.

Altro esempio… Sei in posizione con A-K contro un giocatore tight che rilancia preflop. Sai che questo giocatore rilancia solo con belle coppie oppure A-K o A-Q. Il cold call qui è probabilmente la mossa giusta perché si rischia di ricevere una 4bet da una mano più forte.

Facciamo finta che lo stesso giocatore abbia A-K e che scenda un flop A7♠5. Lui cbetta, tu fai solo call e il turn è un 4. Lui punta ancora ma stavolta tu rilanci. Il tuo avversario ha una mano forte ma anche tu ce l’hai. Lui può assegnarti una scala, un colore o un set e foldare la stessa mano. Se non lo fa, tu puoi sparare ancora al river. Puoi costringerlo a fare un errore.

 

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