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5 ragioni per giocare i tornei small stakes durante le World Series of Poker
Per alcuni torneisti, gli eventi low buy-in sono un’opzione migliore rispetto ai più complicati high stakes, e non solo per una pura questione economica.
Il coach Carlos Welch, così come altre decine di migliaia di giocatori, sarà schierato in molti satelliti e tornei dal buy-in contenuto durante l’edizione 2018 delle World Series of Poker; ecco le 5 ragioni che lo hanno spinto verso questa scelta.
1) La felicità è più importante del denaro
Essere felici, rilassati e sereni durante una qualsiasi attività amplifica le nostre possibilità di successo e più nello specifico le nostre prestazioni al tavolo.
Ovviamente giocare le ultime fasi di un torneo prestigioso al Rio di Las Vegas sarebbe un sogno, ma negli eventi small stakes il tavolo finale è di gran lunga più accessibile.
Certo, non ci sarà una montagna di soldi per il vincitore ma perché lasciare ad un altro il primo premio?
2) Il field è più idoneo alle mie abilità
Bisogna ammetterlo, non siamo tutti Daniel Negreanu.
Per arrivare in fondo ai migliori tornei delle WSOP bisognerebbe essere nella top 5%-10% dei partecipanti; ovviamente le percentuali cambiano in maniera esponenziale spostando l’analisi su un field più morbido!
Quando non ci sono avversari particolarmente skillati al tavolo, un giocatore leggermente più preparato della media potrebbe trovare la via giusta per incassare occasionalmente, run permettendo.
3) Posso puntare alla prima moneta ignorando eventuali deal
Tornando al discorso del punto 2, un player relativamente preparato dovrebbe raggiungere un numero discreto di tavoli finali su un buon campione di eventi.
E avendo ipoteticamente edge sul resto dei partecipanti, ci si può permettere il lusso di ignorare eventuali accordi, a meno di situazioni vistosamente favorevoli.
I torneisti abituati a scenari del genere propongono spesso un deal, anche a ridosso della bolla, per evitare la fase hand by hand.
4) Salvaguardia del bankroll
Il vantaggio più ovvio ricade sul profilo economico: non è necessaria una somma di denaro enorme per giocare i tornei small stakes.
A differenza di tanti giocatori costretti a cedere buona parte dell’azione per partecipare ad eventi altresì inaccessibili, il torneista low buy-in può preservare il totale delle quote senza troppi crucci.
Inutile dire che puoi cavartela anche con un bankroll limitato, e che questo effetto viene ulteriormente amplificato in relazione alle tue skills e al field.
5) C’è sempre almeno un torneo small stakes da giocare
I tornei low buy-in sono sempre disponibili rispetto ai giochi più grandi, non solo a Las Vegas ma ovunque!
I professionisti degli high stakes hanno come unica alternativa i tavoli cash game quando la loro corsa nei grandi eventi si ferma dopo pochi livelli; questa situazione non è mai un problema con una posta in palio molto più contenuta.
Durante le WSOP potrai trovare quotidianamente almeno dieci tornei da $100 a $500 di buy-in e massimizzare le tue possibilità di accedere ad un tavolo finale!
– Photo Credits: PokerNews.