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Michael Mizrachi, il ‘grinder’… da Hall Of Fame!
2010, 2012, 2018.
Nella notte appena trascorsa, Michael Mizrachi ha messo a segno un 3-peat che lo proietta di diritto nella leggenda del poker mondiale: “The Grinder” è infatti riuscito a vincere per la terza volta il 50.000$ Poker Players Championship delle WSOP, a detta di tanti il torneo più tecnico in assoluto delle World Series e per prestigio secondo solamente al Main Event.
Un vero e proprio trionfo con tutto il rail che ha sospinto a gran voce il 37enne di Miami.
“Vincere il primo PPC è stato stupefacente. Il secondo è stato grande. Il terzo è una cosa inaudita. Ma questa volta il merito va alle carte: non ho praticamente perso un pot, dal Day2 in poi sono scese sempre e solo mie. Non penso di aver mai runnato così bene in un torneo. Tutto sembrava disegnato per questo terzo impensabile successo.
Modestia e umiltà. Sono queste le skill dei grandi campioni. E poco importa se la dea bendata lo abbia tenuto costantemente per mano; per prevalere in una disciplina con 8 varianti differenti e i migliori player del globo seduti accanto a te, serve anche tanto altro.
“Penso di aver fatto abbastanza per arrivare dove le persone ti accreditano il rispetto che meriti – ha dichiarato ai colleghi di Pokernews. Il momento chiave del torneo? A inizio day2 mi presento sotto average e in ritardo di 7 minuti. Ho ribaltato il caffè sul tavolo e ci hanno spostato in un altro. Da lì ho iniziato a fare chips senza smettere più”.
Il curriculum del terzo dei quattro figli di Susan s’impreziosisce così ulteriormente: oltre ai 3 braccialetti WSOP conquistati tutti nel Poker Player Champsionhip, c’è un braccialetto WSOPE 2011, 3 titoli WPT e decine di primi posti in circuiti minori. Il suo più grande rimpianto? Lo ricorderete in tanti: Final Table del Main Event WSOP 2010. Nonostante l’epico coin flip vinto contro Matt Jarvis (AQ batte 99 su board Q8Q 9 A), Michael chiuse al 5° posto (2.332.992$) dietro il nostro Filippo Candio…
In quella edizione, incredibile ma vero, tutti e 4 i fratelli Mizrachi riuscirono a centrare l’ITM.
Le sue vincite in tornei live sono comunque da capogiro: 16.941.283$ che gli valgono il 27° posto nella all-time money list.
No Limit Hold’em, Seven Card Stud, Omaha Hi-Lo 8 or Better, Razz, Pot-Limit Omaha, Limit Hold’em, Seven Card Stud Hi-Lo 8 or Better; 2-7 Lowball Triple Draw 6-Handed. Queste i giochi che compongono il Poker Player Championship.
“Ho sempre giocato a tutti i giochi – ha detto. Ho giocato moltissimo a Stud, credo sia la variante in cui mi esprimo meglio. Mi sono ‘allenato’ tanto al Commerce Casino dove mi schiero regolarmente alla 100/200$ dedicata. Online ho testato tutti mixed game. Ho imparato il 2-7 prima ancora che fosse disponibile, il badugi non appena è uscito. Ogni volta che esce qualcosa mi piace impararla e giocarla al massimo.”
Oltre alle inestimabili skills al tavolo, Micheal ha dimostrato di avere anche un qual certo fiuto imprenditoriale: nel 2014 è infatti nata GetLuckyPoker.com, una poker room… basata sui bitcoin! Ovviamente non solo Hold’em, ma anche e soprattutto varianti, in una sala online che può certamente essere definita futuristica, specie se pensiamo che il boom delle cryptovalute avverrà solamente 3 anni dopo.
Grazie a questo successo, Michael raggiunge a quota 4 braccialetti il fratello Robert, campioni del calibro di Mike Matusow, Ted Forrest e Daniele Alaei, ma anche e soprattutto mostri sacri come Bobby Baldwin, Amarillo Slim e Stu Ungar.
E considerando la pesantezza del ‘Chip Reese Trophy‘, pare propria che Michael si stia avvicinando con cautela e rispetto ai nomi che hanno scritto la storia di questo meraviglioso gioco.
Seguendo le orme del fratello maggiore Robert, la carriera da professionista di Michael parte sui tavoli online 5$/10$ di Paradise Poker. Nel giro di 2 anni era già alla 100/200$ di PokerStars. Da lì, il soprannome che lo accompagna ancora oggi.
Eppure, a testimonianza di una sensibilità fuori dal comune, il campo di battaglia preferito di Michael è sempre stato il live. E i successi sono arrivati senza soluzione di continuità.
Una candidatura per la Hall Of Fame pare già scontata. E se per l’ingresso nel gotha ci sarà ancora da aspettare, siamo certi che ‘The Grinder’, prima o poi, otterrà il massimo riconoscimento concesso a un poker player.