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il 9 Lug 2018

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Le World Series of Poker di Daniel Negreanu

Le World Series of Poker di Daniel Negreanu

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Detentore di sei braccialetti WSOP, capoclassifica indiscusso del Popularity Ranking e della All Time Money List con $39.637.889 e vincitore di una prima moneta da $8.288.001 come miglior successo in un torneo live.

Daniel Negreanu è il poker. Il fortissimo campione canadese ha inanellato negli anni una serie infinita di successi dimostrando il suo valore anche tra gli astri nascenti della nuova generazione.

In queste WSOP 2018 sono già 3 gli ITM conquistati: 3° nel $1.500 Eight Game Mix per $59.788, 9° nel $1.500 PLO Hi/Lo 8 or Better per $17.268 e 20° nel $10.000 Seven Card Champhionship per $14.739.

Oggi ogni appassionato di Texas Hold’em conosce Negreanu. Ma prima della fama, del successo, dei braccialetti, Daniel era solo un semplice ragazzo con uno spiccato talento per le due carte.

Dunque, come si diventa ‘KidPoker’? Scopriamolo insieme grazie ad un’intervista di Howard Swains per PokerStars Blog.

H: Quando sei venuto per la prima volta alle WSOP?

D: La mia prima apparizione alle World Series risale al 1998; c’erano forse un paio di centinaia di persone. Tutti si conoscevano ed io ero il giovane outsider: ho giocato il primo evento WSOP proprio in quell’anno ed ho vinto il mio primo braccialetto in quell’occasione. La gente diceva “chi è quel tipo?”, ed io facevo “non preoccuparti, lo scoprirai!”.

H: Quali sono state le tue prime impressioni? Come vivi oggi invece le WSOP?

D: Prima era diverso, nel ’98 nessuno sapeva chi fossi; ero solo il ragazzino che aveva degli idoli. Ho ammirato Huck Seed al final table e poi ho avuto la possibilità di giocare con Johnny Chan ed Erik Seidel per la prima volta…che momenti! Oggi tutto questo non mi impressiona come un tempo; credo sia il momento dei nuovi adesso, probabilmente tocca a loro vivere un’esperienza simile alla mia.

H: Com’erano gli orari e le schedule al tempo?

D: Allora era diverso. C’era solo un evento al giorno e non avevo i soldi per giocare quei tornei, quindi partecipavo a diversi satelliti. Niente Giant da $300, buy-in minimo di $2.000. Ricordo un satellite vinto contro Todd Brunson e Mike Matusow; non avevo mai giocato NLHE ma alla fine ho battuto Todd, che ha deciso poi di comprare una quota. Avevo $2.800 e $2.000 sono stati spesi per l’evento. Poi tutto d’un tratto ITM, tavolo finale, infine braccialetto! Quest’anno ho giocato 23 eventi e penso di arrivare a quota 25: un programma più basso del normale, visto che di solito il mio range è di 30-35 partite.

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H: Dove alloggiavi? E dove alloggi in occasione delle WSOP oggi?

D: Ho soggiornato al Budget Suites, piccolo come un buco nel muro e non proprio nella parte migliore della città. Cambiavano le lenzuola una volta alla settimana, avevo una piccola cucina; sono stato lì per un anno. Oggi ho un trailer, che utilizzo, ma non ci vivo. Ha una cucina, una camera da letto, la TV… Fra un torneo e l’altro ho bisogno di due ore di relax, a volte anche durante le pause.

H: Qual è stato il primo ‘salto di qualità’ durante i primi anni da poker pro?

D: Avevo 20 anni e volevo far soldi, quindi stavo giocando una partita 20$/40$ NLHE accompagnando il tutto con qualche satellite per partecipare agli eventi importanti. Giocavo per ore durante la notte, dormendo poco, giocando letteralmente per guadagnare. Oggi non è più così: partecipo ad un torneo per il gusto di giocarlo senza dovermi preoccupare troppo del buy-in, è un modo di pensare completamente diverso.

H: Ti manca qualcosa dei vecchi tempi?

D: C’era qualcosa di romantico nella paura di quei tempi, l’essere sempre infelici. Ho imparato da quel periodo che paura ed eccitazione sono essenzialmente la stessa emozione, è solo una scelta. Mentre molti hanno paura, io sono entusiasta!

H: Cosa ti entusiasma oggi?

D: Ovviamente i grandi tornei. Mi eccita essere a ridosso dei tavoli finali, ho ancora le farfalle allo stomaco quando si parla di WSOP! Mi riferisco anche al One Drop e al Super High Roller Bowl, ci sono premi da capogiro.

H: Com’è cambiata la tua routine negli anni?

D: Nel ’98 giocavo a poker full time per poi andare verso le 6 in un club o a bere qualcosa fino alle 10. Insomma, tipici errori di un giovane alle prime armi. Oggi non bevo alcolici durante le WSOP! Dal 2000 in poi ho guardato ogni singolo film di Rocky prima del Main Event e negli ultimi cinque-sei anni ho pianificato la mia schedule per conoscere quali e quanti tornei giocare, con preferenza per quelli con buy-in più alto.

H: Cosa diresti ad un giocatore che partecipa per la prima volta alle World Series?

D: Beh direi “prenditi il tuo tempo”. Piedi ben saldi a terra e gioca qualche satellite; partecipa agli eventi deepstack giornalieri finché non ti senti a tuo agio e poi punta un torneo specifico. Così potrai provare il vero brivido delle WSOP!

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