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Il fisco vince sempre al Main delle WSOP: i nove finalisti devono pagare oltre 10 milioni di tasse!
Puntuale come le tasse (il paragone in questo caso è azzeccatissimo), dopo la fine del Main Event delle WSOP arriva l’articolo di Taxable Talk che indaga sui premi dei ‘July Nine‘ e cerca di capire quanto effettivamente resterà nelle loro tasche al netto degli oneri fiscali.
L’autore del pezzo è Russell Fox, un esperto in materia ma anche appassionato di poker: figurava pure lui tra i 7.874 iscritti del Main da 10.000$ di buy-in appena finito in archivio.
Prima di spulciare tra i dati di Fox, facciamo una premessa: i nove finalisti del Main erano tutti dei poker pro e i primi sei erano tutti americani. Questo è importante ovviamente nel calcolo delle imposte…
Entriamo dunque nel dettagli e partiamo ovviamente dal vincitore John Cynn che ha incassato formalmente 8.800.000 dollaroni. Cynn però dovrà pagare una imposta federale sul reddito, una tassa sul lavoro autonomo e l’imposta sul reddito statale dell’Illinois. In tutto deve salutare in teoria 3.860.183 dollari (il 43,87%) tenendosi 4.939.817 dollari. Cynn può consolarsi pensando che la tax reform di Trump ha diminuito la sua trattenuta. Se avesse vinto lo scorso anno avrebbe dovuto rinunciare a 234.493$ in più (46,53%).
Passiamo al runner-up Tony Miles che non dovrà pagare una personal income tax in quanto residente a Jacksonville, in Florida. Miles, come gli altri americani finalisti, deve pagare solo la federal income tax e la self-employment tax. Pagherà dunque 1.939.341$ in tasse: il 38,79% della sua vincita.
Il texano Michael Dyer, terzo classificato, è abbastanza fortunato perché pagherà 1.449.275$ in tasse (il 38,65%).
Nicolas Manion da Muskegon, Michigan, si è presentato da tavolo finale al final table chiudendo infine 4° e incassando formalmente 2.825.000$. Dovrà pagare però tre tasse: quelle federali, quelle statali e quelle della sua città. Il Michigan ha una flat income tax del 4,25% e Muskegon ha una city income tax dello 0,5%. Perderà insomma 1.217.323$ in tasse (il 43,09%).
Joe Cada, campione del mondo 2009, ha chiuso 5° per 2.150.000$. Grazie alla riforma delle tasse Cada perderà solo il 40,59% delle sue vincite mentre nel 2009 pagò in tasse il 42%. Cada deve pagare le tasse federali e quelle del Michigan.
Aram Zobian ha chiuso 6° per 1.800.000$ e deve pagare le tasse federali più quelle del Rhode Island che sono marginali (5,99%). In tutto Zobian pagherà 721.821$ (il 40,10%).
Con il 7° posto di Alex Lynskey ci spostiamo in Australia, nazione che ha siglato un trattato sulle tasse con gli USA. Peccato che questo trattato non includa il gambling. Lynskey ha vinto 1.500.000$ ma dovrà sborsare il 30% all’IRS (450.000$) e altri soldi in quanto professionista: in Australia gli amatori non vengono tassati, i pro sì.
All’8° posto troviamo l’ucraino Artem Metalidi, il più fortunato del tavolo dal punto di vista delle tasse: l’Ucraina ha un’aliquota fiscale del 18% più un 1,5% di military tax per un totale del 19,5%. Metalidi perderà 243.750$ su 1.250.000$. Zero dollari finiranno all’IRS in questo caso, poiché il trattato tra USA e Ucraina comprende le vincite del gambling.
Chiudiamo con il francese Antoine Labat, che ha incassato un premio milionario chiudendo 9° al Main Event. USA e Francia hanno un tax treaty che si estende al gambling, ma il problema per Labat è che nel suo Paese le tasse sono altissime. Labat potrebbe perdere 432.574$ (369.721€ se preferite): oltre il 43% del suo premio.
Calcolatrice alla meno, il 39,01% delle vincite dei finalisti vanno in tasse. Nello scorso anno la percentuale era decisamente minore, visto che quattro finalisti risiedevano nel Regno Unito. Ecco un’altra tabella preparata da Fox che descrive meglio la situazione:
In pratica è come se Metalidi fosse arrivato 7° e non 8°. Il vero vincitore è l’Internal Revenue Service americano che si prende 9.811.437$ dal tavolo: ha incassato di fatto quasi come i primi tre classificati messi insieme!