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La straordinaria ascesa di Brian Rast: “Nel periodo più festaiolo persi mezzo bankroll!”
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Di giocatori più vincenti di lui, nei tornei di poker live, ne esistono soltanto quindici.
Una enormità se si ambisce ad arrivare in cima, un’inezia se si considera quanti ne ha messi alle spalle: Brian Rast è a tutti gli effetti una icona del poker mondiale.
Per alcuni il fatto di essere un giocatore professionista è una mera questione economica, per altri è il sogno di una vita:
“Non è stato facile dire ai miei genitori che sì, avevo intenzione di mollare l’università per diventare un giocatore professionista.”
Il suo percorso pokeristico, in formato video su PokerGo – qui la storia di Chris Moneymaker – comincia nel lontano 2003:
“Anche se ai tempi giocavo esclusivamente cash game. I tornei sono arrivati dopo. Ricordo di essermi messo in testa di studiare il gioco e applicarmi al massimo per tutta l’estate: alla fine avevo messo da parte qualcosa come 20.000 dollari. Non dissi nulla in casa e partii in viaggio in europa con degli amici per tre settimane. Decisi di restare altre cinque settimane, andai a vedere le Olimpiadi e poi subito a Cipro, dove giocai online per diversi giorni da un internet café: era ora di trovare il coraggio per vuotare il sacco con la mia famiglia.”
“Quando ce lo disse noi non sapevamo nemmeno cosa significasse fare il professionista” racconta la madre.
“Mia madre non ha mai capito la mia scelta – spiega Brian – mentre mio padre ha cominciato a prendermi più seriamente, si è letto qualche libro di poker ed è stato il primo a supportarmi dopo aver capito che non ero completamente folle a voler mollare l’università.”
Dopo un anno e mezzo a San Diego dai suoi, Brian è pronto per fare il grande salto e trasferirsi a Las Vegas:
“A dirla tutta ho vissuto al Bellagio per i primi 8/9 mesi. Vivere in hotel non è esattamente come trasferirsi, ma pensavo fosse la scelta migliore per le mie ambizioni.”
Come ben sappiamo Rast è diventato tra i più agguerriti cash gamer high stakes, come dimostra la mano da 3 milioni di dollari giocata (e vinta) lo scorso anno contro un player cinese.
“Ho conosciuto Rast giocando al Bellagio tanto tempo fa, dove ho provato a bluffarlo e mi ha smascherato. – racconta l’amico Antonio Esfandiari – Poi ci siamo incontrati un’altra volta a un torneo e lì abbiamo subito fatto amicizia.”
Esfandiari e Rast diventano una coppia inseparabile, specialmente per quanto riguarda le feste nei locali più esclusivi di Sin City: “In quel periodo ho subito un downswing pesante, circa il 50% del mio bankroll, coinciso col periodo più festaiolo della mia amicizia con Antonio.”
Per porre fine a una vita sregolata i due amici scommettono l’uno contro l’altro di non toccare nemmeno una goccia d’alcool per tre mesi: “Era un modo per dare una svolta alla nostra vita. Ora siamo entrambi molto salutari e questo step ci ha aiutato a fare ancora meglio nella nostra carriera.”
Nel corso di un viaggio in Brasile caldamente consigliato da Phil Laak, Brian incontra la sua futura moglie. Le difficoltà con Visto permanente complicano le cose, finché non arriva il fatidico sì, proprio il giorno del Main Event WSOP.
Il momento di gloria è solo rimandato, dato che nel 2011 Rast vince un braccialetto appresso all’altro: prima il PLO da 1.500$, poi il Championship da 50.000$: “Vincere il primo braccialetto mi ha dato la giusta confidenza per affrontare il Championship. Quella vittoria è stata il momento più bello della mia carriera pokeristica!”
Brian Rast riuscirà a bissare il successo nel Championship cinque anni dopo portando a tre il numero di braccialetti vinti alle World Series Of Poker, diventati quattro totali dopo il successo di quest’anno al Deuce to Seven, al cui tavolo finale ha preso parte anche il nostro Dario Sammartino chiudendo in terza posizione, eliminato proprio dal campione di Denver.
Ecco la mano più importante della sua carriera, contro Phil Hellmuth:
httpv://www.youtube.com/watch?v=Qf2Q7w_Gcv4