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il 8 Nov 2018

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Sam Trickett si racconta al Mirror: “Vincere può essere noioso e anche pericoloso, vi spiego perché”

Sam Trickett si racconta al Mirror: “Vincere può essere noioso e anche pericoloso, vi spiego perché”

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È il pokerista britannico più vincente di sempre e giustamente il Mirror ha voluto dedicargli una bella intervista.

Parliamo ovviamente del 32enne Sam Trickett, ambiasciatore di partipoker che occupa attualmente il 18° posto nella All Time Money List con oltre 20 milioni di dollari incassati in carriera nei live.

L’intervista del tabloid inizia parlando dei casinò internazionali dove girano più soldi. Trickett racconta: “Un mio amico è stato al Crown Casino di Melbourne e si giocava 500.000$ alla volta a blackjack e backgammon contro il banco. Era un po’ come James Bond contro il cattivo. E io ero lì seduto a guardare queste somme incredibili che si spostavano in pochi secondi. Questo è quello che succede quando giochi nelle sale di high stakes“.

Cambiamo location: “Una volta ho visto un piatto da 20 milioni di dollari a Macao. Un mio amico è andato all-in in bluff contro un businessman, il che è molto stupido. Non bisognerebbe bluffare i miliardari spesso perché hanno così tanto denaro che ti chiameranno. Ma i miei amici sono abituati a giocare per grosse somme. Arrivano a giocarsi piatti da 50 milioni di dollari se la partita è interessante. Io partecipavo quando le cifre erano un po’ più contenute, ora sono esagerate per me“.

Trickett è diventato più saggio e sensibile alle regole del bankroll. Il perché è presto detto: “Quando sali sulle montagne russe per la prima volta è fantastico, ma se lo fai per 50 volte non è più così divertente. Lo stesso succede nel poker. Vinci tanti ricchi piatti e poi perdi l’adrenalina. Allora vuoi salire di livello oltre i tuoi limiti, per poi tornare indietro. Non è però quello che faccio io.

Non è bello perdere a limiti che non ti puoi permettere.  Io non giocherei mai una partita dove una perdita influenzerebbe troppo le mie emozioni. Lo facevo agli inizi. Ero uno di quelli che provavano gli shots. Se perdevo ero nel baratro, se vincevo volavo sulle nuvole. Non era un modo di vivere salutare. I risultati del gioco intaccavano le mie emozioni e il mio umore. Bisogna riprendere il controllo“.

Ora il buon Trickett ha un tenore di vita molto alto. Vive in una casa lussuosa a Ibiza e ha perfino una Ferrari personalizzata. Trickett è innamorato dell’isola spagnola, a giudicare da quello che posta su Instagram.

 

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Ma certe ostentazioni possono attirare malintenzionati. Trickett, per esempio, nel 2012 è stato aggredito per le strade di Las Vegas dopo aver vinto 10.000.000$ nel Big One for One Drop. Anche altre volte si è sentito minacciato:

Tre uomini hanno svaligiato la mia casa a Retford. Hanno aspettato che uscissimo e hanno saccheggiato l’intera casa. Non hanno trovato nulla perché non tengo denaro in casa. Erano dei professionisti con la stessa uniforme che non hanno mai parlato perché non volevano rivelare il loro accento. Quindi sì, essere un poker pro di successo è un po’ rischioso. Le tue informazioni stanno su internet e ci sono i numeri che dicono quanto hai vinto accanto al tuo profilo. Anche ora a Ibiza non sono tranquillissimo se lascio mia moglie da sola. La gente vede le mie macchine e i soldi che ho vinto. Pensano che tu abbia cash perché giochi e vinci al cash game, ma non è scontata la cosa“.

Ma torniamo a parlare di poker, anche se Trickett non studia troppo la matematica del gioco, preferisce un approccio più psicologico: “La gente dà un sacco di informazioni al tavolo. Io parlo sempre con loro. Se ti dicono che hanno preso un volo per venire lì e che sono molto fiduciosi, sai che saranno attivi, creativi e difficili da battere. Pensano che tu gli chieda informazioni solo per essere gentile. Non sono aggressivi con chi runna male o ha confidenza con loro“.

Trickett spiega perché adora fare sessioni da 24 ore o anche più: “A volte gioco per cinque o sei ore, altre volte 30 o più ore consecutive. Preferisco le sessioni lunghe perché in esse i giocatori fanno più errori. Le ho giocate per 10 anni e sento di avere un vantaggio quando la gente è stanca“.

L’intervista si chiude con dei consigli alimentari: “Quando giochi un torneo e vai a cena e vedi qualcuno che si mangia una grossa bistecca con tante patatine, sai che poi non renderà al meglio al tavolo. Il corpo lavora sulla digestione. Puoi prendere di mira quelle persone. Ecco perché sto attento alla mia nutrizione. Se mangi bene, sei più concentrato. Quando mangio male sento che non ho tanta energia e non riesco a prendere le decisioni migliori in lunghe sessioni“. Una birra allo stadio però ci sta.

 

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