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il 14 Dic 2018

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La filosofia di Alex ‘Assassinato’ Fitzgerald: “Nel poker servono umiltà e resistenza”

La filosofia di Alex ‘Assassinato’ Fitzgerald: “Nel poker servono umiltà e resistenza”

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Siete pronti per leggere ancora qualche perla di saggezza dell’americano Alexander ‘TheAssassinato’ Fitzgerald?

Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato di una sua lunga e interessante intervista nella quale ha espresso tutto il suo amore per il coaching.

Torniamo su quel podcast con Evan Jarvis per capire meglio come vive Fitzgerald il poker. Ecco cosa dice in alcuni punti molto significativi:

Il poker per me è un gioco di resistenza. C’era un periodo in cui giocavo tutta la notte per simulare dei jet lag e prepararmi alle trasferte live. Molte gente gioca a cash per 4 o 5 ore la notte e poi quando si annoia, quitta. Ma nei tornei è proprio quando ti stai stufando che i premi diventano importanti. Bisogna stare concentrati a lungo.

Da giovane ero abbastanza in forma e mi sono reso conto dell’edge che potevo avere nei tornei. Un mio studente mi ha presentato allora un personal trainer. Mi mettevo a correre per molte miglia di notte. Ero un ex giocatore di football e ho cominciato a ingrassare quando ho smesso, quindi dovevo far qualcosa. La scintilla è arrivata mentre giocavo un WPT di Montreal. Una mattina mi sono svegliato e non mi sentivo per niente in forma.

Quando sto bene mi ricordo di ogni mano e mi rendo conto di tutte le reazioni dei giocatori, delle loro espressioni facciali a ogni mossa. Devi accorgerti di ciò che fanno i giocatori quando hanno una bella mano. Alcuni fanno gli annoiati, ad altri si illuminano gli occhi“.

Passiamo a un paragone alquanto macabro: “Va accettato il fatto che si muore nei tornei come nella vita. Bisogna essere semplicemente felici di giocare un bel torneo, di viaggiare.

Ho vissuto un’infanzia umile ed è stato un vantaggio per me. Ho saputo apprezzare meglio i soldi e certi agi. Ci sono ragazzi che diventano presto genitori e lavorano 15 ore al giorno per mantenere la famiglia. Chi ha la fortuna di guadagnarsi da vivere giocando a carte dovrebbe impegnarsi anche per loro“.

Si parla dunque di cose serie: “Non mi piace il motto che dice di vivere la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo. Devi vivere nel modo che ti renderebbe fiero se tu morissi domani. Io approfitto di ogni opportunità che mi offre la vita.

Avere soldi ti aiuta in ogni campo. Il 95% dei poker pro arriva da famiglie di alto livello socio-economico. La stessa cosa avviene nella NBA“.

Ad Alex non piacciono i giocatori che salgono di livello troppo velocemente: “Il peso dei soldi si sente, sempre. Bill Gates deve sopportare tanto stress. Ha una responsabilità incredibile perché muove milioni di soldi e influenza la vita di tante persone”.

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È importante non sentirsi mai arrivati: “Un mio amico un giorno mi fece notare una cosa davvero intelligente. Vincere due WPT di fila non basta per andare in pensione. Sono circa 800mila dollari. Puoi farlo, ma se non hai una famiglia o degli investimenti sarà dura andare avanti. Tutti devono continuare a lavorare. C’è chi pensa che può permettersi una cena da 5mila dollari ogni sera dopo aver vinto un grande torneo.

La saggezza arriva con l’età. Io dico ai genitori che possono far bere la coca cola ai bambini, tanto a 24 anni ne saranno schifati. Preferiranno il caffè“.

 

 

Torniamo a discorsi pokeristici: “Il poker mi ha dato tutto, ma la sua comunità non mi piace molto. Mi sono stufato presto della ‘bro-culture’ del poker. I gruppi all’interno del gioco non accettano pareri discordanti dai loro e sono pronti a prenderti in giro per ogni cosa. Non mi piaceva neanche come trattavano le donne. Si comportavano come degli dei del poker, ma quando ho imparato a giocare mi sono reso conto che non erano così bravi“.

Ecco qualche altro pensiero sul gioco: “Non esiste una matematica che risolve un torneo di poker. Immagina il poker come una guerra. Ci vogliono 20 uomini per salvare un uomo rimato indietro? Non conviene. La stessa cosa succede con le chips. Possiamo paragonare il poker anche al pinball o al pachinko. La palla può schizzare ovunque ma le skills fanno la differenza“.

Riguardo a Phil Hellmuth il coach Alex dice: “Non so se lo faccia apposta, ma è un genio. Chiama con J-J, il flop è 6-3-8 e lui folda. Così poi tutti pensano che abbia una mano fortissima quando gioca. Invece l’ho visto aprire il 40% delle mani indisturbato in certe sessioni. Lo adoro, è un personaggio favoloso per il poker. Tutti i vincenti hanno delle personalità forti“.

Chiudiamo con una riferimento alla religiosità di Alex: “Prego spesso. Mi piace Cristo, non i cristiani. Non vado in chiesa ma leggo la Bibbia ogni giorno“.

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