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il 30 Gen 2019

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Polk condanna il fold di Berkey al main PCA: “Se oltre ai bluff battiamo del value è sempre call!”

Polk condanna il fold di Berkey al main PCA: “Se oltre ai bluff battiamo del value è sempre call!”

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E’ stata una delle mani più discusse del Main Event PCA.

Lo spot giocato a 43 left tra Matt Berkey e Tommy Nguyen è stato inevitabilmente ripreso da Doug Polk, sempre pronto a dire la sua in circostanze borderline come questa.

Il buon ‘WCGRyder’ ha condannato senza se e senza ma la scelta di foldare full house al river, argomentando street by street la (buona) condotta di Matt sino alla sciagurata decisione finale.

Prima di ascoltare le parole di Doug, ve lo riproponiamo in grafica:

“Preflop tutto standard; dopo l’open di Nguyen, Berkey ha uno stack troppo grande per tribettare e/o fare direttametne all-in. L’unica soluzione sensata è limitarsi al call”.

Sul flop A9A Berkey decide di check/raisare. Doug approva in pieno questa scelta:

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“I like it. Berkey può sia check/callare, slow playando, sia check/raisare ma questa seconda opzione mi convince molto di più. Non blockerando trips, il check/raise è perfetto visto che il nostro avversario non folderà mai e poi mai un asso, né flush draw e potrebbe restare in gioco con pocket pair più qualche floating. Ha molto più senso raisare 9-9 piuttosto che A-9…”.

Il turn è una street di complessa valutazione:

“In questa situazione non so bene se sia meglio checkare o puntare, ma credo siano ok entrambe. Con coppia di 9 potremmo essere un pizzico spaventati da questo K, visto che ora perdiamo sia da A-K che da K-K, assolutamente compatibili con la condotta di Nguyen. Ad ogni modo il check mi piace leggermente più del bet, quindi approvo la linea di Berkey. Checkando bilanciamo il nostro range visto che qualora avessimo Kx saremo costretti a bussare praticamente sempre. Dopo la puntata (corretta!) di Tommy, Berkey chiama ed è sicuramente la scelta migliore. Fino a questo momento la mano è piuttosto standard, giocata pulita da parte di entrambi…”

Ecco dunque il catastrofico river:

“Quel J al river cambia qualcosa ma non troppo. Combo come A-J e J-J avrebbero spesso e volentieri checkato turn. Berkey checka e Nguyen punta. La bet mi piace ma è veramente thin; per come ha giocato Matt, Tommy non può escludere degli A-x nel range avversario e cerca dunque di estrarre valore proprio (ma solo) da quelli. La parola torna a Berkey e arriviamo al punto focale. Quando affrontiamo una puntata al river ci sono due modi per vincere: il primo è pizzicare il nostro avversario in bluff. Ok. Il secondo è chiamare con una mano migliore del nostro avversario. Se nel nostro range abbiamo combo che battono alcune possibili value bet del nostro avversario non possiamo mai e poi mai e poi mai foldare. Il ragionamento è molto semplice: non solo battiamo tutti i bluff, ma battiamo anche alcune mani buone, ma non tanto forti come la nostra. Pur escludendo ogni ipotetico bluff, il che non ha senso in linea generale, non possiamo esimerci dal chiamare se stiamo battendo qualcosa che può value bettare. Mai!”

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