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Si può vincere a poker senza bluffare?
Recentemente il re dei Micro Stakes Nathan Williams ha pubblicato sul suo blog un articolo in cui risponde a una domanda precisa che spesso gli viene rivolta: si può vincere a poker senza bluffare?
A discapito di quanto si possa pensare la risposta di Nathan sorprende tutti.
“Si, si può vincere a poker senza bluffare”.
Così Nathan senza fronzoli risponde alla domanda spiegandone le motivazioni.
I giocatori più vincenti nel panorama del poker odierno effettivamente bluffano molto poco nelle loro partite.
Secondo il pro player canadese un fattore determinante che contribuisce ad accrescere erroneamente l’idea che occorre bluffare al tavolo sono le trasmissioni televisive.
In generale il poker televisivo, per ragioni di spettacolo, tende ad accrescere la percezione che i meno esperti hanno di questo concetto.
I molteplici bluff spettacolari negli show televisivi portano a credere che i giocatori più forti bluffino spesso.
Vediamo quindi come affrontare il discorso sui bluff e quali sono gli errori più comuni che si commettono quando si tratta di bluffare.
Quando hai bisogno realmente di bluffare?
Partiamo subito da un presupposto fondamentale: l’importanza dei bluff dipende molto dal livello di gioco in cui siete.
Nathan Williams è conosciuto come il giocatore più vincente ai microstakes e a tal proposito ha spiegato come nei micro bluffare è spesso controproducente.
Ha ammesso che lui tende a bluffare veramente di rado e il motivo è molto semplice: ai microstakes i giocatori amano chiamare spesso.
La chiave per capire quando si può realmente impostare un bluff è adattarsi ai giocatori al tavolo.
Preimpostarsi un gioco aperto ai bluff o totalmente chiuso all’idea di bluffare è sempre sbagliato, la scelta deve dipendere dal livello di gioco in cui vi trovate.
Se siete contro dei regular, giocando magari a tavoli di un certo livello è evidente che bluffare può costituire un rischio non indifferente.
Al contrario se magari siete a un tavolo di poker online e l’HUD di un giocatore evidenzia statistiche di fold sulle puntate particolarmente alte può essere utile cercare il bluff.
Nathan ammette che ai microstakes in cui gioca abitualmente i giocatori sono nella maggior parte dei casi vere e proprie “calling stations”, questo vuol dire che chiamano di continuo indipendentemente dalla forza della loro mano.
Nel poker non esistono dunque dogmi precisi secondo cui si può dire “si bisogna bluffare”, o “no non bisogna bluffare”.
È certo però che si può vincere anche senza bluffare ma la strada migliore è sapersi adattare ai giocatori al tavolo e capire se è opportuno bluffare in determinati spot.
Non confondete una continuation bet con un bluff
Un errore comune di molti giocatori è confondere la cosiddetta “continuation bet” (cbet) con un bluff.
Una cbet non è un bluff. Per una cbet si intende un’azione abituale nel poker in cui chi ha rilanciato preflop continua l’aggressione puntando post flop.
Non scambiate quindi la cbet con un bluff solo perché al flop non avete migliorato il vostro punto.
Molti giocatori proprio per evitare di bluffare compiono l’errore di evitare di cbettare quando invece dovrebbero.
Facciamo un esempio:
Abbiamo A 10 e un giocatore random ci chiama.
Il flop recita: 4 8 9
Sul check del giocatore random in uno spot del genere Nathan cbetta in ogni caso.
Il motivo per cui questa puntata non è da considerarsi un bluff è che è una giocata da fare spesso in quanto è la più profittevole.
In uno spot del genere l’asso carta alta è il punto probabilmente più forte, puntare è legittimo e non è per niente un bluff.
Valutate bene cosa sia realmente un bluff e distinguetelo sempre piuttosto da una cbet che è una cosa ben diversa.
Una double barrel non è necessariamente un bluff
Allo stesso modo un errore comune dei giocatori è considerare una double barrel come un bluff.
Una double barrel è semplicemente la continuazione della cbet al turn.
Quello che bisogna capire sempre in questo caso è come si sono spostati i range con la carta uscita al turn.
Proprio perché come nel caso di prima ci si può trovare in determinati spot dove cbettare è la giocata migliore, inibirsi al turn senza motivo è un grave errore.
Molti giocatori per esempio temono che con una overcard al turn la loro puntata risulterebbe in un bluff fuori luogo.
Valutate sempre se è il caso di puntare anche tenendo conto dell’HUD.
Nathan suggerisce di valutare in questi casi nell’HUD la statistica di WTSD (went to showdown) di cui abbiamo parlato proprio recentemente tra le statistiche da vedere nel cash game.
Non giocate per divertirvi a bluffare
Vincere un piatto in bluff è sempre molto appagante e indubbiamente dà molta soddisfazione.
Tuttavia è sempre bene che capiate una cosa fondamentale: se giocate a poker solo per divertirvi non è il gioco che fa per voi.
Come Nathan spiega rispondendo a tutti quelli che gli dicono che amano bluffare, nel poker esiste sempre una giocata più giusta di un altra e l’obiettivo di ogni giocatore è sempre cercare di compiere la mossa migliore.
La mentalità giusta è quella di giocare per vincere, divertirsi deve esserne una conseguenza.
Mancare di pazienza e farsi prendere dalla voglia di giocare un piatto giustificandosi dicendo “voglio bluffare” è quanto di più sbagliato ci sia.
Tutto questo lo dimostrano proprio i risultati che Nathan ha avuto negli anni col suo gioco, quasi del tutto privo di bluff.
Ricordatevi quindi che si può vincere a poker senza bluff.
Ovviamente questo non vuol dire che dovete imporvi di non farlo, come abbiamo detto la chiave è adattarsi al tavolo in cui siete e capire contro chi state giocando.
Allo stesso modo non pensate che bluffare sia inutile, lo sa bene Krisztian Gyorgyi che ha fatto il bluff della vita all’EPT di Montecarlo dell’anno scorso.
Il poker è dinamico e il bluff se pur non è necessario a vincere è una meccanica che rende questo gioco più vivace: il trucco è solo saperlo fare! 🙂