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il 19 Feb 2019

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Il ritorno di Alessandro De Michele: “Giocare a poker è come andare in bici, ma i terreni cambiano”

Il ritorno di Alessandro De Michele: “Giocare a poker è come andare in bici, ma i terreni cambiano”

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Dobbiamo davvero ringraziare le Carnival Series di PokerStars perché ci hanno permesso finora di raccontare belle storie e di scambiare alcune chiacchiere con personaggi del poker che non sentivamo da tempo.

Uno di questi è sicuramente Alessandro ‘nektarine16’ De Michele, protagonista di diversi tornei delle Series e vincitore di un Hyper sabato scorso.

Alessandro ci ha raccontato quello che combina in questo periodo e ci ha spiegato il suo ritorno ai tavoli un po’ casuale. Ecco cosa ci ha detto:

Sono sempre rimasto affezionato a Stars per vari motivi. Mi trovo benissimo nella lobby e con l’offerta dei tornei. In passato ho frequentato anche altre room ma senza grindarci seriamente.

Ora sto giocando le Carnival Series quasi tutte le sere, ma è stata una decisione presa per caso. La prima domenica delle Series stavo controllando l’andamento delle mie squadre di fantacalcio e ho visto la mail di PS che mi invitava a giocare queste nuove Series. Ho pensato che avrebbero potuto essere profittevoli e in effetti così è stato.

Ho sfiorato dei ricchi premi per tre volte prima di shippare. Tutte le volte sono uscito male all’85% contro chi poi avrebbe preso tra i 6 e i 7k di premio. Io invece ho fatto 24°, 20°, e 9°. Mi brucia in particolare quel K-K perso contro K-J di Piroddi e quel tavolo finale sfiorato in un KO da 50k garantiti. Peccato“.

Per fortuna la rivincita è arrivata nel torneo n° 48: “I tornei Hyper sono quelli che preferisco al momento. Giochi per tre ore e vai a dormire. Tra l’altro io sono abbastanza fatalista, penso che se è il tuo torneo e non fai errori, è inutile stare troppe ore al tavolo.

Mi ha fatto molto piacere ricevere da PS la mail di congratulazioni con i colpi più importanti che ho vinto. Come si dice, certi tornei non li vinci certo a colpi di sfiga. A proposito, il mio colpo decisivo è avvenuto quando ho aperto da CO con K-9 suited e circa 13 o 14 bui di stack. Hanno giocato anche bottone con 9-9 e i bui con A-Q e 6-7 di fiori. In pratica ho chiuso colore in una mano a quattro, triplicando lo stack. Da lì in poi il torneo è stato abbastanza agevole. Contrariamente a quanto la struttura richiedeva, ho visto girare solo mani serie al tavolo finale, quindi penso che gli altri abbiano missato occasioni per aggredire. Ricordo anche un colpo vinto con K-Q contro A-10.

Adesso sono un po’ stanco, ho una certa età ormai. Penso di prendermi un giorno di riposo prima del gran finale. Sabato sera c’è anche il PL Omaha che giocherò sicuramente, non per il portafoglio ma per il piacere di farlo. Sicuramente 10.000 euro garantiti a fronte di un buy-in di 100 non è così invitante, ma è bello cambiare un po’ e chiudere qualche punto in più con quattro carte. Non mi dà fastidio multitablare il NL Hold’em tenendo aperto anche un tavolo di Omaha in mezzo. Il discorso sarebbe diverso se ci fosse anche l’Omaha Hi/Lo“.

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Apriamo il capitolo varianti: “Io le ho sempre apprezzate, anche se ho sempre percepito che qui in Italia non avrebbero mai avuto troppo successo. Peccato perché ho sentito per esempio di un Main Event milionario di PLO a Rozvadov.

Per le varianti il paradiso resta comunque Las Vegas, dove sono stato in passato per tre anni. Là ho scoperto varianti mai sentite prima e ho giocato il torneo più tosto della mia vita. Un 8-Game da 2.500$ di buy-in dove sono uscito praticamente in bolla, 51° con 49 posizioni premiate. Mi ha bustato Bryn Kenney. Ricordo che a quel torneo mi ero trovato seduto all’inizio con Max Pescatori e Giovanni Rizzo. C’erano pure Alessio Isaia e Dario Alioto. Spero di ripetere un’esperienza del genere a breve…

Dalle nostre parti ho giocato meno ultimamente, perché non ho avuto molto tempo e perché il casinò di Campione è stato chiuso. Tra l’altro ho anche vissuto in Germania per un periodo. Però ho appena prenotato per l’IPO di Sanremo. Conto di fare qualche trasferta in più prossimamente, lavoro permettendo.

Diciamo che giocare a poker è un po’ come andare in bicicletta, anche se i terreni cambiano e il gioco si evolve. Bisogna studiare ma le basi e i range non si dimenticano“.

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