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WSOP 2019 – Marco Bognanni è runner-up al DeepStack, a Robert Mitchell il braccialetto
Ci abbiamo creduto fino all’ultimo.
I presupposti per un sigillo azzurro al DeepStack c’erano tutti e Marco Bognanni è stato davvero fantastico nella sua rincorsa al titolo, sfumato proprio sul più bello.
La corsa al final table
Si ripartiva dalla fare 26 left, con MagicBox che portava in dote il 9° stack assieme a una valigia di belle speranze. In testa a tutti Hamid Feiz con un monster stack da 12 milioni sembrava essere il candidato ideale per il titolo, ma come vedremo più avanti i suoi sogni di gloria non dureranno più di tanto.
La caduta dei giganti
Dopo il redraw a 2 tavoli left i tre migliori stack al Day2 cedono il passo. Il primo è proprio il chipleader Hamid Feiz che chiude 15° per 15.412$. Lo seguono Joshua Boulton, eliminato in 10° piazza per 19.601$ e Nick Jivkov che chiude al 9° posto per 25.152.
Bognanni prende il largo all’unofficial
A eliminarlo è proprio il nostro Magic Box, in una mano che lo lancia nella seconda posizione del count. Siamo a T300K e Alex Hallay apre a 600K, chiama Bognanni da BTN e Jivkov 3-bet shova da SB, passa OR e Bognanni chiede il count. Jivkov ha 5.300.000 di gettoni e una volta confermato l’importo da parte del dealer arriva il call.
A 10 per Jivkov e A Q per l’azzurro, il board 5 8 2 7 J ci sorride e Marco si presenta all’unofficial final table con 24 milioni di chip.
Il tavolo finale
Con lo switch dei blind lo stack di Marco equivale a 61 big blind, inferiore soltanto a quello del chipleader Robert Mitchell, capace di portare la bellezza di 33.5 milioni di chip, ovvero 84x. Il terzo stack in gioco è di proprietà del francese Axel Hallay con circa una quarantina di big blind: saranno proprio loro i protagonisti del rush finale.
Bognanni mattatore
L’unofficial parte alla grande per Magic Box che elimina Zachary Mullennix vincendo un flip importantissimo: 3 3 per lo statunitense e A 10 per Bognanni. Il board recita Q 10 J Q 4 e la coppia di Dieci è sufficiente a regalare il pot all’azzurro che incamera altri 4.6 milioni di gettoni portandosi a ridosso del chipleader.
Nel mentre Hallay regola Benjamin Moon con T-T vs 9-9 e raggiunge Marco in stack: si va al final table a 6 con Bognanni, Hallay e Mitchell in netto vantaggio sui loro avversari.
Dopo il busto di Kamel Mokhammad per mano di Mitchell è ancora Bognanni a vestire i panni del boia, condannando Benjamin Underwood al 5° posto. K J vs 10 9 su J K K Q 6 e Marco ritorna a prendersi un po’ di chip dopo una piccola discesa nelle prime orbite del final table. Con l’eliminazione di Francois Evard si arriva alla fase 3-handed, nella quale succede davvero di tutto.
In 3 per un braccialetto
Ci sono un americano, un francese e un italiano ma non siamo in una barzelletta. Anzi, si fa fin troppo sul serio perché in palio c’è il braccialetto di campione della prima edizione del DeepStack da 800$ alle WSOP. Mitchell parte in leggero vantaggio, ma Bognanni sembra averne di più e comincia a martellare.
La sfida tra Bognanni e Hallay
A farne le spese è Axel Hallay che in diverse circostanze si trova a scontrarsi con MagicBox, senza rinunciare a qualche bluff. Tuttavia Marco è sul pezzo e risponde colpo su colpo, come in questo frangente:
Apre Hallay a 1.6 milioni da BTN con Qx 7x, chiama Bognanni da BB con Qx 7x. Su 8 5 2 Bognanni check- calla la bet di Hallay a 3 milioni. Su turn 9 si va check to check. Al river casca un K e Bognanni checka ancora, mentre l’avversario preparara la seconda cannonata: 6 milioni al centro per un pot da oltre 16 milioni. Marco ci pensa su e annuncia l’all-in. Hallay folda e “Magic Box si porta in testa a 54 milioni staccando Mitchell di 10M e relegando Hallay in una posizione scomodissima.
Hallay tuttavia non demorde e infila tre double-up uno dopo l’altro. Il terzo lo riporta in carreggiata e lo vede scontrarsi nuovamente col nostro portacolori. Limp di Bognanni da SB, isolation a 3M di Hallay e 3-bet di Bognanni a 16.9M, sufficienti a coprire lo stack avversario. Purtroppo per Marco, Hallay si trova con la miglior starting hand del gioco: A A vs A 10x su 4 J 3 4 K e il pot va al francese.
L’epilogo per Hallay arriva qualche mano dopo contro Mitchell. L’americano apre da BTN a 2M, Bognanni passa da SB e Hallay 3-bet shova da BB trovando lo snap call dell’americano. Allo showdown: A K vs A J e Hallay saluta tutti al terzo posto per 134.817$.
L’heads-up tra Bognanni e Mitchell
L’eliminazione di Hallay porta Roberto Mitchell a quota 72.500.000 contro i 39.900.000 di Marco Bognanni, che cerca una rimonta iridata pur partendo da underdog. Per circa una ventina di mani i due si studiano, ma la sensazione è che da un momento all’altro possa arrivare il colpo di scena.
La mano decisiva
Bognanni riesce con calma e pazienza a recuperare del terreno prezioso sul suo avversario, raggiungendo i 53 milioni di gettoni a T1.200.000. E’ guerra vera tra i due senza esclusione di colpi ma allo showdown decisivo Magic Box si trova a giocare al 20%…
Apre Marco a 3M da BTN, Mitchell 3-betta a 10M e Marco 4-bet shova per i suoi 53 milioni totali e Mitchell snap calla. Allo showdown:
Robert Mitchell: A A
Marco Bognanni: 3 3
Mitchell si sgola gridando “Hoooold!” ed effettivamente i suoi Assi “holdano”: J 9 9 5 2 sul board e il braccialetto è suo. Marco Bognanni può comunque essere soddisfatto per un fantastico runner-up da 183.742$.
Certo, vincere il braccialetto avrebbe avuto tutto un altro sapore ma mettersi arrivare così in fondo al cospetto di un field oceanico da 2.808 iscritti non è roba da tutti giorni. VGG Magic Box!
Photo Credits: Pokernews