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Joseph Cheong dopo il successo al Double Stack: È solo un giorno di lavoro come un altro!
“Another day at the office” direbbero oltremanica.
Dopo la vittoria nel Double Stack da 1.000$, che ha visto protagonista il nostro Andrea Buonocore capace di chiudere 4° su 6.214 iscritti, Joseph Cheong utilizza una frase molto simile per esprimere il medesimo concetto.
Laddove tutti vedono un’impresa straordinaria, Joseph cela un pragmatismo teutonico che lo porta a considerare il suo secondo braccialetto in carriera come una naturale conseguenza del lavoro quotidiano:
“Gioco a poker da così tanto tempo che questo non è altro che un giorno di lavoro come altri.”
Il FT Main Event: quando ancora era un perfetto sconosciuto
Gli appassionati delle due carte ricorderanno bene il suo nome: era il 2010 e Joseph Cheong sedeva al final table del Main Event delle World Series Of Poker assieme al nostro Filippo Candio.
Il motivo è molto semplice: la mano tra Candio e Cheong, quella in cui il nostro Pippo centra una clamorosa scala runner-runner è semplicemente quella più vista nella storia del poker. (QUI l’intervista a Pippo Candio della scorsa estate nella quale ripercorre l’altalena di emozioni che l’ha visto protagonista)
In quegli anni le sue vincite lorde non superavano gli 80mila dollari ed è proprio grazie a quel terzo posto al main event, valso la bellezza di 4.130.049$ che la sua carriera da professionista ebbe una svolta.
Joseph Cheong, il grinder operaio
Cheong è un grinder atipico considerata l’età e le skill: ha sempre tenuto un basso profilo senza mai cadere nella tentazione di strafare.
Nel periodo boom degli High Roller, che ha visto l’ascesa di giocatori come Fedor Holz, Justin Bonomo e compagnia cantante, Cheong ha preferito rimanerne al di fuori seguendo il suo percorso fatto di eventi dal buy-in contenuto.
I tornei da 500$, 1.000$, 2.000$ e 5.000$ sono il suo pane quotidiano, tavolta qualche strappo alla regola con un 10K, magari proprio alle WSOP, ma nulla di eclatante.
Scorrendo le sue statistiche su Hendonmob scorgiamo ben pochi high roller, giocati principalmente negli anni successivi all’exploit delle WSOP, tra i quali spicca il One Drop del 2015 da 111.111$. D’altronde, ogni grinder che si rispetti ha tentato almeno uno shot nella vita, bankroll permettendo, e non è da escludere che in queste sue sporadiche apparizioni a eventi dal buy-in a 4 o 5 zeri abbia venduto parte dell’action.
Una presenza fissa nella Top50 della All-Time money list
Dal 2010 a oggi Cheong può vantare una costanza di risultati che farebbe invidia a chiunque.
Soltanto nel 2011 (anno successivo al 3° posto al Main) e nel 2017 non è riuscito a superare la soglia del 600mila dollari, mentre in quattro occasioni (2010 compreso) il suo bilancio annuale ha superato il milione di dollari, cifra che presumibilmente verrà passata anche in questo 2019 avendo già incassato 993mila bigliettoni con un mese di WSOP ancora da affrontare.
Al momento, grazie ai 13.973.955$ lordi occupa la 40° posizione della All-Time Money list di tutti i tempi ed è tra i pochissimi finalisti e/o vincitori del Main Event ad aver macinato la gran parte delle sue vincite in altri tornei. Giusto per fare un esempio, lo svedese Martin Jacobson (34° nel ranking mondiale) può vantare 16.873.348$ di cui 10 milioni provenienti dalla vittoria al Main 2014.
Lo stesso dicasi per Ryan Riess, che lo precede in 39° piazza o Jonathan Duhamel (28°): nel primo caso ben 8.361.570$ sono frutto del successo al Main 2013 su 14.522.496$ totali, nel secondo parliamo di 8.944.310$ su 18.012.109$. Insomma, il singolo shot ha inciso per meno del 30% nei suoi guadagni lordi, a testimonianza del fatto che Joseph Cheong non si trova lì per caso.
Una macchina da guerra
Se pensate che la citazione in cima al pezzo sia soltanto una frase ad effetto per catturare l’attenzione vi sbagliate di grosso. Chiunque, dopo aver vinto un braccialetto e un primo premio da 687.782$ avrebbe pensato a tutto fuorché sedersi nuovamente al tavolo da gioco.
Chiunque tranne Joseph Cheong per l’appunto, che nell’intervista a caldo rilasciata ai colleghi di Pokernews non ha nascosto l’intenzione di tornare subito all’opera: “Come festeggerò? Sto andando a iscrivermi immediatamente al Bounty. Ok, magari una sosta in bagno e una birretta prima di cominciare.”
Photo Credits: Pokernews