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il 23 Lug 2019

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Il racconto di Claudio Di Giacomo dopo il secondo posto al Main Event WPT di Rozvadov

Il racconto di Claudio Di Giacomo dopo il secondo posto al Main Event WPT di Rozvadov

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Semplicemente una garanzia.

Claudio Di Giacomo non finisce di stupirci, o forse non ci sorprende nemmeno più vista la costanza con cui ottiene ottimi risultati, e centra uno splendido runner-up al WPT DeepStack da 1.500€ in quel di Rozvadov.

Ieri pomeriggio vi abbiamo annunciato la sua presenza al final table con tanto di link per lo streaming, quest’oggi invece ci troviamo qui a celebrare l’ennesima deep-run del giocatore brianzolo.

Il poker per passione

Claudio non è un professionista, sebbene ultimamente abbia dedicato parecchio tempo al poker, ma un imprenditore edile che da quando i suoi figli sono subentrati nell’azienda ha semplicemente tanto tempo in più da dedicare al gioco:

Non posso più giocare a calcetto come facevo un tempo e nel fine settimana sono quasi sempre libero…Lo faccio per divertimento ho dedicato anche un po’ di studio alla teoria anni fa, ma ho approfondito l’aspetto teorico fino a un certo punto perché qui è la pratica che prevale.”

L’exploit a Rozvadov, in un lunedì qualsiasi di luglio, avviene quasi per caso:

Ho deciso tutto all’ultimo momento. Tramite un conoscente italiano, mercoledì mi sono informato per la camera e sono andato. Las Vegas? Nemmeno quella era in programma, perché se fai una vincita sei obbligato a pagare il 45% di tasse sul lordo, senza tirare fuori le spese di trasferta e iscrizione, ma avevo vinto il ticket all’ultimo e sono andato. Lì ho fatto due ITM su quattro, uno al 1.500$ ITM un altro al 600$ del Venetian.

L’avventura a Rozvadov

Claudio è arrivato in tempo per il Day1A, ma nel primo flight la fortuna non gli ha sorriso:

Ho fatto anche il Day1A, perché sono arrivato quel giorno ma non è andato bene. Il giorno dopo mi sono iscritto al Day1 B e sapete tutti come è andata. Al Day2 ero messo bene, sempre in top 10. Sono stato sfortunato in due circostanze, nella prima ho perso Assi contro Otto con l’avversario che setta al flop, ma in questo gioco quando perdi questi colpi con quelli che hanno poco stack va tutto bene, il problema è quando gli incroci capitano col chipleader e lì non puoi farci nulla.

Dopo questa mano riesco a risalire, aspetto che scoppi la bolla e a 18 left perdo un altro colpo da sopra: uno pusha A-7 con 20x dietro, io chiamo con A-J e lui prende il 7. Ero un po’ a credito di fortuna diciamo…Al final table infatti sono partito da short e ho radoppiato in una mano piuttosto rocambolesca con A-Q, dove un giocatore apre con J-J e io con 15x decido di andare all-in ma subito dopo di me un terzo chiama con A-K…

Inutile dirvi che sul board arriverà una bellissima Dama a far triple-uppare Claudio, spianandogli la strada per un final table in tutta tranquillità:

Il ceco era strachipleader, aveva tra il 60 e il 70 percento delle chip in gioco. Quando siamo rimasti in 3 ho visto che il ceco e il tedesco si scornavano tra di loro e li ho lasciati fare. Alla fine lui è uscito terzo e io mi sono giocato l’HU contro il tedesco partendo in svantaggio di tre a uno.

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Il testa a testa e l’errore in grafica

Il suo avversario, il tedesco Marc Goschel, gioca da una decina d’anni ma non ha mai ottenuto un risultato di prestigio. Il suo vantaggio iniziale aumenta fino a una situazione di 4 a 1, poi…

Poi gli ho preso le misure” prosegue Di Giacomo “fino all’ultima mano…Ho sentito diversi commenti sul fatto che mi sia tuffato all’ultima mano, ma chi conosce il giochino sa che non è così e che quell’azione dovevo farla.

Il riferimento ovviamente è alla mano finale, dove Claudio si trova con second pair e doppio incastro ad andare all-in dopo aver puntato al turn e aver ricevuto il rilancio dall’avversario. Ecco la mano nel dettaglio:

                                    Lo spot che ha condannato Di Giacomo all’eliminazione.

Il vero rimpianto ce l’ho in un’altra mano, dove chiamo con flush contro il mio avversario che ha chiuso full: analizzando l’azione avrei dovuto passare dopo la bet o limitarmi al check-call.

Tornando alla mano finale invece, al turn decido di bettare per giocarmeli tutti. Nel momento in cui betto 350K ho 1,7M circa dietro e nel giro di 4/5 minuti cambia il livello e va a 60/120K, compreso il BB ante in heads-up.

Specifico che nel video la grafica continuava a segnare un milione di chip in più rispetto a quello che effettivamente avevo in gioco…Ad ogni modo il fold non lo prendo in considerazione, chiamare per vedere il river e rimanere con 10 big blind non ha senso quindi decido di mettere resto.

Inoltre c’erano sia due Picche che due Cuori a terra e il suo rilancio poteva esser stato fatto anche con un draw a colore, poi ho il 7 che blockera quindi non gli faccio una scala, quanto al massimo una doppia contro cui gioco con una discreta equity. Insomma, o raddoppio qui o esco. Certo che se avessi saputo la sua mano non avrei giocato così!

Un primo che non arriva più…

Dando un rapido sguardo al suo score su Hendonmob, Claudio negli ultimi anni ha migliorato sensibilmente il suo score live pur non arrivando mai a vincere per davvero un torneo. Eppure in passato qualche “uno” lo avevamo intravisto:

Negli ultimi due anni e mezzo mi sono dedicato di più allo studio. Primo ero più spregiudicato, magari per quello arrivavo primo. E’ un gioco che mi piace, ci tengo alla competizione nonostante la fortuna abbia un ruolo importante nell’economia globale. 

Come ho imparato a giocare? Tutto fai da te e pratica. Forse ho il piccolo dono di intuire i personaggi dal lato psicologico, quando bluffano…A volte sbaglio certo, però questo aspetto mi da sicuramente una mano. A dirla tutta ho imparato molto dagli stranieri, senza nulla togliere agli italiani. Soprattutto i tedeschi, per me sono il top!

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