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Una mano per spiegare l’importanza dell’aggressione in semibluff
Nel poker ci sono due modi per vincere le chip agli avversari: avere la mano migliore o farli passare con la mano peggiore.
In fondo è un gioco semplice con tanti termini sofisticati che, per carità, aiutano nella comprensione chi mastica poker dalla mattina alla sera, ma possono sembrare un linguaggio astruso per chi, invece, gioca in modo ricreazionale.
Quest’oggi andremo a parlare dell’importanza di aggredire i piatti in semi-bluff, ovvero quando non abbiamo una mano fatta ma possediamo buone odds (probabilità) di migliorarla. Esatto, rilanciare con “quattro-quinti di qualcosa“.
Al tavolo cash
L’esempio che vi presentiamo è molto banale. Ci troviamo a un tavolo cash con 200 big blind, apriamo il gioco a 3BB con A 4 e troviamo tre call: BTN, SB e BB.
Il flop K 3 8 ci regala un progetto a colore nut, dopo tre check BTN punta 2/3 pot, foldano i blind e la parola torna a noi.
Potremmo limitarci a chiamare i 9 BB e sperare di prendere la nostra carta, in fondo sia una Picca che un Asso potrebbero darci la mano migliore. Oppure potremmo pensare di rilanciare, nel tentativo di rappresentare più forza e provare a vincere il pot subito. Nel caso in cui venissimo chiamati c’è sempre la possibilità di chiudere il progetto, il che potrebbe portarci a vincere più chip del previsto.
Decidiamo quindi di rilanciare a circa 30 BB, mettendo il nostro avversario di fronte a una scelta complessa. Nel nostro range percepito infatti non ci sono soltanto i flush draw ma anche qualche mano forte come Top Pair Top Kicker (abbiamo aperto noi da late e gli Assi forti sono tutti nel nostro range), potremmo in qualche raro caso aver settato una mano come 8-8 o 3-3. Certo, ci sono anche alcuni bluff, ma la texture non è così insidiosa e il nostro range si polarizza su una mano forte, un draw o aria totale.
Che vantaggi ci sono nel giocare in semi-bluff?
La domanda più ovvia da farsi è proprio questa. Perché investire più soldi in un piatto quando possiamo semplicemente fare call?
Ovviamente non dobbiamo giocare in aggressione qualsiasi progetto ci capiti tra le mani. Ci sono però situazioni, come quella descritta sopra, dove lo stack ci consente ampio spazio di manovra e un’azione più aggressiva potrebbe portare buoni risultati nel lungo periodo.
Nello specifico il discorso non si deve fermare alle odds (probabilità) che abbiamo di centrare il colore, ma deve tener conto delle implied odds (la probabilità di vincere più soldi nel caso in cui si chiudesse il progetto) e della folding equity (la probabilità che il nostro avversario passi la sua mano).
Se è vero che investire 9 per un piatto da 21 risulta essere sicuramente conveniente, avendo un’equity (probabilità di migliorare la mano) attorno al 38% tra turn e river, è altresì corretto saper aggredire contro i giocatori giusti nelle situazioni propizie.
Rilanciando 30 e ricevendo un call il piatto diventerebbe da 72 BB. Le volte in cui chiuderemo il nut, o comunque una mano migliore del nostro avversario, potremmo vincere tante chip in più rispetto a quante ne avremmo vinto limitandoci a chiamare.
In altre circostante ci troveremo di fronte a un fold, il che non ci dispiace affatto visto che ci aspettiamo di vincere questa mano circa 4 volte su dieci, ovvero in meno del 60% dei casi.
Se sommiamo quindi le volte in cui il nostro avversario passerà a quelle in cui la nostra mano migliorerà tra turn e river, comprendiamo meglio il motivo per cui vale la pena aggredire in semi-bluff.
Non dimentichiamo che nella maggior parte dei casi non cascherà nessuna carta che migliorerà sensibilmente la forza della nostra starting hand e la buona legge dello “sporche, maledette e subito” non fa eccezione in questo caso.
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