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il 19 Set 2019

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Chris Moorman e i suoi inizi nel poker da studente universitario

Chris Moorman e i suoi inizi nel poker da studente universitario

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Chris Moorman e il poker sono un binomio inscindibile. Impressionanti, pazzeschi e quasi leggendari i risultati raggiunti dal player britannico in questi anni. E’ il Re del poker online e anche dal vivo si sa difendere come pochi. Insomma anche fra 100 anni il nome di Chris Moorman continuerà a far parlare di se. Fosse solo per la quantità di triple crown messe a segno.

Se i risultati sono sotto gli occhi di tutti, in pochi sanno come è iniziato l’amore di Chris Moorman verso il poker. I suoi primi passi, il suo studio delle regole e del gioco, l’applicazione della tanto amata matematica al poker e la doppia vita: studente part time e players a tempo pieno. Insomma una serie di aneddoti sconosciuti a quasi tutti, ma che vale la pena di leggere.

Università…del poker

Chris Moorman, oltre che studente modello di matematica, coltivava un passione smisurata per il biliardo. In molti lo indicavano come un possibile futuro campione, per la sua innata bravura con la stecca. A 20 anni però conosce e si innamora del poker. “Ero all’università e sul bacheca degli avvisi studenteschi vedo la locandina che pubblicizza un torneo di poker freeroll nei dormitori. Avevo già sentito parlare del texas hold’em, ma non avevo mai giocato. Non conoscevo una singola regola e figuriamoci se avevo mai aperto un conto online per giocare su qualche room“.

Quello avviso però ha destato qualcosa in me. Così con i miei amici sono andato in camera, abbiamo scaricato il regolamento del gioco e me lo sono studiato, in vista del freeroll della serata successiva. In fondo era gratis e dunque perfetto per iniziare. Il torneo non ebbe per me un grande esito e nemmeno i primi risultati online. Dopo quel freeroll infatti, avevo aperto un conto su una rooms giocando a micro-limiti, ma non riuscivo a vincere“.

La svolta

Passano le settimane e i risultati continuano ad essere delle chimere per Chris Moorman. Una persona “normale” forse al suo posto avrebbe mollato tutto. Lui no. L’inglese si differenzia dagli altri, perché è avido di sapere e vuol primeggiare in tutto quello che fa. Studia, si aggiorna e poi un bel giorno shippa online la qualificazione per uno dei primi eventi live che si giocano sul suolo britannico.

Sono rimasto indeciso se incassare il pacchetto e ingrandire il mio bankroll, oppure mettermi alla prova dal vivo. In un vero torneo live, faccia a faccia e gomito a gomito con altri giocatori. Alla fine ho optato per la seconda scelta e credo che sia stata giusta. Ho fatto un piccolo “ITM” in quell’evento, ma ho compreso sopratutto che il poker poteva essere molto più di un semplice hobby“. 

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Da studente a giocatore full time

Quell’esperienza dal vivo fa scattare la scintilla definitiva fra il poker  e Chris Moorman. Il britannico è ormai preso da questo gioco e si cala alla perfezione nella parte. La mattina cerca di frequentare i corsi dell’università, mentre nelle restanti ore della giornata grinda senza sosta e ottenendo risultati immediati. Le vittorie si sommano una dopo l’altra, il suo bankroll ingrossa, il suo stile di vita cambia e quello che sembrava un semplice passatempo, si trasforma nella più grande attività redditizia della sua vita.

E’ stato tutto così veloce e rapido, che ancora adesso faccio fatica a capire come sia successa una scalata del genere. Grindavo e vincevo, dormivo, seguivo qualche corso, pochissimo tempo per studiare, ma soprattutto un conto bancario che si allargava giorno dopo giorno. Insomma per non destare sospetti e preoccupazioni, ai miei genitori ho raccontato una bugia. Dicevo che il pomeriggio lavoravo in un supermercato. Non volevo che sapessero della mia doppia vita“.

L’ammissione e una carriera senza uguali

Ma come si dice in gergo, le bugie hanno le gambe corte e così ben presto Chris Moorman è costretto a rivelare la verità ai suoi genitori. “In un anno ho guadagnato cifre che un lavoratore normale avrebbe messo assieme forse in 10 anni. Ho saldato i debiti scolastici che ogni studente contrae quando va all’università, ma soprattutto non stavo più dando esami in facoltà. Dunque dovevo dire la verità ai miei genitori”

“La reazione di mio padre fu contrastante. Prima mi impose un tempo massimo di sei mesi per proseguire il mio rapporto con il poker e poi riprendere a tempo pieno gli studi. Ma una volta che ha visto i risultati e i soldi vinti, mi ha detto di andare avanti. Anzi, si è iscritto pure lui online e si è messo a giocare. Mia madre invece è rimasta più scettica e distaccata dalla mia scelta. Adesso però sono entrambi contenti di quello che ho raggiunto”. 

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