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il 16 Ott 2019

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Come è nato e cresciuto il poker

Come è nato e cresciuto il poker

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Il fatto che vi troviate qua davanti a leggere un articolo che parla di poker sembrerà una cosa banalissima, ma non lo è affatto.

E’ una rarità non da poco se si pensa a cosa è stato il poker nel corso della storia e com’è stato visto dalla società.

Quest’oggi parleremo del poker delle origini, di quello che per questioni anagrafiche possiamo solamente ritrovare nei racconti dei racconti, menzionato qua e là nella letteratura dell’epoca.

Un racconto reso possibile grazie alla bellissima clip in rotazione su Pokergo.com, disponibile ahimé solo per gli abbonati.

Il poque all’epoque

Siamo a New Orleans, la città dove si dice sia nato il Jazz, a sud della Lousiana.

E’ lì che comincia (o finisce)  il Mississippi, o meglio non proprio da lì ma un poco più a sud.

Ma per chi è di New Orleans, sia esso africano, europeo o americano, il Mississipi è il fulcro economico della città, specialmente agli inizi dell’Ottocento.

E’ da lì che transitano genti e merci, è sulle sue sponde che arriva la novità e infatti il poker, proprio come il jazz, è una commistione di generi, pardon, giochi.

Quali? Un gioco francese chiamato Poque, risalente al XV secolo, che si giocava con cinque carte e il Brag, che introduce l’elemento del bluff.

Non solo, perché prima di arrivare a un qualcosa di simile al gioco del poker, arrivano le influenze della sua versione tedesca del Poque francese, il Pochen (dal nome della famiglia da cui si era diffuso) e il Bouillotte, un gioco con mazzo a venti carte simile al moderno Short Deck.

Il poker agli inizi dell’Ottocento

Il poker degli origini veniva giocato con sole venti carte, elemento preso dal sopra citato Bouillotte, ed era ovviamente meno complesso di quel che conosciamo oggi.

I punti possibili erano quattro: coppia, tris, full house e poker. Scale e colori non esistevano ancora, almeno in quegli anni, ma in alcuni casinò moderni questa forma “mozza” di poker si può ancora trovare.

La prima menzione letteraria di una mano di poker vede un bel Quads VS Quads: quattro Kappa contro quattro Assi, che secondo quanto riportato vengono lentamente contati uno dopo l’altro in faccia all’avversario.

La prima bad beat è coincisa col primo slowroll della storia insomma…

Te la do io la GTO

La Game Theory Optimal è la strategia migliore per vincere a poker.

Ai primi dell’Ottocento la GTO esisteva già, con la differenza che le leve da muovere per ottenere un profitto economico non erano strettamente correlate con il calcolo delle probabilità.

Non sicuramente con quello di uscita delle carte, magari con altre probabilità, come quella che qualcuno al tavolo possa avere una pistola o robe del genere…

Sì perché la GTO di quei tempi prevedeva un tacito accordo col barista, che si premurava di segnare le carte in modo che soltanto il suo complice potesse riconoscerle.

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Dove accadeva tutto ciò? Principalmente nei barconi che transitavano sul Mississippi. E’ lì che nasce il poker, senza una dimora fissa ma sempre in movimento.

Cosa accade là dentro? Qualsiasi cosa, o meglio, quel che di norma è legge sulla terraferma non è detto lo sia sulla barca.

Il gioco d’azzardo per chi viaggia era praticamente un must e chi viaggiava in quegli anni era principalmente per affari.

Il che, nella maggior parte dei casi significava portarsi un bel po’ di contanti appresso dal momento che le carte di credito ancora non circolavano come ai giorni nostri.

Quale miglior posto per ripulire le tasche dei facoltosi uomini d’affari se non una bella partitina a poker, rigorosamente truccata, all’interno di una barca dove a vincere è sempre la legge del più forte (o più furbo)?

L’importante però è che il trucco non venisse scoperto, pena il finire a gambe all’aria nel fiume: proprio qui starebbe l’etimo della parola ‘river’!

 

Professional poker cheater

Guadagnarsi da vivere col poker, in quegli anni, significava essere un baro.

Imbrogliare, più che bluffare, è sempre stata la componente chiave per avere successo nel gioco e poter dire di fare il “gambler professionista”.

Di metodi ne sono stati studiati un’infinità, sta di fatto che la figura del giocatore e quella dell’impostore erano strettamente connesse nell’immaginario comune.

Non è quindi un mistero che si faccia tanta fatica oggigiorno per ripulire l’immagine del poker pro da quello che è stato il suo passato.

Oggi fortunatamente ci sono tutti gli strumenti e le condizioni per affermare che il poker sportivo sia un gioco di abilità, ma sarebbe ipocrita non ricordare che in fondo è da qui che nasce tutto, nel bene e nel male.

Il poker è sempre stato un ottimo modo per mettere assieme persone completamente agli antipodi e sui barconi del Mississipi accadeva esattamente lo stesso.

Commercianti, militari, viaggiatori, artigiani, disperati, furfanti, persone di alto rango… Di lì a poco il poker avrebbe dato il la alla economia moderna e solo più di un secolo dopo sarebbe diventato materia di corsi universitari, ma questa è decisamente un’altra storia!

 

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Photo Credits: screenshot tratto dal documentario disponibile su Pokergo.com

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