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Quanti giocatori sarebbero ancora vincenti se si conoscessero le perdite effettive nei tornei live?
Nient’altro che una provocazione quella lanciata da Charlie Carrel via Facebook.
Eppure è una questione che in tanti si sono posti: possibile che non esista ancora un sito che possa tenere traccia dei profitti o delle perdite dei singoli giocatori, un po’ come accade online con Sharkscope?
Lo spunto per questo articolo viene proprio da quanto letto nei commenti al post di Carrel…
Il post di Charlie Carrel
“Credete che ci sia mercato per un sito che raccolga le vincite nette (profitto maturato invece che incassi lordi) dei giocatori di tornei di poker live?
Sarei curioso di vederli questi risultati. Non dico di aver pensato di tirarne su uno, ma spero che lo faccia qualcun altro 🙂”
Dall’alto dei suoi 9.5 milioni di dollari incassati e un ROI davvero spaventoso – secondo alcuni commenti comparsi in post precedenti potrebbe aggirarsi attorno al 100%, anche se il dato lascia il tempo che trova non essendo rapportato ad alcun buy-in specifico e riferendosi quindi a un dato medio che purtroppo non possiamo verificare – Carrel decide di sondare un po’ il terreno.
Tutti d’accordo sul rendere pubblici i dati, a patto che qualcuno si prenda la briga di investirci qualcosa?
Assolutamente no, almeno per quanto si intuisce dalle reazioni sotto il post del campioncino britannico. Scopriamo perché…
Dati pubblici: la fine del poker?
Secondo alcuni rendere pubbliche le vincite nette overall – per il singolo torneo il calcolo è molto facile, basta sottrarre l’importo/gli importi del/dei buy-in pagati – sarebbe una botta terribile per il poker live.
Uno degli utenti interpellato sulla questione, prova ad argomentare la sua risposta:
“A chi interessa davvero chi sta vincendo o meno e cosa importa? John Hesp è sopra di milioni, una volta che si sa quanto ha vinto andreste a etichettarlo come uno che “crusha” il livello?
Se sei un professionista non hai bisogno di sapere quanto sta sopra o sotto qualcuno perché sarai in grado di capire che tipo di giocatore hai di fronte da altri parametri, senza guardare i suoi dati.
La maggior parte delle persone che giocano a poker sono dei perdenti. Giocano per divertimento e si dilettano nel provare il brivido dell’azzardo, giocano solo per piacere e non per soldi. Se hanno intenzione di spendere un tot di soldi a settimana nel rispetto della privacy offerta dal casinò, non sarebbero certo contenti di veder sbandierate le loro perdite in giro per la rete.
Insomma, vale davvero la pena di irritare la maggior parte dei giocatori per massaggiare l’ego di quei pochi che drenano soldi dall’ecosistema pokeristico? Credo che se venisse creato un sito del genere sarebbe la fine del poker.”
Eppure su Sharkscope…
In realtà quanto suggerito da Charlie Carrel accade già da un decennio abbondante nel poker online. Su Sharkscope non solo è possibile vedere i risultati netti di ogni giocatore, ma si possono analizzare tantissimi altri fattori in modo estremamente approfondito.
Per quanto concerne la facoltà di scegliere se divulgare o meno i dati, ogni giocatore può decidere se effettuare o meno l’OPT-in, ovvero acconsentire alla pubblicazione dei propri risultati, il che risolverebbe innanzitutto il problema relativo alla privacy.
Riguardo invece la paventata “morte” del poker live ci pare invece un filo eccessivo profetizzare una sorta di countdown nel momento in cui questi dati potessero essere raccolti e divulgati attraverso un sito internet specifico.
Sicuramente le gerarchie della All-Time Money List verrebbero stravolte e tanti “falsi” fenomeni verrebbero subito messi alla berlina, il che non farebbe certo piacere ai diretti interessati, ma da qui a dire che sarebbe la fine di tutto ci pare un po’ azzardato.
Certo, quella dell’ego dei giocatori è probabilmente una delle leve più delicate da muovere ed è lecito sollevare delle perplessità a riguardo, ma se così fosse il poker online sarebbe sparito da un pezzo e invece è vivo e vegeto, anche se non come negli anni d’oro a cavallo tra la fine del primo e il secondo decennio del nuovo secolo.
Che dire poi delle quote? Pur avendo a disposizione i risultati precisi di ogni singolo giocatore, chi sa effettivamente quale percentuale della propria action è stata venduta e quale invece è stata comprata da altri giocatori?
La questione è sicuramente di grande interesse e perciò vi rilanciamo la palla: pensate che pubblicare le vincite nette possa essere deleterio per il movimento pokeristico o si tratta di un passo necessario che per troppo tempo è stato rimandato a data destinarsi?