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il 4 Dic 2019

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Rick Salomon non rivedrà i milioni vinti a uno sceicco arabo in una partita privata

Rick Salomon non rivedrà i milioni vinti a uno sceicco arabo in una partita privata

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Può darsi che l’americano Rick Salomon abbia davvero vinto 40 milioni di dollari nel 2014 grazie al poker, dopo tutto.

La clamorosa cifra filtrata dalle dichiarazioni di Pamela Anderson del 2015 è stata derisa da molti, ma le ultime notizie che arrivano da un tribunale francese ci fanno pensare che Salomon abbia sul serio vinto belle somme in partite private di poker in passato.

In particolare ecco la notizia che sta facendo il giro del web in queste ore e che non rende onore al mondo del poker, a dirla tutta: Salomon dice di volere indietro 2,8 milioni di dollari concessi in prestito a un principe dell’Arabia Saudita qualche anno fa in Francia.

Il giudice però non gli dà ragione. La motivazione ci lascia davvero perplessi… Facciamo un po’ d’ordine e cerchiamo di ricostruire il tutto. Partiamo dall’inizio…

Una partita milionaria in Francia

Secondo quanto riferito dal Times e altre autorevoli fonti, Salomon avrebbe partecipato a una partita molto costosa nel 2014 al Tiara Miramar Beach, un hotel appena fuori Cannes. Siamo a Theoule sur Mer, per la precisione, sulla magnifica Costa Azzurra.

Uno dei partecipanti della partita era Raad Al-Khereiji, un emiro arabo che è stato in grado di spendere 34 milioni di dollari all’Aria di Las Vegas nel corso di ventinove mesi, secondo i registri giudiziari. Uno con un discreto bankroll, insomma.

Secondo il racconto di Salomon, Al-Khereiji in Francia avrebbe accumulato una perdita enorme nel corso di una maratona di cash game durata circa 48 ore. La durata della sessione è un dettaglio importante, poi capirete il perché.

Comunque sia, il perdente Al-Khereeiji si sarebbe fatto prestare 2,8 milioni di dollari da Salomon, promettendo che il proprio avvocato dagli Stati Uniti si sarebbe fatto vivo in seguito per saldare la somma.

 

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Invocata una legge del 1804

Secondo Al-Khereiji, la partita high-stakes non si sarebbe nemmeno mai giocata. O meglio, si sarebbe giocata una partita solo per divertimento, senza nulla in palio. Difficile trovare qualcuno che ci creda…

Fatto sta che l’avvocato di Al-Khereiji dagli USA ha dunque informato Salomon che non avrebbe ricevuto alcuna somma. Salomon si è rivolto perciò al sistema giudiziario francese, con scarsa fortuna presso l’Alta Corte di Grasse.

Entrando nel tecnico, i dettagli del caso ci sembrano davvero irreali. L’avvocato di Salomon, infatti, ha ripescato una legge del 1804 in cui si afferma che i debiti di gioco possono essere fatti valere solo per “giochi che coinvolgono armi, corse di cavalli o di bighe, tennis e altri giochi del genere che coinvolgono abilità fisica ed esercizio fisico“. Poiché la sessione cash è durata 48 ore, secondo l’avvocato il requisito sarebbe soddisfatto, a causa della resistenza e dell’energia necessaria per una partita simile…

Il giudice contro Salomon

Lunedì sera il giudice ha emesso un verdetto sfavorevole a Salomon. Era prevedibile. L’avvocato di Al-Khereiji, tale Paul-Albert Iweins, gongola e spiega: “Anche supponendo che ci fosse un tale debito, non si può perseguire qualcuno in Francia per un debito di gioco“.

L’avvocato di Salomon ha ammesso di aver avuto un caso difficile e di non essere stato in grado di stabilire in modo convincente che il requisito di abilità fisica fosse stato soddisfatto. Ora probabilmente Salomon si arrenderà, anche se c’è ancora la possibilità di fare ricorso.

Qual è la morale della favola? Nelle partite private contano soprattutto le strette di mano e l’etica dei giocatori. Se qualcuno non accetta di pagare, recuperare le vincite può essere difficilissimo. Chiedere a Salomon per conferma.

 

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