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il 4 Dic 2019

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Cosa significa giocare faceuppati?

Cosa significa giocare faceuppati?

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Chi tra gli appassionati del Texas Hold’em non ha sentito (o utilizzato) almeno una volta nella vita questa espressione?

Essere “face-up” o, per estensione, giocare “faceuppati”  è qualcosa che si verifica puntualmente al tavolo da gioco, a prescindere dal livello al quale si sta giocando.

E’ un po’ l’equivalente dell’italiano “avercelo scritto in faccia” e nel poker non sicuramente tra le qualità necessarie per vincere.

Sebbene il senso sia più o meno chiaro a tutti, l’applicazione che se ne fa può variare da contesto a contesto.

Cerchiamo di capire in che modo…

Giù la maschera

Ricordate lo spot che ha visto protagonista Phil Ivey di un fold clamoroso preflop con coppia di Jack al WSOPE 250K Super High Roller? (CLICCA QUI per ripercorrere l’action)

Alcune settimane fa abbiamo proposto il quesito a diversi noti regular italiani (QUI lo speciale PUNTI DI VISTA MTT), la maggior parte dei quali ha dato ragione a King Phil per una semplicissima ragione: il range dello SB è “face-up”.

Nello specifico infatti, specie in un torneo dal buy-in così elevato e in fase 15 left, sono davvero pochissime le mani che possono permettersi di cold-callare da SB con 17x dietro dopo open di UTG1 e shove di short stack.

E infatti il giocatore in questione aveva proprio due bei mostri in mano.

Varie ed eventuali

In questo caso lo sbuffo di Filippo Candio prima di annunciare l’all-in con Coppia d’Assi al final table del Main Event WSOPE dovrebbe fare scuola.

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L’esempio che vi abbiamo riportato sopra riguarda una situazione limite, dove a prescindere da qualsiasi tell fisico o history malsana al tavolo, la dinamica di gioco e la portata dell’evento suggeriscono portano nella medesima direzione.

Nel poker, specialmente live, è possibile “faceupparsi” in mille e una maniera, motivo per cui l’arte del saper leggere i tell avversari continua a essere tra gli argomenti più gettonati sia tra gli amatori che tra i professionisti.

Ricordati gli anni in cui Daniel Negreanu era in grado di azzeccare addirittura le combo esatte dei suoi avversari? Ecco, per il suo livello di abilità in quel preciso momento storico gli “altri” giocavano face-up al suo confronto.

Ciò non significa che fossero necessariamente dei pessimi giocatori, semplicemente le sue skill pokeristiche gli consentivano di leggere con precisione la mano e le intenzioni avversarie.

Insomma, essere “face-up” non è qualcosa di oggettivo – a meno che non si girino letteralmente le carte sul tavolo e le si mettano “face up”, con la faccia in su – ma ci si “faceuppa” sempre nei confronti di qualcuno che è in grado di cogliere la nostra (presunta) debolezza, sia essa proveniente da una lacuna tecnica che da un tell fisico.

E ora godetevi una delle clip più gustose degli ultimi anni, con le top 5 read di Daniel Negreanu nel suo periodo d’oro. Alla faccia dell’essere face-up, qui DNegs ha la sfera di cristallo:

 

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