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Guida al Poker – Le prime regole da seguire al tavolo
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Abbiamo già parlato degli “errori da non fare” quando iniziamo la nostra avventura ai tavoli da poker, ma prima di entrare più nel dettaglio delle varie nozioni e strategie, può essere altrettanto utile dare uno sguardo generale a quelle che dovranno essere poi le “basi” da approfondire al meglio.
Lasciamo da parte ovviamente le regole di base (mi sembra scontato che se iniziamo a giocare a poker almeno le regole del gioco dovremo già conoscerle, giusto?), e vediamo su cosa fin dall’inizio dovremo cominciare a porre particolare attenzione durante il gioco.
Giocare in maniera “ABC”
Quando cominciamo a giocare poker, saremo certamente invogliati a emulare magari i grandi colpi che abbiamo visto fare a questo o quel campione. Spesse volte verrà quasi naturale anche inventarsi giocate fantasiose per il puro gusto di divertirsi. Il che va benissimo, ma resta il fatto che il nostro obiettivo dovrebbe restare quello di vincere al tavolo, per cui soprattutto finchè non avremo a disposizione strumenti ben definiti, meglio affrontare il gioco in quello che si definisce “ABC” del poker.
Scelte il più semplici possibili, giocare poche mani selezionate, entrare in gioco in maniera quasi sempre aggressiva, non inventarsi niente di particolare (su di noi e sui nostri avversari). Il poker è un gioco dove niente è quel che sembra, ma abbiamo già detto come invece nei livelli più bassi di gioco, la regola che funziona meglio è quella del “Rasoio di Occam“: quasi sempre l’ipotesi più probabile è anche la migliore.
Le mani di partenza
Ne parleremo (meglio e più a lungo) in seguito, ma non ripeteremo mai abbastanza quanto sia importante specialmente all’inizio entrare in gioco con un “range” (un ventaglio) di mani quanto più ristretto possibile. C’è una tabella specifica (la “Tabella di Sklansky“) che indica in maniera molto precisa i gruppi di carte che conviene giocare di più (anche su questo approfondiremo) e il motivo è molto semplice: probabilità di vittoria.
Diventa quindi fondamentale non solo sapere con quali gruppi di mani conviene aprire il gioco, ma anche quale probabilità ha di vincere una determinata mano rispetto ad un’altra. Questo non solo per scegliere appunto quando giocare, ma anche come vedremo poi, in che modo affrontare le puntate e l’avversario calcolando al meglio le nostre possibilità di vittoria ogni volta.
In generale comunque, vi basti pensare che in una strategia “ABC” a livelli bassi, il consiglio di molti ottimi professionisti è quello di non giocare più del 20% di mani disponibili (cominciate quindi ad armarvi di tanta pazienza), a seconda naturalmente anche della “Posizione” al tavolo.
La posizione al tavolo
E veniamo così anche all’altro punto fondamentale da valutare durante le nostre prime esperienze di gioco (a dire il vero questo è un punto centrale per qualsiasi strategia a qualunque livello), la posizione al tavolo durante la mano.
Come sapete, nel poker sportivo abbiamo il piccolo e il grande buio, che girano ogni mano in senso orario e stabiliscono ogni volta il diverso ordine di parlata durante il gioco. Anche di questo parleremo in articolo a parte, ma intanto è importante sapere che proprio da quell’ordine dipende moltissimo della possibilità di vittoria della mano in corso, a prescindere dalle carte che possiamo avere in mano.
Questo perchè “parlare” per ultimo durante un colpo, è un vantaggio enorme in termine di informazioni sul gioco. Oltre ad avere le informazioni utili in termini di probabilità statistica sulla mano in corso, in quel caso avremo infatti anche la conoscenza rispetto all’azione fatta dal nostro o dai nostri avversari, potendo determinare di fatto la strategia migliore da adottare rispetto a tutti gli altri. Parlare per ultimi quindi è fondamentale, e dovrebbe essere una delle prime condizioni da notare e sfruttare durante il gioco.
Osservare gli avversari
Quando si comincia a giocare a poker è perfettamente naturale pensare quasi unicamente alle proprie carte e al proprio gioco. E’quello che viene definito “Livello 1” nella scala di pensiero del poker (che vanno da zero a sei).
Salire su questa scala è uno degli obiettivi primari per migliorare il nostro gioco, e pur dandoci il giusto tempo per imparare, fin dalle nostre prime prove di gioco è già importante cominciare a osservare meglio i nostri avversari per valutare quello che è il passo successivo del “Livello 2“: pensiamo a cosa abbiamo in mano noi e cosa ha in mano il nostro avversario.
Poniamo attenzione sulla posizione da cui partono i nostri avversari, da quante volte sono entrati in gioco, dal tipo della loro azione, dalla quantità della puntata. Cerchiamo di capire con quale ventaglio di mani potrebbero aver giocato, e togliamo ipotesi man mano che acquisiamo altre informazioni. E se stiamo giocando dal vivo cominciamo anche a osservare il loro comportamento al tavolo. Forse all’inizio non trarremo molto vantaggio da queste informazioni non sapendo bene come usarle, ma sarà molto utile in seguito avere questo tipo di approccio.
La gestione delle proprie chips
Un’altra delle cose a cui dovremo pian piano dare sempre più importanza, è la gestione delle nostre chips. Non solo ovviamente in termini di non sprecarle durante il gioco (torniamo alla scelta delle mani iniziali e anche al non giocare troppi piatti in maniera passiva), ma anche e soprattutto nell’essere sempre consci del rapporto tra bui e stack (l’ammontare delle nostre chips).
Questa informazione ci dice (e ci dirà) molto su come agire in determinate situazioni durante il gioco, e viene normalmente definito come numero di bui disponibili. Se per esempio stiamo giocando a un livello di bui di 100/200 e abbiamo uno stack pari a 10.000, si dirà che abbiamo a disposizione 50 bui per giocare.
Ci servirà per capire quanto vale la pena puntare e come agire in certe situazioni. Va da sè che se abbiamo a disposizione 5 bui, le nostre scelte sono ridotte al classico “push or fold” (o le mettiamo tutte o passiamo la mano). Mentre se ne abbiamo 100 dovremo invece ragionare su come affrontare i vari rilanci (in base anche alle chips del nostro avversario su cui dovremo fare le stesse considerazioni).
Troppo difficile? Troppe informazioni da gestire? Troppe regole matematiche? “That’s Poker”. E non preoccupatevi, perchè man mano che andremo ad approfondire tutti questi argomenti, le cose diventeranno meno problematiche di quanto possono sembrare ora.