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Guida al poker – L’importanza della posizione
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Dopo aver dato un primo sguardo agli errori più comuni dei principianti e a quelle che sono invece le prime regole generali da seguire per chi si approccia al poker giocato, dobbiamo in qualche modo cominciare a pensare al gioco vero e proprio, a quando si cominciano ad avere le carte in mano e si è pronti all’azione.
Gli approfondimenti da fare in questo caso sono tanti, ma prima ancora che le carte vengano distribuite, c’è un concetto che dobbiamo fare nostro in maniera molto naturale: quello della “posizione” al tavolo, che sarà poi essenziale quando andremo a valutare il valore atteso delle varie mani iniziali (per capire quali sono le più profittevoli da giocare).
La composizione del tavolo nel poker sportivo
Che si stia giocando dal vivo o in qualche tavolo online, qualunque sia la modalità di gioco scelta (Cash, Torneo o Sit’n Go), il poker si compone di alcuni elementi fondamentali con cui dobbiamo subito imparare ad avere confidenza. In particolare quello delle varie posizioni di gioco, che hanno anche nomenclature ben definite proprio per l’importanza che ricoprono poi nello studio e nelle strategie.
Si parte dalla posizione principale che è quella del “mazziere“, da dove vengono servite le carte, che nel poker però identifichiamo come “Dealer” o “Bottone” (visto che generalmente è caratterizzato proprio da un grosso bottone messo davanti al posto.
Alla sua sinistra troviamo invece le due posizioni dove siamo subito obbligati a mettere chips secondo il livello di gioco: il “piccolo buio” (spesso segnato come SB, “Small Blind”) e il “grande buio” (chiamato semplicemente BB come “Big Blind”).
Da queste tre posizioni fisse in ogni mano di poker, partono poi varie nomenclature per il resto del tavolo, a seconda anche del numero di giocatori presenti (abbiamo tavoli da sei giocatori, ma anche fino a dieci per volta). Ma in generale quello che ci interessa è che ci saranno sempre almeno tre are di gioco: la “early positions” (i due bui più le posizioni subito a sinistra, anche identificate con il nome di “Under the gun”, in maniera piuttosto evocativa su quanto possano essere pericolose nel gioco), la “Middle positions” e la “late positions” (con specificatamente le posizioni immediatamente a destra del “Dealer” chiamate rispettivamente “Cutoff” e “Hijack“, importanti da memorizzare perchè come vedremo in seguito sono particolarmente vantaggiose).
Il giro di puntate
Le posizioni di gioco sono ovviamente fondamentali proprio perchè da esse dipende il turno di puntata dopo la distribuzione delle carte. E come abbiamo sottolineato diverse volte, parlare per ultimi è particolarmente vantaggioso nel poker, perchè avremo a disposizione più informazioni degli avversari e potremo stabilire noi la migliore strategia di gioco per la mano.
Dopo aver distribuito le carte infatti, il primo a dover parlare sarà quello che abbiamo chiamato “Under The Gun“, il primo da “Early position“. Così chiamato proprio per sottolineare quanto dover aprire il gioco per primi sia una sorta di pistola puntata alla testa visto che l’unica informazione che abbiamo sono le nostre carte e quello che abbiamo osservato degli avversari nelle mani precedenti.
In senso orario parleranno poi tutti gli altri fino al “Big Blind” che chiuderà la prima azione (salvo poi vari rilanci che riaprono per chi è ancora in gioco), per cui man mano ci saranno sempre più informazioni utili da gestire: sapremo chi ovviamente non è entrato in gioco, avremo sempre meno giocatori a parlare dopo di noi (che possono appunto rilanciare e riaprire il gioco), sapremo chi ha aperto e con che importo di puntata (utile spesso per attribuire già un ventaglio di possibili mani all’avversario).
In questa azione del “Pre-Flop”, gli ultimi a parlare sono proprio il piccolo e il grande buio, ma la loro posizione non è la più vantaggiosa in assoluto, perchè allo scendere del flop diventeranno invece loro i primi a dover effettuare azione (lo small blind per primo e poi il big blind nel caso). Capiamo subito quindi, come la posizione migliore in assoluto per avere il massimo vantaggio sia prima che dopo il flop, sia quella del “Bottone“.
La posizione assoluta e quella relativa
Quelle che abbiamo indicato fino ad ora sono le “posizioni assolute” del gioco, ovvero quelle che indichiamo in riferimento al “mazziere” che sta distribuendo le carte prima ancora che inizi una vera azione di gioco.
Ma visto che molto difficilmente avremo una mano con tutti i partecipanti al tavolo in gioco, dobbiamo porre attenzione anche alla nostra “posizione relativa”, ovvero quella che invece prende riferimento dal giocatore che ha aperto il gioco (si chiama “OR” o “IR” derivante da “original raiser” o “initial raiser”, ovvero chi ha rilanciato aprendo il gioco nel preflop).
Senza entrare in dettagli tecnici e strategici che affronteremo in seguito, basti sapere (e cominciare a valutare) che dovremo considerare fin da subito anche la posizione che avremo dopo il flop rispetto agli altri avversari in gioco, ma anche quella che potremmo avere se qualcuno dopo di noi rilanciasse. Per esempio se siamo in una delle posizioni “middle” e chiamiamo un OR che aveva aperto il gioco da “early”, malgrado non partissimo da una posizione vantaggiosa, dopo il flop saremo invece sempre gli ultimi a parlare contro quell’avversario.
Ancora diverso il discorso quando per esempio eravamo in una posizione assoluta di vantaggio, ma poi un rilancio dopo di noi ha aperto il gioco e ci troviamo invece in una posizione relativa di svantaggio dovendo parlare in mezzo ad altri giocatori pronti a puntare. Insomma in tutti e due i casi dobbiamo porre attenzione sia alla nostra posizione in funzione del dealer, sia a quella riferita a chi ha aperto il gioco e agli altri possibili partecipanti alla mano.
Come la posizione influenza le nostre scelte
La posizione di gioco influenza praticamente tutte le possibili strategie di gioco ed è a volte più importante delle carte stesse che andremo a giocare (proprio perchè parlando per ultimi ci mette comunque in condizione di vantaggio).
Ogni posizione di gioco ha uno specifico “valore atteso” (concetto matematico che ritroveremo spesso nel poker e che in linea di massima indica quanto in media vinceremo, o perderemo, in un azione ripetuta sul lungo periodo) che ne indica quanto appunto è profittevole o meno. Specialmente per chi si avvicina al gioco, è abbastanza fondamentale farne fin da subito un cardine della nostra strategia.
Anche perchè ci viene in aiuto in maniera molto pratica per selezionare le nostre mani di partenza (e smussare quindi parte degli errori comuni che fanno molti principianti), tanto che uno dei più noti teorici del poker mondiali, ci ha costruito sopra una tabella con tutte le specifiche necessarie per avere immediatamente un quadro molto preciso su come e soprattutto cosa giocare a seconda proprio della posizione al tavolo.
La Tabella in questione è quella di “Sklansky” e ne parleremo approfonditamente nel prossimo articolo della guida, perchè potrebbe (e dovrebbe) diventare una vera e propria “bibbia” per chi vuole migliorare immediatamente il proprio gioco.