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Strategia

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il 1 Mar 2020

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Guida al Poker – Comprendere il gioco dei nostri avversari

Guida al Poker – Comprendere il gioco dei nostri avversari

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Non ci stancheremo mai di sottolineare come il poker sia un gioco di informazioni incomplete in cui riuscire a comprendere almeno qualche dato in più rispetto al nostro avversario è l’unica cosa che conta. Perchè di fatto, oltre ad avere la mano migliore (cosa purtroppo non sempre possibile), c’è un altro modo per non perdere la mano: sapere con più precisione possibile le carte che ha in mano l’altro contendente.

Paradossalmente anche senza conoscere le nostre carte, se sapessimo sempre quelle degli altri non perderemmo comunque mai. Questo solo per dire quanto possa essere importante conoscere bene e osservare gli altri giocatori durante una partita di poker, quasi come appunto aver compreso al meglio i dati certi che possiamo controllare (quelli che abbiamo analizzato fino ad ora quali il valore della mano di partenza, la nostra posizione al tavolo e le scelte di gioco migliori).

Comprendere gli stili di gioco dei nostri avversari

Abbiamo già parlato di quali sono sostanzialmente le quattro macro categorie di stili di gioco dei giocatori di poker, a seconda del numero di mani giocate e del loro modo di puntare: Tight-Aggressive (gioca poche mani ma puntando forte e rilanciando spesso); Tight-Passive (gioca poche mani e usa maggiormente Check e Call); Loose-Aggressive (gioca molte mani, punta e rilancia spesso); Loose-Passive (gioca tante mani ma spesso con Check e Call).

Riuscire a capire nel più breve tempo possibile a quale tipologia di giocate appartiene il nostro avversario, è quindi la prima informazione utile a cui dovremo ambire per ottenere un buon vantaggio strategico, adattando il nostro gioco di conseguenza.

  • Vs Tight-Aggressive: contro un giocatore del genere, tendenzialmente dovremo restringere molto il nostro “range” (ventaglio) di scelta, limitandoci a giocare solo mani di valore top senza inventarci niente di particolare.
  • Vs Tight-Passive: contro questo tipo di giocatori invece, possiamo utilizzare strategie diverse. Sfruttando la sua poca propensione a puntare e rilanciare, possiamo seguire comodamente i nostri progetti sapendo di prendere molte chips quando li chiuderemo (perchè avrà quasi sempre una mano forte). Ma possiamo anche cercare di alzare la nostra percentuale di “Bluff” visto che spesso non sono molto inclini a restare in gioco quando gli altri mostrano ancora più forza (e quando non hanno ottenuto un aiuto concreto dalle carte sul tavolo). Sono anche i giocatori migliori da avere alla propria sinistra dell’azione, sia perchè lasciano molti bui sulla strada (possiamo qua rilanciare più spesso anche con carte marginali), sia perchè sapremo bene che quando entrano in azione avranno generalmente una mano molto forte.
  • Vs Loose-Aggressive: questi giocatori, viceversa, sono quelli più fastidiosi da avere alla nostra sinistra, perchè rischiamo sempre che rilancino in maniera sconsiderata su qualunque nostra azione e sono particolarmente difficili da inquadrare come “range” di possibili mani pechè possono avere quasi tutto in mano. E’ ovviamente il loro punto di forza maggiore, che dovremo contrastare con un controllo maggiore del piatto quando non siamo molto sicuri del nostro punto. Sono però anche soggetti che potremo facilmente intrappolare quando abbiamo un punto fortissimo, perchè continueranno a puntare a prescindere ingrossando loro stessi il piatto (specie se vedono una nostra presunta debolezza).
  • Vs Loose-Passive: il pro di un avversario del genere è che possiamo tranquillamente puntare molto forte quando avremo un buon punto in mano e farci pagare profumatamente. Il contro è che magari ogni tanto ci seguiranno con carte strampalate e riusciranno a chiudere qualche punto maggiore del nostro. Ma non disperiamo, alla lunga sono i giocatori migliori da affrontare (e quasi sempre sono i più perdenti).

Ovviamente più riusciamo a comprendere e affinare le informazioni sull’avversario più sapremo quanto è spostato nello spettro dettagliato di queste quattro categorie. E soprattutto quindi, sapremo quanto ampio potrebbe essere il suo “range” di mani con cui ha iniziato il gioco (questo concetto di “range” deve veramente entrare bene in mente perchè è la cosa fondamentale di questo gioco).

Livelli di pensiero

Avevamo già sfiorato questo concetto, ma merita un capitolo a parte. Una delle informazioni importanti che dovremo considerare è infatti quella che riguarda il “livello di pensiero” dei nostri avversari.

Facciamo quindi un passo indietro: che cosa sono i livelli di pensiero? In pratica si tratta molto semplicemente di valutare a quale ragionamento si sta facendo riferimento durante una mano. Ad aiutarci in questa categorizzazione, ci ha pensato ancora una volta il buon Skalnsky che ha stilato una graduatoria di Sei Livelli di Pensiero a cui fare riferimento:

  • Livello 0: non so assolutamente nulla del Poker
  • Livello 1: il nostro pensiero fondamentale è cosa abbiamo in mano
  • Livello 2: pensiamo a cosa abbiamo in mano noi e cosa ha in mano il nostro avversario
  • Livello 3: pensiamo a cosa stiamo rappresentando e cosa il nostro avversario possa aver capito
  • Livello 4: riflettiamo anche sul cosa il nostro avversario pensa che noi abbiamo capito della sua giocata
  • Livello 5: cosa il nostro avversario ha capito che io penso e come sta cercando di utilizzare queste informazioni contro di noi?

Il nostro obiettivo ovviamente è pian piano quello di salire di livello riuscendo ad analizzare tutti i possibili aspetti del gioco, ma in questo caso la cosa su cui vogliamo soffermarci è diversa: è necessario capire a che livello sta ragionando il nostro avversario e giocare in base a quello.

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Quando iniziamo a giocare a poker infatti, molto difficilmente ci troveremo di fronte avversari fortissimi che ragionano a livelli di pensiero elevati. Diventa quindi non solo inutile, ma anche in qualche modo dannoso basare la nostra strategia su giocate che molto probabilmente non verranno capite, o utilizzare ragionamenti troppo complessi sulle giocate avversarie.

Torniamo ai primi articoli di questa guida e al Rasoio di Occam: la soluzione più semplice è quasi sempre la migliore.

I Tell di gioco e i Betting Pattern

Quando parliamo di “Tell“, intendiamo tutti quei dettagli e quelle informazioni che il nostro avversario lascia trapelare più o meno involontariamente e che possono essere altrettanto utili per darci un’idea sul valore della sua mano (o piuttosto, per restringere il suo possibile “range” di mani).

Quando giochiamo a poker dal vivo, ci sono davvero infiniti dettagli che possiamo analizzare sul comportamento dei nostri avversari. Ne parleremo magari più avanti nel particolare, ma riguardano ovviamente tutti quei movimenti involontari del corpo che derivano dallo stato d’animo durante la mano e che quindi sono significativi anche della forza della stessa (dal tremolio alla mano, a come prendono in mano le chips per puntare). Ma è necessaria davvero tanta esperienza per cogliergli al meglio.

Nel piccolo di chi sta iniziando a giocare a poker, anche nel mondo dell’online, possiamo comunque avere qualche indicazione utile da alcuni fattori, in particolare dal “timing” di puntata:

  • Azione immediata – Quando il nostro avversario chiama un’apertura in maniera immediata o fa subito check, generalmente è segnale che non ha una mano fortissima o che sta probabilmente inseguendo un progetto.
  • Azione lenta – Posto che in alcuni casi l’azione lenta potrebbe essere sintomo di più tavoli in gioco, generalmente quando un giocatore si prende molto tempo per puntare è perchè sta decidendo una strategia particolare o un importo preciso di chips. Segno quindi che ha voglia di entrare in gioco e che potrebbe avere una buona mano.

Nel gioco online è chiaramente più difficile prendere questo tipo di informazioni sulla persona, ed è per questo che dovremo imparare ancora di più a porre attenzione su quelli che sono i “Betting Pattern” dei nostri avversari. Ovvero analizzare le azioni che compiono i giocatori durante il loro turno di puntata, se sono soliti puntare mezzo piatto o un terzo (e in quei casi, cosa poi mostrano alla fine), se rilanciano il doppio o un po’ di più e anche in quel caso come finiscono poi quelle mani per cercare di capire se c’è uno schema più preciso (magari qualche giocatore è portato a rilanciare di più quando ha una mano forte e di meno quando è più debole, ad esempio).

Insomma ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che qualunque informazione, schema, dettaglio che riusciamo ad avere sui nostri avversari, potrebbe fare la differenza tra il vincere e perdere.

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