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Strategia

Scritto da:

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il 4 Ago 2010

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Il dilemma di Gigabet

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I giocatori professionisti che amano approfondire gli aspetti tecnici e matematici dell’approccio a sit e tornei sono sempre alla ricerca di qualche idea e tecnica che possa dar loro un minimo vantaggio sugli avversari permettendo loro di vincere soldi su internet e nei tornei live, recentemente un utente del famoso forum 2+2, il giocatore professionista “Gigabet” ha avanzato una nuova teoria che ha acceso la discussione tecnica.

Questa teoria che prende appunto il nome dal giocatore che la ha proposta si basa sulla tesi che il nostro stack è da valutare in gruppo con gli stack degli altri avversari al tavolo e che il nostro obiettivo deve essere principalmente quello di spostare stack da un gruppo all’altro.

L’enunciato è stato formulato nel seguente modo: ” Prendere volutamente delle decisioni a EV negativo con l’obiettivo, nel caso l’azzardo funzioni, di avere un vantaggio profondo nelle fasi successive del torneo in relazione alla situazione degli stack al tavolo, vantaggio che supera il valore delle chips perse“.

In apparenza questo enunciato potrebbe sembrare un ottima scusa per giustificare delle chiamate sbagliate, ma invece è un’idea che ha un certo senso. L’idea naturalmente non si applica assolutamente alle fasi finali dei tornei e dei sit nelle quali bisogna attenersi allla matematica e fare azioni a EV positivo, ma nelle prime fasi e nelle fasi intermedie dei sit per esempio potreste agevolmente prendere delle decisioni a Ev negativo e non avere la partita compromessa.

Prendiamo per esempio un 6-Max in cui la situazione è la seguente e voi siete il player con lo stack maggiore:

Player 1 – 1500

Player 2 – 1500

Player 3 – 2200

Player 4 – 1500

Player 5 – 1500

Player 6 – 800

Il giocatore più corto potrebbe facilmente essere portato a spingere con un range di mani più ampio e in questo caso potreste valutare attentamente la possibilità di isolarlo anche con una mano media in quanto il vantaggio aggiuntivo che quelle 800 chips vi potrebbero dare nel sit è maggiore dello svantaggio dato dal ritornare praticamente in media restando ancora in piena corsa per la vittoria.

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Inoltre i giocatori che vi seguono vi chiameranno solo con mani molto forti e questo succede raramente, quindi avete possibilità molto alte di andare a giocarvela in heads-up con lo short, nel caso tutto vada per il meglio il vantaggio di chips vi permetterà di approfittare maggiormente della successiva bolla e vi darà un vantaggio psicologico sugli altri players.

La seconda parte della strategia di Gigabet prevede di prendere delle decisioni che portino il tavolo ad avere una configurazione con gli short alla vostra sinistra e i deep alla vostra destra prendiamo questo esempio di un torneo deepstack in cui noi abbiamo lo stack più importante del tavolo(per comodità riduco il tavolo a soli 6 giocatori, ma il discorso non cambia nel caso del full ring):

Player 1 – 6,000

Player 2 – 8,000

Player 3 – 10,000

Player 4 – 6,000

Player 5 – 4,000

Player 6 – 2,000

La nostra posizione è sicuramente vantaggiosa in quanto gli avversari alla nostra sinistra sono tutti più short di voi, l’idea di Gigabet è quella che nel caso riceva un raise dalla sua destra può permettersi in questi casi di fare il call anche con mani davvero scadenti tipo J-4 solamente per togliere la possibilità ai giocatori alla sua sinistra di prendere le chips dell’original raiser. Inoltre anche nel caso questo genere di chiamate lo porti a perdere delle mani considera di aver sempre ottenuto il vantaggio di aver mostrato un gioco loose, vantaggio che poi potrà sfruttare nel caso di un raise o di un call effettuato con una vera mano.

La sua teoria di gestione dei flussi di chips al tavolo è davvero di difficile attuazione perché anche se effettivamente si può avere un netto vantaggio riuscendo a creare una situazione del genere al tavolo risulta davvero complicato per un giocatore controllare questi flussi e soprattutto non tutti possono avere le abilità tecniche per permettersi di regalare chips con mani marginali sapendo poi di poterle riprendere indietro.

Nei forum in rete la discussione sulla validità di questa teoria si è subito infiammata e in molti non concordano con quanto ideato dal player Gigabet.

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