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Colore al flop: buono o meno? Matusow vs Johnson, WSOP 2009
La soddisfazione di floppare un colore risulta sempre particolarmente gradita. Risulta un po’ meno piacevole, però, quando un avversario spinge fortissimo in quella circostanza, se non abbiamo il nuts.
Un po’ quello che è capitato a Mike Matusow nelle fasi iniziali del Main Event WSOP 2009. “The Mouth” è stato chiamato ad una scelta molto complessa, nonostante al flop fosse fortissimo.
Una mano da “nit”?
Siamo alle primissime fasi del Main Event WSOP 2009. I bui sono 150-300, e gli stack in gioco si aggirano tutti attorno alle 20.000 chips.
Un giocatore amatoriale (tale “Todd Johnson”, di cui non si hanno particolari informazioni) limpa da early position con A J. Da middle Matusow chiama con Q J, e altri tre giocatori vedono il flop, per un piatto 5-way.
Flop: 6 3 9
Dopo il check dei bui, Johnson punta 700. Dietro di lui Matusow, con colore fatto, alza la posta a 2.200. Foldano tutti e la parola torna a Johnson, che va subito all-in per 16.300. Matusow ha uno stack, come dicevamo, di 20.000 complessivi.
“O raddoppio su Matusow, o mi faccio eliminare da Matusow”, dice serenamente l’avversario.
Matusow si contorce nei pensieri, brontolando nel suo stile (“ti pareva che il più tight del tavolo mi facesse allin così?”) e riflettendo a voce alta sul da farsi.
Dopo qualche minuto, mostra la sua mano e folda. Johnson mostra l’A.
La domanda è ovvia: come trovate la condotta di Matusow? Ci sta il fold in quel momento del torneo? O è una condotta troppo da “Nit”?