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L’arte della thin value-bet in una mano tra Tom Marchese e Freddy Deeb
Sapere di dover estrarre ogni singola chips estraibile nella contingenza della situazione particolare è una delle principale linee di demarcazione tra amatori e professionisti di poker.
Macinando migliaia di mani e calibrando ogni azione sul lungo periodo, infatti, chi fa del poker il proprio lavoro sa che ogni chips lasciata nel singolo spot deve essere proiettata in un orizzonte temporale molto più lungo, e dunque che può portare a perdite anche ingenti.
Proprio per questo nel poker esiste una azione che permette di estrarre del valore anche con le mani che hanno un valore di showdown leggero: vediamo meglio come funziona la thin value-bet in una mano che ha visto confrontarsi Tom Marchese e il leggendario Freddy Deeb al Tavolo Finale del Main Event PartyPoker Live Millions giocato al casinò Aria a luglio 2019.
La mano
Il torneo da 10.300$ di buy-in è a sei left. Su blinds 70k-140k con bbante, Deeb apre 300.000 da utg, Marchese chiama da grande buio.
Flop 765, doppio check.
Turn J, Marchese lead 285.000, Deeb chiama.
River 6, Marchese bet 160.000, Deeb call-mucka.
“La prossima volta rilancio a un milione così ti passa la voglia di chiamare con Dieci-Sette – esclama Deeb.
“Beh, è che la prossima mano salgono i bui! – gli risponde Marchese con un sorriso prima che i giocatori si alzino dal tavolo per andare in pausa.
Ecco la grafica riassuntiva di tutta la action mano.
Analisi
Preflop l’apertura di Deeb primo a parlare in 6-handed è standard, così come il call di Marchese da grande buio per un giocatore che crede di avere edge postflop, con quella profondità di stack e l’ulteriore investimento del big blind ante già sostenuto.
Al flop Deeb trova la bottom pair e checka dietro probabilmente già con il piano di chiamare le bet avversarie nelle strade seguenti, come poi effettivamente fa.
Al river sarebbe stata interessante la decisione del due volte braccialettato su una size più corposa di Marchese, che dal canto suo piazza una thin value-bet perfetta per la situazione.
Davanti a un raise, difatti, il giocatore americano è con ogni probabilità pronto a foldare all’istante, ma con questa piccola puntata in rapporto alla entità del piatto Marchese è convinto che siano di più le mani che lo pagheranno da peggio di quelle che lo faranno da meglio.
A giudicare da questa singola mano, la scelta di minimizzare la fold equity è stata azzeccata: probabilmente davanti a una puntata più corposa Marchese avrebbe stracciato la sua coppia di Cinque, che ne pensate?