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Phil Galfond indaga sul caso Mike Postle: come capirà se il presunto baro vedeva le carte degli avversari
Continua a far discutere il caso Postle, il giocatore accusato di poter vedere le carte degli avversari durante le sessioni allo Stones Gambling Hall Casinò in cui vinceva mani ai confini della realtà.
Stante le difficoltà nel raccogliere prove valide in Tribunale sul coinvolgimento del Casinò nella eventuale truffa, nelle scorse settimane 62 degli 88 querelanti hanno raggiunto un accordo extragiudiziale con la casa da gioco. In cambio di 40 mila dollari, vale a dire circa 645$ pro capite, l’azione legale contro lo Stones Gambling Hall finisce qui.
L’accordo ha portato il tournament director del Casinò, Justin Kuraitis, accusato di essere il complice di Postle, a togliersi più di un sassolino dalle scarpe. Ma il sarcasmo che trapelava dalle sue parole, e dalle note stampa del Casinò, non è piaciuto a molti.
C’è chi, come Doug Polk, si è fermato alle parole:
“1) Tu e Postle siete innocenti agli occhi della legge perchè il sistema legale non è adatto a determinare se stavate truffando o no.
2) I debiti di gioco sono molto difficili da provare.
3) Smetti di insultare la comunità pokeristica con questo nonsense”
C’è invece chi ha deciso di passare direttamente ai fatti, come Phil Galfond.
Phil Galfond investigatore
Lo specialista High-Stakes, che tra qualche giorno affronterà Chance Kornuth per un’altra sfida del suo challenge, ha infatti scritto su Twitter che indagherà sulla vicenda dopo aver letto quanto dichiarato dal tournament director e dal casinò.
“Sono un tipo piuttosto occupato, probabilmente non avrei mai più pensato al caso Postle ma il TD e il casinò hanno risposto a una vittoria ‘legale’ facendo del sarcasmo sulle vittime.
Se ci fate avere tutte le hand history su PokerTracker o su un foglio elettronico, stilerò io stesso un report dettagliato con le prove (o sulla loro mancanza”.
Le statistiche di Postle che esaminerà Galfond
Mentre aspettava di capire se qualcuno potesse fargli avere le hand history di Mike Postle, Phil Galfond ha iniziato a ‘cinguettare’ sui dati a suo avviso più sensibili per la vicenda:
“Sembra che tutti si stiano concentrando sul winrate, che aiuta ma non è il modo migliore per provare l’innocenza o la colpevolezza.
Quale era il tasso di successo dei suoi bluff al river?
Quanto spesso piazzava una grande puntata o un raise contro il nuts (o quasi)?
Quanto spesso sceglieva linee aggressive per un chop?
Confronta queste statistiche, e una dozzina di altre a cui posso pensare, con la media, e [se Postle] poteva vedere le carte emergerà una grande differenza che non potrà essere negata.
Mi rendo conto che avere tutte le mani trascritte non è un compito semplice ma sono sicuro che ce la possiamo fare organizzandoci”
Dopo aver ricevuto diverse adesioni al progetto, Galfond ha raffinato le statistiche che prenderà in esame per capire se Mike Postle davvero vedeva le carte degli avversari.
Questa torbida vicenda si arricchisce di un altro, inaspettato, capitolo: se volete sapere le conclusioni del report di Phil Galfond restate sintonizzati su queste pagine!