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PCA Super High Roller 2018: Negreanu e la sua esperienza
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Nel poker, la specialità del bluff – per riuscire correttamente – si deve combinare con altri fattori, come ad esempio momento della partita, pressione applicata all’avversario, veridicità della storia raccontata o range percepiti e rappresentati.
Ed è in base a quest’ultimo elemento che dobbiamo ragionare quando analizziamo la mano condotta da Daniel Negreanu contro l’argentino Ivan Luca, al Super High Roller da $100.000 disputato in occasione delle PCA alle Bahamas.
Un board favorevole?
Siamo nel gennaio 2018, a 15 players left di un torneo da $100.000, con i premi ancora lontani (andranno a premio infatti i primi sette).
I bui sono 6.000/12.000 e l’argentino Ivan Luca, con uno stack di circa 2 milioni, apre a 30.000 con 9 9.
Dietro di lui Daniel Negreanu, il cui stack è di 1,8 milioni, fa call con 2 2.
Flop per due: 5 3 6
Luca punta 28.000, Negreanu ci pensa su per poi rilanciare a 95.000 . Luca fa call.
Turn: 3
Doppio check.
River: 8
Luca fa check, Negreanu overbetta a 400.000. L’argentino folda istantaneamente.
Gli spunti di discussione, qui, vertono sul range rappresentato da Negreanu.
Con che mani chiama preflop e rilancia su quel flop? Possiamo dire che stesse rappresentando qualcosa come 55/66 e il board (che al turn si è raddoppiato) gli abbia dato una grossa mano? Oppure rappresenta una overpair? Magari 10-10 o J-J che hanno solo chiamato preflop?
E della condotta di Ivan Luca, che dite? Poteva trovare il call? Avrebbe dovuto giocare diversamente qualche street?