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GTO e frequenze, una breve lezione di Simone Speranza
La teoria del gioco ottimale, o GTO (acronimo di game theory optimal) negli ultimi anni si è fatta largo nel poker come approccio agli antipodi del gioco exploitativo.
A differenza di quest’ultimo, in cui le azioni sono ponderate sulle specifiche tendenze degli avversari, la GTO propugna uno stile bilanciato che rende il gioco di chi la applica di difficile lettura. Ecco una infarinatura di GTO nella morra cinese.
Con l’aiuto di Simone Speranza, tra i più apprezzati specialisti mtt di Italia e head coach della In The Zone Academy, approfondiamo meglio il ruolo delle frequenze nella GTO.
Prima di iniziare Simone chiarisce: “Questi concetti sono molto teorici e soprattutto nel field italiano non è necessario applicarli. Però conoscerli è fondamentale perché anche nel field italiano vanno applicate altre cose cui si arriva solo se alla base si conosce questo approccio teorico.”
Cosa sono le frequenze nella GTO
“Nella GTO le frequenze indicano quanto spesso vogliamo fare una determinata azione – spiega Simone – Più una azione è ad alta frequenza, più spesso la faremo. Il concetto di base è che nel poker ogni scelta ha un valore atteso, o EV. Come scelta di base si parte dal fold, che ha EV zero. Se un’altra scelta è positiva si fa una comparazione di EV. Spesso, però, ci sono delle scelte che hanno EV simile, ad esempio una tribet preflop con un flat, o un check postflop rispetto a una bet: in questi casi bisogna ragionare in termini di frequenze e di bilanciamento.”
Come detto il bilanciamento è una pietra miliare dell’impianto teorico della GTO:
“Ad esempio se in un flop vogliamo gestire tutto il nostro range solamente puntando, senza contemplare il check, noi punteremo sempre perchè la nostra strategia è impostata in questo modo. Ma se, quando affrontiamo una bet, una parte di mani del nostro range ha un EV palesemente più alto chiamando, mentre un’altra parte ha EV palesemente più alto raisando, veniamo ad avere due range distinti, quello di call e quello di raise. Entrambi possono essere bilanciati a livello teorico.”
Da qui si dipanano i rami dell’albero decisionale della GTO di cui vedete una rappresentazione grafica in alto, nella immagine sotto al titolo.
Frequenze e bilanciamento
“Ipotizziamo di affrontare una bet da big blind, noi difendiamo contro il giocatore su cutoff che prosegue su flop J-J-3. Abbiamo diverse mani che hanno un EV più alto se chiamate, tipo KQ / AT / A9, e mani che invece hanno un EV più alto se raisate come AJ / KJ / 33: questi due range vogliono bilanciamento, significa che quando chiamiamo a volte dobbiamo avere i jack e quando raisiamo possiamo avere anche del bluff”.
Per capire meglio come funziona il bilanciamento in rapporto alle frequenze prendiamo a esempio questo spot, in cui hero decide di difendere il big blind dopo l’apertura del giocatore da cutoff, con due diversi flop: nel primo il dealer ha steso J-J-3, nel secondo 8-8-6. Entrambi hanno due carte dello stesso seme quindi un potenziale flush draw.
“Sono due flop pairati che il giocatore in posizione betterà small quasi sempre con tutto il suo range, ma sono dei pairati completamente diversi. Nel primo chi è in posizione ha tutti i tris del mondo perchè apre mani come Q-J, K-J, J-T, J-9; ma anche il giocatore su grande buio ha tanti jack nel suo range di difesa. Su 8-8-6 invece sarà il giocatore su big blind ad avere molti più tris del cutoff.”
Frequenze di raise su flop J-J-3
“Come detto, su flop J-J-3, il numero di tris in range sarà simile tra cutoff e big blind, quindi hero non vorrà rilanciare una mano come J-4s perchè l’avversario potrebbe avere tantissimi tris più forti del suo. Per questo formerà un range di check-call anche coi jack. I flush draw invece possono essere giocati sia in check-call che in check-raise, con una frequenza simile: vogliamo avere colore sia nel ramo del check-call che nel ramo del check-raise, in modo che se al turn dovesse cadere la terza dello stesso seme vogliamo esserci arrivati sia col raise che col call. Poniamo il caso di una frequenza di check-raise del 15%, quindi nella media: significa che coi flush draw a volte seguiremo il ramo del check-call a volte quello del check-raise, ma è logico che all’interno di quel 15% di check-raise ci devono essere anche dei flush draw.”
Frequenze di raise su flop 8-8-6
“Su 8-8-6 la frequenza di check-raise del big blind sarà più alta rispetto allo spot precedente. Su una texture di questo tipo quasi tutte le mani con cui vogliamo continuare hanno un valore atteso più alto se raisate. Su un board di questo tipo, con flush draw, non abbiamo quasi nessuna mano che vogliamo check/callare, vogliamo solo un range di check/raise: i flush draw quindi entrano in automatico in questo ramo. Sul sito della Accademy i giorni scorsi abbiamo pubblicato un video che approfondisce questi concetti”.