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il 3 Dic 2020

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Tanti fold e una incredibile rimonta in heads-up: Mario Bucca racconta la vittoria Turbo PKO Week

Tanti fold e una incredibile rimonta in heads-up: Mario Bucca racconta la vittoria Turbo PKO Week

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Tra i vincitori della nottata Turbo PKO Week c’è anche Mario ‘Kheldar’ Bucca, 27enne che da qualche anno, dopo aver mosso notevoli volumi di gioco nei tornei online, si è lanciato in un progetto didattico sul poker.

Il giocatore di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, ci ha raccontato nel dettaglio il torneo vinto, a iniziare dall’incredibile heads-up contro Salvatore ‘totosara93’ Saracino in cui partiva con uno svantaggio clamoroso, con 12bb di stack contro gli oltre cento dell’avversario! Inoltre Mario ci ha spiegato come cambia l’approccio allo studio da parte degli amatori dispensando anche qualche pillola di coaching.

 

Raccontaci come è andato il torneo e quali sono state le mani più grandi che ti hanno spianato la strada per la vittoria. Qual è stata la sculata peggiore?

Il torneo è stato abbastanza ordinario per gran parte della fase iniziale. Nella fase centrale ci sono state alcune mani chiave non complicatissime che sono state abbastanza importanti. In un’occasione mi trovo al flop su 32x con 33 in mano per il set di tre, due giocatori vanno all in overpottando. Uno aveva top pair, l’altro progetto di colore o qualcosa di simile. Il mio set regge e vado top 3 nel chipcount. Un’altra mano importante l’ho giocata contro ‘losqualo63’ che va all-in diretto al flop su TJx. Non siamo lunghissimi come stack perché è un turbo e decido di chiamare KQo ritenendo di avere abbastanza equity contro il suo range. Questa è stata la sculata più grande del torneo, non tanto perché ho ribaltato la mano ma perché lui aveva 89 e quindi sono partito avanti giocando contro la mano migliore possibile e in un contesto di pari stack dove se perdevo ero fuori. Altra mano interessante che mi ha rip4ortato in vetta al count è stata una tribet con KTo da small blind sulla apertura di cutoff aggressivo e lungo. Lui flatta e la mano va in check-check al flop su 9xx con due picche, turn J di picche che punto avendo io gutshot e flush draw al K. River picche e vado all-in con colore second nut.  Perdo solo dall’asso di picche, che però è tra le mani che punta volentieri il flop visto che può sfruttare la fold equity su board 9 alto, e che se chiamato ha tante carte che possono aiutarlo aprendo flush draw nut. L’avversario ci pensa e chiama con 98 a fiori, coppia di nove che prova a smascherare un mio bluff.

Al tavolo finale come era il livello? C’era qualche avversario che ti impensieriva più degli altri?

Arrivato al tavolo finale ho subito pensato di essere molto fortunato. Totosara93 stava a destra, come un altro deepstack. Non ricordo quanto stack avessi io, forse ero sesto o settimo, ma avere i due chipleader a destra e gli stack aggredibili a sinistra mi ha fatto ben sperare.  Ad impensierirmi era il tipo immediatamente alla mia destra, che era molto deep e l’ho visto 3bettare bene molte mani. Poi si è schiantato KQs vs AA di Totosara93 e mi ha tolto un potenziale problema. Per il resto, la mia più grande abilità prima dell’heads-up è stata la pazienza. C’è stata qualche mano che potevo forzare, ma era più giusto foldare e l’ho fatto. Ho sempre avuto uno stack medio-corto prima di un raddoppio che comunque mi ha mantenuto sempre sotto i 20bb: nel momento più alto sono stato a 22bb. Diciamo che ha fatto tutto Salvatore che ha vinto praticamente tutti gli showdown regalandomi l’hu. Tra l’altro l’ho dichiarato live e ho intenzione di mantenere la promessa: quando eravamo in quattro o cinque chattavamo io e Salvatore scherzando sul mio corso di poker. Ad un certo punto inizia a farmi sciacallare posizioni su posizioni così gli ho detto “Regalami l’headsup e io ti regalo il mio corso”. Siamo arrivati all’headsup con 12bb io e oltre 100bb lui… Direi che è inequivocabile: mi ha regalato l’headsup!

Raccontaci come si fa a vincere un heads-up in cui si parte con 12bb di stack contro un avversario che ne ha più di 100!

Ero fiducioso perchè non avevo niente da perdere e 12bb sono due double up distanti dalla chipleading. Poi stavo giocando molto centrato nel postflop, ero pronto a vendere cara la pelle. Non conoscevo Salvatore come nick e non sapevo che fosse reg. Da anni cerco di spiegare che non è importante conoscere il nome di chi sta davanti ma fare attenzione a ciò che sta facendo. Io sono sempre Mario Bucca ma ci sono delle giornate in cui gioco veramente bene e delle giornate in cui sono un cane mai visto: al tavolo l’unica cosa che conta è ciò che sto facendo nel presente. In quel momento Salvatore era un giocatore che aveva tante chips e le stava usando bene, quindi ero preparato a questo. Non ricordo come sono risalito e non ho ancora rivisto il torneo. C’è stato uno showdown che mi ha fatto raddoppiare e per il resto abbiamo spessissimo giocato postflop. Per la prima metà lo stack effettivo è sempre stato attorno ai 25bb, quindi ci sono stati molti limpati. Dopo sono risalito e siamo diventati pari stack. Anche qui non ricordo bene come è andata, forse mi ha pagato una valuebet importante. Ricordo nettamente solo un piatto dove avevo un po’ di chips più di lui e giocavamo per circa 30bb effettivi. Al river volevo provare un bluff con K alto e ho deciso di rinunciare, lui vince il piatto con KT e risaliamo pari stack a 40bb.  Da lì ci sono state delle mani interlocutorie fino al cooler finale: apro AQs, tribetta, shovo, chiama con coppia di donne e un Asso al river che chiude i giochi. Questa sculata ha spostato bei soldi e mi ha ripagato di alcuni colpi persi negli ultimi tavoli finali importanti che avevo giocato, in particolare due bad beat tre left all’Afternoon on Stars e a un evento ICOOP.

In un torneo turbo è più importante conoscere bene i range di openpush, quelli di push in steal o i range di call a push?

Domanda molto interessante. Al vertice metto proprio l’openpush che è il pilastro portante del gioco shortstack dei tornei turbo. In realtà mantengo esattamente l’ordine che mi hai dato con una piccola precisazione: tu parli di range di push in steal, io vorrei parlare più di capacità di difenderti contro quelli che aprono. Che è un tema più vasto e include molti flat dai bui e la gestione di board potenzialmente rognosi postflop da accompagnare ai range di repush. Se l’openpush è il pilastro portante del gioco shortstack, capire come difenderti è la chiave di volta per aumentare le tue chance di giocare ad atteso positivo e ripartire il rischio in tante mani. Però è difficile da gestire perché una scelta sbagliata può costarti il torneo, specie nei piatti dove chiami fuori posizione e ti addentri nel postflop con meno di 20bb. Non sono scelte semplici, giocare così richiede un livello di preparazione e di performance maggiore.

Il range di call al push va al terzo posto per un semplice motivo: è la situazione in cui se sbagli e foldi fai meno danni in assoluto. Ci sono poche accortezze legate al gioco icm che di solito possono riassumersi in: “assicurati di avere un ev tanto più grande delle pot odds che ricevi”.

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Capito il meccanismo, l’errore che puoi fare è che eviti un call marginale per eccesso di protezione. Ma nei tornei fare un fold a sicuro valore atteso zero, quando hai di fronte una bet rischiosa a probabile valore atteso negativo, è quasi sempre corretto. E foldando spesso si arriva in fondo con pochi rischi, come ho dimostrato ieri sera.

So che ti stai dedicando molto alla tua scuola, quest’anno quanto hai giocato e come è andata?

Il mio progetto è nato per applicare ciò che stavo studiando nel marketing ma negli anni si è evoluto diventando il mio business principale, soprattutto in questo anno in cui le quarantene hanno riportato la gente ai tavoli. Credo di essere stato il primo in Italia ad aver pensato a un lavoro specifico per il giocatore ricreativo. L’amatore non ha il tempo e la costanza per buttarsi su studio e gioco come un grinder da 500 o mille tornei al mese. Quindi non può imparare “come un pro”, ma allo stesso tempo ha un disperato bisogno di giocare meglio.

Come dico spesso: io ho giocato un poker mediocre per larghissima parte della mia carriera, ma nel 2012/13 facevo sessioni da almeno 40 tornei, con punte di 90 la domenica, e mesi da oltre mille mtt. Quando esprimevo un livello di gioco mediocre compensavo con una mole di gioco insostenibile per una persona normale. L’amatore invece ha bisogno di performare bene in ogni torneo che gioca e di gestire e sviluppare bene alcuni pilastri chiave del gioco da torneo. E’ questo il focus principale della mia scuola di poker, che prevede un percorso introduttivo a cui seguono altri più approfonditi e la Masterclass di Giuliano Bendinelli, che oltre ad essere il campione che tutti conosciamo è anche assurdamente bravo a veicolare concetti complicatissimi e renderli immediati e applicabili per persone che non possono passare la vita sui solver. Io per primo applico e seguo i corsi che vendiamo e la collaborazione con Giuliano ha portato un enorme beneficio anche al mio gioco e alla mia voglia di giocare.

Quest’anno però mi sono potuto dedicare veramente poco al gioco. Ho provato durante la quarantena ma il lavoro mi impediva di fare bene entrambe le cose, quindi ho scelto di focalizzarmi sulla scuola invece che sui tornei, anche se avevo avuto dei risultati incoraggianti con diverse deep run. Ho preferito mantenermi coerente e ho continuato sulla scuola in un momento particolarmente delicato per tanti amatori, o giocatori completamente improvvisati che si ritrovavano ai tavoli.

Adesso in questo nuovo lockdown ho ripreso con una certa regolarità. Ho giocato per lo più di pomeriggio con pochissime eccezioni serali. E’ andata molto bene anche senza considerare gli shot. Ho vinto in vari tornei piccolini dove sono sempre arrivato top 4 nei tavoli finali e ho fatto un terzo posto all’Afternoon. Poi ci sono stati due shot importanti come quello di ieri sera e il terzo posto all’Icoop per circa 4,5k. Il tutto in meno di trecento tornei, quindi decisamente un periodo particolarmente buono.

 

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