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I 5 errori più comuni nel poker secondo Jonathan Little
Jonathan Little torna a parlare di poker. Il professionista americano, da 10 anni ormai, oltre alla parte meramente agonistica del gioco, dispensa consigli e strategie da affrontare al tavolo. Questa volta, il player a stelle e strisce però, non prende in esame delle mani, ma analizza gli errori più comuni commessi dai giocatori amatoriali, o da coloro che sono alle prime armi.
Si tratta di errori molto grossolani, ma che si ripetono in continuazione. Little inquadra queste lacune e sviluppa una serie di consigli, per cancellare questi errori e poter fare il salto di qualità. Un salto di qualità che non significa diventare un giocatore professionista a tutti costi.
Quanto un level up del proprio gioco, mostrando continui progressi e una maturità pokeristica che può dare i suoi frutti dal punto di vista economico. Vediamo allora, quali sono i 5 errori più commessi e cosa suggerisce Jonathan Little, per eliminarli.
1 – Sopravvalutarsi
Molti giocatori che sono alle prime arme, se iniziano a vincere qualche torneo, oppure escono in positivo da qualche sessione di cash game, commettono l’errore di sentirsi più forte di quello che sono in realtà. Si tratta di una sopravvalutazione delle proprio skills, secondo Jonatha Little e può causare dei danni enormi.
Secondo l’americano, la maggior parte di questi giocatori alle prime armi, una volta raggiunto un tot di vittorie, smettono di progredire sotto il profilo del gioco. Non si evolvono ai cambiamenti e partono dal presupposto di essere dalla parte della ragione con le loro scelte. Si tratta dell’errore più grande che si possa commettere e che porterà a risultati sempre peggiori.
2- Cambiare è vitale
Il secondo errore più comune è quello di adottare una tipologia di gioco e tenerla costante per sempre. Little spiega che ognuno di noi ha delle caratteristiche base nel proprio gioco che ci distinguono l’uno dall’altro. Allo stesso tempo però, il giocatore vincente sa adattarsi ai cambiamenti del poker, mentre il perdente è colui che non cambia strategia e continua a regalare soldi al tavolo.
Non solo, ma tendono a pensare in affermazioni definitive, come “Chiamo sempre con la top pair“, “Colpisco sempre i miei progetti” o “Tizio bluffa sempre“. Pensare in questo modo porta a fare enormi errori perché in realtà, chiamare con la top pair è solo a volte corretto, colpirai i tuoi progetti tutte le volte che le probabilità lo dettano e tizio solo occasionalmente è in bluff.
Invece di pensare in questo modo, i migliori giocatori fanno il gioco giusto in base alla situazione esatta in cui si trovano, non alla situazione in cui si sono trovati l’ultima volta che hanno giocato.
3 – Fuori Bankroll
Il terzo errore macroscopico da parte dei giocatori amatoriali è quello di giocare al di sopra delle proprie possibilità. Secondo Jonathan Little sono tantissimi i players che si avventurano fuori bankroll e questo incide non poco sulle loro scelte, sul gioco espresso e sulla lucidità al tavolo.
Giocheranno troppo blindati nelle loro posizioni, perché arrivare “In the Money” è di vitale importanza per chiudere quanto meno in pari. Niente di più sbagliato. Chi gioca in roll è portato a prendere decisioni corrette senza dover far i conti con la parte economica del torneo o del tavolo cash game. Giocherà con la tranquillità che in caso di sconfitta, la perdita di denaro non va ad influire negativamente sul suo futuro.
4 – Lascia fuori le preoccupazioni
Jonathan Little spiega che il punto 3 e il punto 4 in qualche modo, sono legati fra loro. Infatti un giocatore occasionale, amatoriale o alle prime armi rischia di portare con se al tavolo emozioni e preoccupazioni esterne. Non che il giocatore professionista sia immune da tutto questo, ma grazie alla propria esperienza riesce a tenere distanti i problemi extra-poker, dal gioco stesso.
Con annessi benefici sul rendimento e sul proprio gioco. Le altre categorie sopracitate invece commettono l’errore di non isolare gli aspetti negativi che gravano sulle loro vite e questo si ripercuote sulle loro scelte al tavolo. In pratica non riescono a svuotare la mente e il loro gioco è condizionato da questi elementi esterni.
5 – L’autocritica è necessaria
Il giocatore occasionale deve imparare sempre a fare autocritica. Che si tratti di una singola mano o di una serie di tornei finiti male. Dare sempre la colpa alla sfortuna non porta da nessuna parte, come pensare di aver giocato bene e il rivale no. Secondo Little, senza della sana autocritica per correggere errori, tendenze e quanto altro, si è destinati a perdere.