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Affrontare i tornei PKO da short stack
Dal momento in cui hanno iniziato a diffondersi a macchia d’olio, i tornei con taglie hanno avuto bisogno di costanti progressi tecnici da parte dei giocatori che volevano trovarsi a proprio agio con il formato.
Poter incassare le taglie dei giocatori eliminati ha indubbiamente allargato i range di call, portando al corollario che nei tornei KO e ancor di più in quelli Progressive KO, quando si è short stack, bisogna chiudersi molto più dei tornei normali.
Ma è davvero così? Secondo Barry Carter, co-autore con Dara O’Kearney del libro “PKO poker Strategy”, assolutamente no.
“Che tu debba giocare davvero tight quando sai che nessuno folderà al tuo shove in un torneo KO è vero solo in parte – scrive l’inglese in un contributo sul blog di partypoker – non è vero che devi giocare più tight, devi solamente cambiare i tuoi range”
Come cambiano i range preflop
Per Carter, quando si è sicuri di essere chiamati, alcune combinazioni perdono valore a iniziare da coppie basse e suited connectors.
“Una mano come K2o invece diventa più forte nei tornei PKO perchè ci sono buone possibilità di venire chiamati da mani come JTo”
Carter mostra anche un esempio pratico dal suo libro: il range di shove da small blind sulla apertura del big stack da bottone.
Dando per scontato che nel torneo PKO bottone chiami sempre, ogni mano con un minimo di valore di showdown gioca bene, così come le mani suited:
“In parte dobbiamo giocare con carte suited nel caso in cui entrasse nella mano anche big blind: per vincere un three-way abbiamo bisogno di una mano che possa trovare il colore”.
Postflop
Ma non è tutto, perchè secondo Carter giocare un po’ meno tight di quanto si crede di dover fare da short stack nei tornei Progressive KO vale anche per il postflop.
“Non è così fuori dall’ordinario, ad esempio, check-raisare all-in con KQo su un flop T-9-x e venire chiamati da 78o per un progetto che battiamo. Ancora meglio se ci chiamano con JQo, una mano che sulla carta sarebbe anche in un draw migliore ma che blockeriamo e dominiamo“.
Insomma, il criterio che nei tornei KO saremo chiamati più larghi dai giocatori ingolositi dalla nostra taglia vale anche per il postflop: non approfittarne equivale a perdere chips.
Come migliorare
Per capire quali combinazioni di carte lavorano meglio contro dei range molto larghi, non di rado composti da ‘any two’, ossia dall’intero spettro delle combo, potete fare pratica con un calcolatore di equity / odds come il nostro. Prendete come riferimento le mani che non hanno bisogno di migliorare.
“Se senti un giocatore che si lamenta perché gli avversari non folderanno mai significa che segue una logica non molto corretta. Uno dei più grandi aggiustamenti che puoi fare nei tornei PKO è cambiare il tuo range di valore quando sei il giocatore coperto in chips”.