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L’exploit dal tavolo verde al quiz televisivo: l’impresa di Michael Larson
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Ci sono alcune pratiche tipiche del poker che possono tornare utili anche nella vita reale, o come nella storia che state per leggere, a un quiz a premi televisivo.
Nello specifico, le analogie tra la storia di Michael Larson e il mondo del poker non mancano: studio, analisi dei pattern, exploit, e… un po’ di gestione del bankroll.
Chi era Michael Larson
Micheal era un umile venditore di gelati dell’Ohio con l’inclinazione a cercare il modo più veloce e facile per diventare ricco.
Spesso pendeva dalle labbra dei venditori di fumo televisivi, quelli che promettevano di vendere il segreto per fare soldi in poco tempo. Alla “sono veramente euforico” per intenderci.
Nel 1983 Michael decise di provare a “risolvere” un gioco a premi televisivo, sicuro che esistesse un modo di garantire una vittoria.
Lo studio e l’analisi
Nel poker studio e analisi non sono mai abbastanza. È difficile se non impossibile rimanere giocatori vincenti se non si investe una fetta importante del proprio tempo su software di analisi e facendo una costante review del proprio gioco.
Per Micheal valeva la stessa legge: se voleva fare soldi ed era sicuro che quel programma potesse permetterglielo, allora avrebbe dovuto dedicare tutto il tempo e le energie in suo possesso per scoprire il come.
Dopo un ossessivo studio del programma “Press Your Luck“, armato di videocassette delle puntate precedenti e una pazienza tale da studiarle quasi frame per frame, Larson incredibilmente si convinse di aver trovato la chiave per la vittoria.
L’exploit
Per exploit nel poker si intende la capacità di approfittare dei punti deboli e degli errori dei nostri avversari per trarre profitto. Quando un giocatore ad esempio ha la tendenza a puntare troppo spesso in bluff e troppo poco per valore, potremmo approfittarne chiamando sempre anche con mani più marginali. Ecco che i suoi bluff gli si ritorceranno contro…
“Press Your Luck” aveva delle regole molto semplici: chi rispondeva correttamente alle domande del presentatore guadagnava un certo numero di “spin” su una – definiamola – roulette virtuale che conteneva diversi premi, altri spin, viaggi, e infine l’immagine di un diavoletto rosso che faceva perdere tutte le vittorie accumulate.
Michael era riuscito a distinguere 5 pattern di movimento di questa roulette (che non girava ma saltava da una casella all’altra), e a scoprire che in determinate circostanze alcune caselle contenevano sempre i premi in denaro più grandi e mai il diavoletto della sconfitta.
In teoria Micheal poteva giocare una determinata fase del programma all’infinito continuando a vincere, se avesse memorizzato i pattern. Ed è quello che fece.
Si va in scena
A questo punto Michael si iscrisse al programma, e con la storia del povero gelataio che sognava di vincere abbastanza da abbandonare quella vita, gli sceneggiatori lo accettarono.
Dopo una prima fase un po’ zoppicante, Larson arrivò al momento decisivo. Cominciò a mettere in pratica la sua strategia, e a vincere, vincere e vincere.
Il pubblico era in visibilio, lui ancor di più, l’emittente televisiva molto meno.
Con un cap teorico fissato a $25.000, Larson concluse la puntata con un guadagno di $104.950 in contanti e $5.287 tra viaggi, barche e altri premi.
Michael era riuscito a vincere per 40 “spin” di seguito, mentre la media vedeva uscire un diavoletto ogni 6 giri.
L’emittente minacciò di non pagare il debito, accusandolo di cheating, ma non riuscì a trovare nessun cavillo che lo permettesse, quindi alla fine diede a Larson ciò che gli era dovuto, senza però richiamarlo alle puntate successive.
Per la cronaca, il programma era andato così per le lunghe che la TV decise di dividere l’episodio in uno special di due puntate separate.
Michael aveva appena vinto il più grande premio mai esistito ad un quiz a premi.
Bankroll
E qui arriva il meno lieto fine.
Un giocatore di poker che si impegna e si applica a fondo per exploitare i suoi avversari, non farà mai strada se non starà attento ai suoi soldi. La gestione del bankroll ha la priorità su tutto.
La fortuna di Larson invece non è durata altrettanto.
Una radio locale offriva $30.000 all’ascoltatore che avesse posseduto una banconota da $1 con il numero di serie pronunciato in diretta. Michael non si fece scappare l’offerta e cambiò $50.000 in banconote da $1, senza trovare fortuna.
Anzi, pochi giorni dopo al rientro da un party di Natale, Larson ebbe l’amara sorpresa di vedere il suo mucchio di banconote scomparso per mano di un ladro.
Larson provò a proporre all’emittente televisiva un “tournament of champions” che avrebbe fatto impazzire gli spettatori, ma è facile immaginare perché l’offerta venne declinata…
Alla fine sembra che Michael abbia cercato il riscatto in un gigantesco schema ponzi a metà degli anni ’90, che risultò in una frode da $3 milioni verso 20.000 persone.
Michael sparì per sempre dalla circolazione seguito da FBI e IRS, non si ebbero più sue notizie fino al momento della sua morte nel 1999 in Florida.