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il 2 Mar 2021

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La vittoria di Andrea Cogo alle Carnival Series è arrivata grazie a focus e aggressione: il racconto dello specialista

La vittoria di Andrea Cogo alle Carnival Series è arrivata grazie a focus e aggressione: il racconto dello specialista

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La sessione domenicale ha registrato una vera e propria impresa di Andrea ‘thecogo’ Cogo.

Lo specialista di tornei si è imposto all’evento 52 Carnival Series, 10€ Classic 6-max, su 9.300 entries vincendo una incredibile prima moneta di 11 mila euro.

Per il trentenne, che vive a Ischia, non l’isola ma una frazione del comune di Pergine Valsugana in provincia di Trento, è il primo titolo in assoluto a una importante Serie di tornei online:

“Ho fatto tanti secondi posti, almeno due alle Galactic Series e poi credo uno alle Carnival Series dell’anno scorso. Chiaramente quando si vince un torneo con un field simile fa sempre piacere, però in realtà non cambia tanto, da un punto di vista strettamente professionale si va avanti cercando di fare sempre meglio e di porsi obiettivi sempre più grandi. Dopo diversi anni da professionista una cifra così fa piacere ma non è che ti faccia fare un salto incredibile. Da stasera si torna a giocare e lavorare.”

 

Quel brindisi alle cinque di mattina

In questo approccio estremamente professionale al lavoro di grinder l’eccezione, per Andrea, è stato un brindisi di festeggiamento al termine del torneo:

“Visto che non capita proprio tutti i giorni di imporsi su più di novemila avversari ho festeggiato alla mia maniera: dopo l’ultimo showdown mi sono concesso il lusso di bermi un bicchiere di Muller Thurgau che per me è un classico.”

Sicuramente Andrea è stato aiutato per il brindisi dall’orario di chiusura del torneo, per nulla improponibile come invece è successo in altre occasioni:

“Considerato che ci sono tornei con una struttura che ti fa fare le nove di mattina, quella dell’altra notte era davvero bella. Non è mai collassata anche perchè sei max si riuscivano a giocare parecchi spot, quindi non rischiavi mai di rimanere senza action per troppe mani. I soldi andavano in mezzo quando dovevano andare. Poi magari ho avuto una percezione non proprio fedele perchè sono stato sempre deep.

 

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Il potere dello stack

Andrea infatti spiega di aver avuto un monster-stack nella fase conclusiva del torneo e di averlo usato come una vera e propria arma contro gli avversari:

“Gli altri erano più corti, io avevo uno stack che mi permetteva di aggredire e ho cercato di usarlo come meglio potevo, in particolare nei preflop. Poi chiaramente ho trovato un field molto arrendevole che giustificava la mia aggressività.”

Per lo specialista è questo il bello delle Series:

“Forse in un torneo da 50€ o da 100€ di buy-in avrei trovato qualche regular in più in late stage, ma neanche così tanti alla fine. Le Series sono belle proprio perché nelle fasi conclusive dei tornei trovi tanti giocatori amatoriali.”

 

L’importanza di essere focalizzati

Per esprimere il gioco aggressivo che gli ha permesso di martellare il tavolo e vincere il torneo, Andrea ha avuto nella concentrazione una grande alleata:

“Già normalmente è raro che io giochi su più di sei tavoli in contemporanea. L’altra sera per parecchio tempo ho giocato solo quel torneo lì. Avere un grande stack mi ha permesso di affrontare le gire senza mettere a repentaglio la tournament life, e non è affatto poco.”

Come detto la bella vittoria non cambia più di tanto il focus pokeristico di Andrea, che resta sempre l’affermazione sul punto it.

“Al momento sono focalizzatissimo sul punto it e quindi l’obiettivo è di cercare di migliorare ancora per affermarmi in questo field. Per il futuro sicuramente la mia intenzione non è di rimanere qua per sempre, ma prima di fare un salto da qualche parte voglio aver battuto completamente il field. Anche giocare live mi piace molto e infatti in passato ho giocato quaclhe volta, però almeno fino a ottobre di quest’anno resterò focalizzato sull’online, anche perchè sono dell’idea che per raggiungere dei risultati interessanti un giocatore debba maturare e fare esperienza, la mia idea quindi non sarebbe fare 2-3 tornei live all’anno ma pianificare l’eventuale sbarco nel live dedicandomi completamente alla cosa e quindi giocando almeno 20-25 tornei.”

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