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L’evoluzione della All Time Money List dagli anni 70 a oggi in soli 10 minuti
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Se volessimo elencare i principali avvenimenti degli ultimi anni nel mondo del poker, sarebbe impossibile tralasciare gli stravolgimenti della All Time Money List.
La classifica stilata da Hendon Mob, che raccoglie tutte le vincite lorde dei poker player ai principali tornei live, è da anni un punto di riferimento per vedere chi sono i migliori giocatori al mondo.
Mai come prima di quest’ultimo decennio, nella All Time Money List ci sono stati sorpassi e contro sorpassi nelle prime posizioni: basti pensare a quello che hanno combinato Justin Bonomo nel 2018 e Bryn Kenney nel 2019!
In un video chiamato “50 years of live poker winnings (1971-2020)“, caricato su YouTube, possiamo vedere come si è evoluta la classifica e in un certo modo come si sia evoluta la storia del poker dal 1971, quando si cominciarono a registrare i dati di alcuni tornei di poker, fino all’inizio del 2020.
L’epoca delle leggende
Non esente da spoiler, le barre verdi indicano i giocatori che alla fine del video (2019) si troveranno nella top 20.
Per questo fa un po’ male vedere Doyle Brunson segnato in rosso, proprio a dimostrare come un’epoca si sia ormai definitivamente, una volta per tutte, chiusa.
Il primissimo poker, quello degli anni ’70, era dominato da leggende del calibro di Johnny Moss, Amarillo Slim e Puggy Pearson, il primo (che sia stato registrato, s’intende) a superare il muro dei $100.000.
Non è tardato troppo ad arrivare il primo posto per Texas Dolly, che è rimasto in carica come numero uno dal 1975 al 1983 finché un certo Stu Ungar prese lo scettro.
Doyle Brunson fu il primo giocatore a raggiungere ufficiosamente il milione di dollari in vincite, con un distacco enorme da Robert Baldwin, secondo in classifica con 500.000 dollari.
Nel corso degli anni ’80 e ’90 si insinuarono altri famosi giocatori nella top 20, come Duane Tomko (unico giocatore ad aver giocato ogni Main WSOP dal 1974 ad oggi), Johnny Chan, Phil Hellmuth, Scotty Nguyen, Erik Seidel e Dan Harrington.
Il boom del poker
Nel 2003, mentre il poker vedeva la sua vera nascita con la vittoria di Chris Moneymaker, entrano in top 20 le leggende della golden age Daniel Negreanu e Phil Ivey.
Joe Hackem nel 2005 infrange per primo il muro dei 10 milioni di dollari, velocemente raggiunto da Jamie Gold, mentre pian piano Hellmuth, Negreanu e Ivey lo inseguono.
Tristemente vediamo scomparire per la prima volta dopo oltre 30 anni il nome di Doyle Brunson. Largo ai giovani, ma il buon Texas Dolly sarà ancora protagonista dei nostri tavoli preferiti per almeno un altro decennio abbondante!
A ridosso del 2010, il primo posto è stato conteso tra i migliori giocatori dell’epoca, i già citati Seidel, Ivey, e successivamente Esfandiari e Negreanu.
I giorni nostri
Con l’aumento della popolarità del poker, con la nascita di tornei super high roller da buy-in spropositati, e soprattutto con una teoria del gioco più completa e diffusa, molti giocatori sono entrati a gamba tesa nella top 20 con l’intenzione di restarci.
Negreanu è rimasto a lungo al primo posto, e Seidel non ha mai smesso di rincorrerlo, ma ecco comparire nomi come Daniel Colman e Fedor Holz, oltre a Brian Rast e Steve O’Dwyer.
Nel 2017 Negreanu viene spodestato dall’incredibile scalata di Justin Bonomo, che soffia al canadese anche la possibilità di essere il primo a infrangere i 40 milioni di dollari in vincite in carriera.
A questo punto la top 20 contiene già i giocatori che ci rimarranno per i prossimi due anni, ma non per questo mancano i colpi di scena.
Anzi, come sapete alla fine sarà Bryn Kenney a soffiare il posto a Bonomo, superando anche l’ultimo ostacolo dei 50 milioni in vincite live.