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il 22 Mar 2021

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Il torneo dei sogni di Giuseppe Ruocco

Il torneo dei sogni di Giuseppe Ruocco

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I giorni scorsi Peppe Ruocco ha vinto uno dei tornei online dalla giocabilità più alta mai vista sul panorama italiano: ‘Il Professore’, Main Event della Casa delle Carte Series di partypoker, aveva infatti livelli di 25 minuti di durata.

Secondo il grinder campano la struttura ‘skill intensive’ del torneo si è vista nella fase conclusiva, in cui erano presenti molti giocatori capaci – molti più, in proporzione, di quelli che normalmente si vedono nelle fasi conclusive dei tornei da durata dei livelli normale.

Nel corso della chiacchierata con Peppe abbiamo anche parlato delle caratteristiche che per lui dovrebbe avere il torneo ideale. Puntuale e preciso come al solito, Ruocco ce le ha elencate nel dettaglio.

 

Il torneo dei sogni di un regular

Prima di iniziare a descrivere le caratteristiche del torneo dei sogni, Peppe ha ritenuto doveroso fare una premessa:

“Per tornei con una durata dei livelli simile a quella del Professore io ho fatto una vera e propria crociata. Quando mi contatta qualcuno delle poker room con cui ho rapporti, io incito sempre e caldeggio tornei con una struttura simile. E’ ovvio che questa visione ‘skill intensive’ di un torneo, che fomenta l’edge o la patentata tale, è quella che noi professionisti non possiamo che auspicare”.

Anche perché secondo Peppe non può essere derubricato a coincidenza il fatto che alle fasi conclusive del Main Event di partypoker siano arrivati giocatori skillati:

“Non è stata una rondine che ha fatto primavera, in un’altra piattaforma in cui gioco c’era un torneo speciale con struttura skill intensive che effettivamente ha visto arrivare tutti giocatori capaci. Formule di questo tipo favoriscono la premialità della struttura e della professionalità applicata.”

 

Il numero giusto

E veniamo alle caratteristiche del torneo dei sogni di Peppe. Per iniziare, i tavoli dovrebbero essere da otto giocatori:

“Generalmente parlando non amo le mezze misure, ma se devo considerare ogni aspetto direi che i tavoli 8-max sono l’ideale in quanto intermezzo tra i full ring e i 6-max, che sono i miei preferiti in generale ma che riconosco essere poker distorto“.

Nella categoria delle ‘distorsioni’ del poker Peppe include anche i tornei KO e i rebuy/reentry:

“Anche i tornei con taglie sono poker distorto. A ben vedere attirano tanti regular, non solo gli occasionali. Ma se ne propongono così tanti, ed è una tendenza che vale anche su punto com, è perché la domanda del mercato la fa il fruitore.”

A questo punto la formula ideale non può che scaturire spontanea: il torneo dei sogni di Peppe sarebbe un 8-max freezeout con livelli di lunga durata. Ma come potrebbe trarre vantaggio da questa formula un professionista come lui?

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I vantaggi di una struttura orientata alla abilità

In un field molto eterogeneo, in cui gli specialisti della disciplina si alternano a molti amatori, secondo Giuseppe per un regular c’è un margine più ampio per far valere il proprio edge:

“E’ vero che contro i giocatori ricreazionali a volte non riesci a cappare dei range consoni, ma quando c’è la premialità della struttura puoi prenderti tanti margini senza timore di essere confutato e quindi puoi prenderti delle licenze poetiche che in un torneo con 30bb di average e anche con una struttura di tutto rispetto non ti puoi prendere.”

Peppe indica una action in particolare in cui deviare verrebbe a essere lo standard o quasi:

“I flat li puoi sviluppare in maniera leggermente differente rispetto al solito. Per i flat puoi deviare dalla strategia ottimale o da una strategia normale – usuale”

 

L’altra faccia della medaglia

D’altra parte anche un torneo come quello delineato da Giuseppe potrebbe presentare delle zone d’ombra:

“Io sono sempre molto attento e perfezionista per vocazione. Al ‘Professore’ ho monitorato l’edge, al tavolo finale c’era uno stack medio di 70x, tre left era di 80x: anche troppo. Il torneo sarebbe dovuto finire prima, arrivare alle nove di mattina è stato eccessivo anche per me che caldeggio queste formule con livelli di lunga durata”

Qualora tornei online di questo tipo dovessero prendere piede, inoltre, ci sarebbe il problema di trovare un punto di equilibrio con il restante palinsesto:

“Sicuramente sono da considerare altri aspetti congiunturali come ad esempio un palinsesto conforme. La domenica, se cerchi di tirare il palinsesto al lumicino, devi mettere almeno 14-15 tavoli. Blinds a 25 minuti possono comportare un focus non consono. Al Day2 del torneo avevo tanti altri Day2. Ho cercato di giocare solo quelli in quella sessione, quindi alla fine mi sono trovato a monotablare ‘Il Professore’ per parecchio tempo. Questi sono aspetti da considerare perché spostano in termini di valore atteso, anche se non saprei dettagliare di quanto esattamente

 

 

Foto di Stefano Atzei

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