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Equity distribution: ecco cosa significa e a cosa ci serve
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Negli ultimi tempi la teoria del poker si è evoluta esponenzialmente, a una velocità che non si era mai vista prima d’ora.
Tra solver GTO, blocker, range, sono nati nuovi concetti sempre più approfonditi. Uno di questi è la distribuzione dell’equity, in inglese equity distribution.
La distribuzione dell’equity non è altro che una rappresentazione di come l’equity del nostro range sia distribuita nelle sue parti contro il range dell’avversario.
Per fare un esempio semplicissimo, utile per spiegare meglio il concetto, immaginiamo un range composto da AA e 22 che si scontra contro un range composto da 77, 88 e 99.
È facile intuire che il range [AA, 22] giocherà al 50% contro il range composto da pocket pair medie, ed è altrettanto intuitivo capire che quando avremo AA giocheremo all’80% e quando avremo 22 giocheremo al 20%.
La distribuzione dell’equity è proprio questo: suddividere l’equity del nostro range (50%) nei suoi singoli componenti (AA: 80%, 22: 20%) contro tutto il range dell’avversario.
L’esempio appena fatto è virtualmente impossibile che si verifichi realmente, e gli scenari reali sono di gran lunga più complicati, ma il concetto della distribuzione dell’equity rimane lo stesso.
Pensiamo a un range di open raise del 20% contro un range random: il nostro range giocherà al 63% preflop, ma all’interno dello stesso range troveremo KK, 98s e A4s, tutte mani con equity diversa tra di loro. Ordinando per equity ogni singola mano, otterremo una rappresentazione più accurata della forza del nostro range.
Confrontando la nostra distribuzione dell’equity con quella del nostro avversario otterremo ottime informazioni sulla strategia migliore da adottare in una determinata situazione.
Per esempio potremmo trovare alcuni board dove c’è un importante distanza tra il grafico della nostra equity distribution e quella avversaria, quello che si chiama vantaggio di equity o equity advantage.
In situazioni come questa solitamente per noi sarà più profittevole ad esempio andare in continuation bet con una frequenza maggiore, poiché l’avversario avrà in media un pesante svantaggio e gli sarà difficile proseguire nel colpo.
In certi casi vedremo che il top 20% del nostro range sarà distanziata dal top 20% del range avversario. In questo caso avremo quello che si chiama vantaggio di nuts, ovvero avremo più frequentemente la mano migliore possibile, e in questo caso la strategia ottimale prevede di utilizzare size più grosse.
Ora che vi abbiamo spiegato il concetto di distribuzione dell’equity e abbiamo visto un paio di esempi su come ci può aiutare ad elaborare una strategia nelle varie situazioni di gioco, capiamo come applicare le cose appena imparate.
Ovviamente in game sarà un’impresa impossibile. Lo studio sulla distribuzione dell’equity del nostro range contro quello avversario sarà una cosa che faremo nello studio fuori dai tavoli, e più ci dedicheremo a questo lavoro, più sarà facile per noi stimare le varie situazioni in tempo reale richiamando alla mente ciò che abbiamo studiato.
Il modo migliore per analizzare queste situazioni è utilizzando dei programmi che abbiano la possibilità di generare i grafici della distribuzione dell’equity. Due esempi sono Piosolver e Flopzilla.
È ovviamente possibile riprodurre questi grafici o una loro versione semplificata con un lavoro a mano, ma non ci sentiamo di consigliarlo, perché risulterà lungo e impreciso.