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Il deal a sei allo SharkBay San Marino raccontato da Michele Guerrini
Il primo torneo di poker live per i giocatori italiani al termine della seconda ondata pandemica si è chiuso con la vittoria di Matteo Cirillo.
Molta curiosità ha suscitato il modo in cui si è chiuso il torneo, con un deal a sei che ha visto coinvolti diversi giocatori navigati e agguerriti, che solitamente non hanno lo stringere accordi tra le proprie abitudini favorite al tavolo verde.
Tra questi c’è Michele Guerrini, che grazie al deal ha chiuso al secondo posto incassando una moneta di 29.165€. Il giocatore toscano, vincitore dellIPO 2016, ci ha spiegato le ragioni di questo insolito accordo, insieme alla emozione di tornare a giocare dal vivo dopo una lunga pausa.
“La trasferta è nata sicuramente da una gran voglia di giocare live dopo quasi due anni di stop. Appena è uscito lo schedule ho preso la palla al balzo visto anche che avevo saltato l’ultima edizione dell’IPO perché non mi fidavo troppo del COVID. Adesso che la situazione è tranquilla abbiamo deciso di muoverci in gruppo. Il giovedì di due settimane fa siamo andati a Riccione a festeggiare il compleanno di Brando Naspetti, poi siamo rimasti a San Marino per giocare il primo Day1 della seconda tranche. Oltre a Brando ero con Alessandro Giannelli e Michael Uguccioni, poi ci hanno raggiunto Fausto Tantillo, Andrea Shehadeh e Fabregas, era da tanto tempo che non ci vedevamo ed è stato piacevole. Nei momenti off abbiamo fatto un po’ di mare e un po’ di spa. La sera per staccare andavamo a cena fuori a Rimini”.
Il deal allargato
Così, tra una cena a Rimini e le uscite di gruppo con gli amici/colleghi che non vedeva da tempo, Michele è andato avanti allo SharkBay fino ad arrivare al Final Day a dieci (foto in alto sotto al titolo).
Lì è arrivato questo deal, atipico per lui stesso in prima persona:
“Di base non mi piace fare deal, ma la situazione era davvero particolare, in pratica ci siamo trovati quasi obbligati. Tanto che sono stato io a proporlo. In quel momento il torneo era a blinds 300.000 e io con otto milioni di stack ero il secondo in chips a fronte di un average stack di sei milioni, ovvero 20bb. Due orbite prima ero sceso a 3,7 milioni lasciando un po’ di chips in una mano giocata postflop, in un’altra orbita ho recuperato con qualche steal. Alla fine del livello mancavano otto minuti: con l’arrivo dei blinds a 400.000 il tavolo avrebbe avuto un average stack di 15bb e io da secondo in chips avrei giocato con 20bb e tre giocatori avrebbero avuto meno di 10bb. La situazione non era troppo gestibile così ho proposto di vedere le cifre”
Una volta visti i numeri della divisione del montepremi a sei per ICM, la decisione di accettare poteva “accompagnare solo”:
“Era un accordo strafavorevole per tutti visto anche che la struttura del torneo non ci permetteva di giocare.”
L’adattamento alle normative pandemiche
Chi, come il sottoscritto, credeva che nel deal potesse aver influito il clima da ‘volemose bene’ portato dal ritorno al poker live al termine della pandemia, deve dunque ricredersi.
Michele ci racconta che l’adattamento alle normative sanitarie ha presentato qualche difficoltà in particolare nelle prime giornate di gioco:
“La cosa più pesante era il fatto di non poter bere o mangiare uno snack al tavolo, non essendoci pause di alcun tipo, neanche per la cena. Per la mascherina invece pensavo molto peggio, essendoci l’aria condizionata era fresco e non mi ha dato particolare fastidio l’obbligo di indossarla. Poi per fortuna più si andava avanti più la situazione è migliorata. Quando al torneo siamo rimasti in pochi la situazione si è fatta più gestibile per gli organizzatori e con minori rischi di assembramenti”.
L’idea delle WSOP per un grinder atipico
Michele si dice molto contento della ripresa del poker live, anche perché è proprio dal vivo che il toscano sente di avere la sua dimensione:
“L’online dopo un po’ mi stufa, in particolare se non sento di avere i giusti stimoli. Nel periodo del lockdown ero partito molto bene, da marzo a maggio 2020 ho grindato sette giorni su sette tanto non c’era nulla da fare. Poi ho staccato durante l’estate e ho rigiocato un paio di mesi a settembre e ottobre. Con l’inizio del 2021 ho deciso di dedicarmi un po’ ad altro. In pratica quando sono arrivato a San Marino non giocavo a poker da due mesi abbondanti”.
Ma ora Michele ha dei progetti ben definiti sulle prossime tappe:
“Di sicuro parteciperò all’IPO di luglio, sto cercando di organizzarmi per le WSOP autunnali, mi piacerebbe andare a Las Vegas a metà settembre e restare un paio di mesi, vediamo se in casa o in albergo”.
Da un punto di vista strettamente pokeristico, invece, l’orizzonte dello sguardo di Michele non va troppo lontano:
“Vivo il poker sul momento senza progetti particolari. Se sono carico e ho grinta posso giocare al massimo e a lungo, ma ho visto che per come sono fatto, se non ho stimoli faccio danni. Con il tempo ho capito che se non sono in forma e non ho voglia faccio meglio a non giocare perchè ho capito che non posso avere risultati se non sono bello carico e in forma”