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Intervista esclusiva a Mustapha Kanit: carichissimo per le WSOP, vi racconto tutto sulla mia Las Vegas
La nostra punta di diamante è pronta a prendersi quello che gli manca.
Parliamo del braccialetto alle World Series Of Poker: alla edizione autunnale in partenza a fine mese, nonostante le difficoltà per la situazione pandemica, il nostro Mustapha Kanit risponderà presente.
Non che per il mitico ‘potta’ sia un cruccio, il titolo di campione del mondo di poker che ancora manca dalla sua (ricca) bacheca. Ma la lontananza dai tavoli live si è fatta sentire e nonostante Vegas non sia mai andata troppo a genio all’azzurro, per questa edizione WSOP Musta è carico come mai lo avevamo sentito prima.
Le date della trasferta
Kanit arriverà negli States a inizio ottobre. Ancora non ha prenotato il viaggio di ritorno ma dovrebbe restare a Las Vegas almeno due mesi.
“Da Londra andrò in Messico, starò lì due settimane e poi arriverò a Las Vegas credo l’1 ottobre. Gli europei che vogliono arrivare una soluzione la trovano, ho sentito altri italiani che già stanno là, non la vedo così grigia. A livello di field non credo che le restrizioni per gli europei si faranno sentire più di tanto, alle WSOP è sempre pieno di americani.”
Lo schedule WSOP
Kanit ha già un programma abbastanza dettagliato dei tornei che giocherà al Rio Casinò:
“Parteciperò a tutti gli eventi WSOP di no limit hold’em fino a 50 mila dollari di buy-in. Per gli eventi da 100.000$ e 250.000$ deciderò sul momento, sono investimenti grossi e molto dipenderà da come mi sento. Mi è capitato più volte di saltare eventi più grandi perché quel giorno non stavo bene, o ero storto o magari avevo litigato con qualcuno. In questi tornei o sto al 100% mi iscrivo e non ho paura di nessuno, o se non sto al 100 per cento passo al torneo successivo”.
Tanta voglia di live
Se Musta arriva alle WSOP carico come mai era stato prima, almeno in parte dipende dallo stop forzato del poker live durante il periodo pandemico:
“Non gioco dal vivo da un bel po’ di tempo, ogni tanto magari mi capita di giocare con qualche amico a Londra ma è una cosa rara. Mi mancano tantissimo i tornei, impilare le chips, tirare su i castelli, mi manca giocare per delle ore al tavolo live… E’ sempre stata una delle mie passioni e mi manca tantissimo, quando passi tanto tempo a fare una cosa è logico che succeda, negli ultimi 15 anni il poker live è stata una grossa parte della mia vita”.
Perchè Musta è così carico?
Ma non è solo la voglia matta di giocare a poker dal vivo che fa arrivare Musta carico a molla a Vegas:
“Gli anni scorsi le WSOP iniziavano a fine maggio, con un clima terribile, e io arrivavo sempre dal periodo SCOOP e dell’EPT Montecarlo, quindi dopo aver affrontato per un mese e mezzo i più forti giocatori del mondo. Quest’anno invece siamo in pausa da un paio di anni e ho proprio voglia di stare lì sul pezzo a giocare perchè la vedo come una opportunità e un privilegio. Giocare è una delle cose per cui sono nato e sono davvero felice di difendere i colori italiani e un po’ anche quelli marocchini!”
Con la città delle luci, Kanit ha un rapporto particolare:
“Ho sempre snobbato abbastanza Vegas, se devo dirla tutta mi diverto di più a uscire in Europa. Per la mia felicità preferisco cose diverse dallo stare a Las Vegas, ad esempio vedere la mia famiglia dopo un mese e mezzo di full grinding”.
“Arriverà il bracciale!”
Kanit è sicuro che tra lui e l’amico fraterno Dario Sammartino, in questo 2021, arriverà un bracciale:
“Secondo me fra me e Dario un bracciale lo portiamo a casa quest’anno. Ci vedo solidi, siamo arrivati vicino tanti spesso e in più lui gioca anche le varianti, che io snobberò. Credo che tutti e due abbiamo le qualità, la voglia e la cattiveria agonistica per fare il colpaccio, anche se chiaramente per me sarà un po’ più dura perché gioco solo holdem. Questi field misti reg-fish sono quelli in cui rendiamo meglio entrambi, soprattutto Dario nei field ‘fishosi’ rende davvero bene. Insomma, se dovessi scommettere su un giocatore che alle prossime WSOP andrà a braccialetto, scommetterei su uno di noi due”.
Ma è logico che un professionista del calibro di Musta tenga l’attenzione desta sulle cose che può controllare, senza farsi un cruccio per quelle che sfuggono dal suo controllo:
“Il bracciale per me è solo un trofeo che manca, ci sono andato vicino più volte, alcune volte avrei meritato ma alla fine è varianza. Per me fare top 3 a un torneo è già una vittoria, poi quando sei lì alcune volte vinci, altre fai terzo… Questo non lo controlli. L’importante è arrivare lì spesso perché quando arrivi lì spesso prima o poi arrivano anche le vittorie. La mancanza del braccialetto non mi pesa affatto, ho vinto talmente tanto che sarebbe stupido da parte mia lamentarmi per il braccialetto che manca”
Crediti foto PokerStars