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il 1 Dic 2021

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Andrea Ricci fa il bilancio del suo primo high roller live: Non è che l’inizio

Andrea Ricci fa il bilancio del suo primo high roller live: Non è che l’inizio

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E fu così che per Andrea Ricci arrivò il momento del grande salto nel meraviglioso (e anche rischioso) mondo degli High Roller.

Il vincitore dell’IPO San Marino a luglio e del Main Event WSOP Circuit a settembre, alle WSOPE Rozvadov si è iscritto al primo torneo da 25 mila euro di buy-in della sua carriera.

Dopo aver imbustato al termine del day 1 uno stack considerevole, Andrea ha dovuto alzare bandiera bianca al day 2 in 11° posizione per oltre 40 mila euro di premio. Ecco il racconto del 30enne di Pesaro.

 

Un field diverso

Andrea spiega le enormi differenze di field rispetto ai tornei live low buy-in che era abituato a giocare:

“La differenza di livello negli high roller la vedi subito, qui il range di flat è veramente stretto, già dal preflop partono tribet e fourbet come non ci fosse un domani. I flat sono solamente in posizione e tendenzialmente vengono fatti per outplayarti postflop. Vedere dei fold alle continuation bet è davvero raro”.

Per iniziare, Ricci ha iniziato a prendere più tempo per le decisioni:

“Fare chips uncontested è molto più difficile negli High Roller, sulla cbet non foldano quasi mai praticamente, piuttosto magari si mettono in check-raise. C’è da ragionare sempre, veramente su ogni spot devi prenderti almeno cinque minuti prima di decidere”.

 

Tenere botta

Nel corso dell’High Roller Andrea si è trovato a ‘incrociare le carte’ con alcuni dei più forti giocatori del circuito. Ma non ha avuto timori reverenziali di sorta, anzi:

“Nel day 1 avevo al tavolo Tim Muelder e il finlandese sponsorizzato da partypoker (Joni Jouhkimainen, ndr) oltre a Cristopher Puetz. Direi un tavolo abbastanza tosto. Me la sono cavata adeguandomi subito all’andazzo fatto di tribet e fourbet”.

Nel suo percorso Andrea ha anche trovato un bersaglio personale nella persona del fortissimo ungherese Laszlo Bujtas:

“All’inizio ero un po’ timoroso ma poi gli ho preso le misure e l’ho fatto abbastanza impazzire. Ho capito che a questi tavoli non sono affatto un pesce fuor d’acqua”

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Quella bolla maledetta

In un torneo filato abbastanza liscio, il reale momento di difficoltà per Ricci si è concretizzato in piena bolla in the money, quando si è ritrovato al tavolo un giocatore aggressivo come Martin Kabrhel con una montagna di chips:

“Verso i 15-16 left avevo tre milioni di chips con average a 2,3 milioni. Da lì in poi sono stato card dead. La situazione al tavolo era particolare perché c’erano diversi short che shovavano sulle aperture quindi ho dovuto stringere i range. Una volta ho aperto AT e mi sono beccato uno shove che non potevo callare. In più c’erano Kabrhel e il finlandese che erano entrambi fantadeep ed entrambi in posizione su di me. Di fatto non avevo margine di manovra”.

Proprio il risicatissimo margine di manovra concessogli dalla situazione ha avuto voce in capitolo sulla sua uscita dal torneo:

“Nella mano precedente utg aveva openfoldato con 2bb e io ero subito alla sua sinistra e ho messo sotto K-J perché c’erano due short al tavolo, oltre a Kabrhel e al finlandese, e aspettavo che utg uscisse. Alla mano dopo lui era su big blind e dopo aver pagato il bb ante era allin. Spillo A-8 e rispetto al suo range penso di avere quasi sempre la best hand. Potrei openfoldare tranquillamente, o anche raise / foldare con 18x, ma ho voluto spingere di più perché presentarmi al tavolo finale con 22bb di stack invece che con 15-16bb poteva cambiare tutto. Speravo di ottenere un all fold invece Kabrhel si è svegliato con i ganci e il board non mi è stato di aiuto”.

 

Il bilancio è positivo

Al di là della mano conclusiva, con un in the money su un high roller disputato il bilancio di Andrea non può che essere positivo:

“Prima che il torneo iniziasse pensavo di sentire di più il peso dei soldi – fermo restando che per partecipare ho venduto delle quote, in pratica giocavo al 50 per cento – credevo di sentire di più la pressione dei 25k pagati. Invece mi sono divertito parecchio anche perché per me è stata la prima volta in cui mi sono potuto confrontare con giocatori così forti: sulle 72 entries del torneo ci saranno stati al massimo 4-5 fish”.

Questa delle WSOPE Rozvadov non resterà una esperienza isolata, dunque. Anche se per l’annullamento dell’EPT Praga Andrea ancora non sa quando verrà per lui il momento di schierarsi di nuovo a un torneo dal buy-in così alto:

“Adesso sono focalizzato sul Main Event WSOPE, ho già il ticket, cercherò di giocarlo bene e di rendere al massimo e poi vediamo se la run sarà di aiuto”.

 

Foto: PokerNews

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