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George Holmes deve ancora razionalizzare il secondo posto al Main Event WSOP
Stava per essere protagonista di una impresa che avrebbe fatto impallidire quella di Jack Straus.
Al day 7 del Main Event WSOP, con 27 giocatori rimasti in corsa, George Holmes era rimasto con appena un big blind e mezzo di stack dopo aver perso un all-in preflop contro il britannico Jack Oliver.
Poi la miracolosa rimonta fatta di raddoppi in serie, che lo ha portato al testa a testa conclusivo contro Koray Aldemir. La vittoria per il giocatore di Atlanta è sfumata con un overpush river in cui credeva di essere buono con la sua top pair.
Ma stando a quanto ha raccontato al portale PocketFives, George Holmes ancora deve razionalizzare il colpaccio che gli ha fatto entrare in cassa più di quattro milioni di dollari (in realtà molti meno al netto delle tasse).
Il ritorno a casa
Holmes dice che il recupero dalla maratona del Main Event WSOP ha richiesto del tempo al suo fisico:
“Ora mi sento bene, fisicamente ho recuperato. Ma da un punto di vista emotivo ancora non mi sono reso bene conto di cosa è successo. Può sembrare strano ma per me tutto questo è ancora surreale”.
Per razionalizzare l’impresa Holmes ha anche guardato il replay del tavolo finale:
“Una settimana fa ho dato una occhiata allo stream del final table. Per me è una cosa da fare per inquadrare quello che è successo nella giusta prospettiva. Nelle ultime settimane sono tornato alla mia routine quotidiana. Una settimana dopo essere tornato a casa ho ripreso a lavorare (Holmes è executive in una ditta che aiuta i commercianti a processare i pagamenti, ndr). Ho continuato a lavorare solo perché mi piace quello che faccio e mi dà l’opportunità di fare un passo indietro e prendermi il mio tempo e stabilire cosa voglio fare con tutti questi soldi”.
La cifra del 49enne sembra la moderazione:
“Sono una persona abbastanza monotona e pacata, non mi esalto molto – dice Holmes – Penso che tornare coi piedi per terra, per me, sia stato facile. Il Main Event è finito intorno alle otto di sera, degli amici mi seguivano nel rail e poi siamo andati a festeggiare qualche ora. Siamo rimasti fuori fino a mezzanotte, dovevamo prendere l’aereo alle sei la mattina seguente”.
Le follie di Las Vegas non fanno decisamente per lui:
” Per me il periodo ideale da passare a Las Vegas è di tre o quattro giorni. Restare lì una settimana e mezza per una persona come me significa essere pronti a partire, specialmente con quello schedule delle World Series Of Poker. Ti ritrovi a non fare nient’altro. E’ solo poker, dormire, svegliarsi, poker e poi tornare di nuovo a dormire, così per una settimana e mezzo. Alla fine ero fisicamente prosciugato e mentalmente ero perso nel loop di restare seduto al tavolo e guardare le mani che mi venivano servite non stop. Ma dopo qualche giorno a casa sono stato di nuovo bene. Cercavo ancora di capire cosa fosse successo e l’ho detto a un paio di amici, giusto per capire la loro prospettiva visto che mi seguivano dal rail.”
La mano finale
Inevitabilmente nella intervista Holmes parla anche della mano finale in cui ha consegnato su un piatto d’argento la vittoria a Koray Aldemir. Ripercorriamola.
Holmes apre 6 milioni da bottone, Aldemir chiama.
Flop T72, Aldemir checka, Holmes prosegue 6 milioni, Aldemir raisa a 19 milioni, call.
Turn K Aldemir leada 36,5 milioni, chiama Holmes.
River 9 Aldemir checka, Holmes all-in per 133 milioni. Dopo alcuni minuti Aldemir decide di chiamare con T7 e alla vista di KQ di Holmes è campione!
“Io ho shovato credendo di avere la mano migliore, non avrei mai immaginato che Aldemir avesse trovato un flop così miracoloso. Ma più a lungo pensava, più nella mia testa ho iniziato a ripercorrere la mano pensando che potesse avere doppia coppia. All’inizio pensavo che avesse una top pair magari accompagnata da un progetto a colore. Avevamo un grande rapporto al tavolo… Mi guardava come se stesse pensando “potrebbe essere proprio questa la mano””
Holmes ha dei ricordi confusi di quanto è successo dopo il call del tedesco:
“Non ricordo cosa ho pensato in quel momento, a essere onesto. Penso di aver chiesto se mi copriva in chips perché non ne ero sicuro al cento per cento. So che ho chiesto al dealer se mi copriva e a dirla tutta, a quel punto, non mi interessava più di tanto cosa stava succedendo”.
Gli unici rimpianti sono per i tifosi
Holmes è già tornato ad Atlanta a giocare il suo home game. Quella che era una partita con bb da 50 centesimi per divertirsi adesso è diventata una 2$/5$ in cui si gioca con stack molto molto deep.
Nel mentre il 49enne ha anche ricevuto un paio di proposte di sponsorizzazione, che però ha declinato. Più che i soldi di uno sponsor, Holmes sembra interessato all’affetto che tanti gli hanno manifestato:
“In quella settimana mi dicevano tutti i giorni che su Twitter stavo esplodendo, e in quei giorni neanche avevo un account su Twitter! Quello che ho veramente sentito, nella Amazon Room, era la carica dei tifosi, ed è stato bellissimo. Anche i media che erano al Rio sono stati fantastici con me. Quando ho eliminato un avversario un cameraman mi ha fermato e mi ha detto “Ti può sembrare strano ma conosciamo la tua faccia, ti stiamo guardando da una settimana e conosciamo la tua faccia meglio di quanto la conosca tu stesso. Ti volevo dire da parte di tutta la crew che amiamo il tuo gioco e che stiamo tifando per te sia qui nella room che fuori nei camion con le sale di montaggio”. Ho pensato che fosse bellissimo”
Gli unici rimpianti di Holmes per la mancata vittoria riguardano proprio i tifosi:
“Il mattino seguente ho incontrato un paio di compagni all’aeroporto. Quando ti dico che non ho rimpianti dopo quella mano finale davvero significa che non ne ho. L’unico rimpianto potrebbe essere per i ragazzi che stavano tifando per me. Ce ne erano così tanti che mi dicevano di sperare che vincessi. E poi c’era quella storia tipo Stati Uniti contro Germania contro Regno Unito… Questo è l’unico rimpianto che ho: non aver vinto per tutti quelli che mi tifavano senza che io li conoscessi. Ovviamente continuerò a giocare il Main Event e vedere quello che posso fare. Le probabilità mi direbbero di quittare a questo punto, ma mi piace troppo giocare a poker!”
Foto: Alec Rome / PokerNews